Allora è ancora più inutile discutere su ...
Non volevo iniiziare una discussione filosofica...
E' che nel mio concetto di giustizia, non riesco a vedere una relazione con le imposte e balzelli vari. Le imposte possono essere odiose, leggere, pesanti, utili, inutili, iltutto in relazione al mio portafoglio ed alle mie preferenze.
Difficile pensare che siano giuste o ingiuste: diventa un fatto "religioso".
Piuttosto si può parlare di "giustificazione", che è cosa diversa.
Mi fa venire in mente un passo di L. Einaudi, che trovava giusta (cioè giustificava) l'imposta di successione, sulla base di un suo principio etico (tipicamente piemontese e contadino) : cioè che ogni generazione doveva aver l'amor proprio e la forza di conservare (e ricostituire) il patrimonio familiare, e non solo goderne i frutti.
Altrimenti era "giusto" che tali beni ritornassero alla comunità (sottinteso laboriosa) . Ecco allora l'imposta di successione attorno al 30%: dopo 3 generazione di inetti, il patrimonio deve tornare disponibile allo stato (cioè ai cittadini).
Ma questa è una sorta di religione laica...
Se invece si intende il termine "giusto" in relazione alla "giustizia" , sono ingiuste le imposte non eque, cioè che si applicano in modo differenziato ed aleatorio, secondo le preferenze e gli interessi di una sola parte.
Le imposte sul reddito, e le patrimoniali (leggi IMU) di per sè colpiscono tutti i redditi: e che siano ad aliquota progressiva ha una sua giustificazione.
Semmai non sarebbe giusto escludere o includere la progressività, solo per certi redditi e non altri, se non si giustificano queste scelte. Vedi le varie cedolari secche o l'esclusione di certe rendite dalla tassazione.
Ma le giustificazioni te le trovano ......