ingelman

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Agente Immobiliare
e certo, crollerebbe il tuo teorema secondo cui i prezzi NON sono influenzati dall'andamento macroeconomico, ma sono "magicamente" resistenti...
no guarda "bello :^^: " di teoremi ricordo solo quello di Pitagora
che ci sia stato il calo dei prezzi non l'ho mai negato (e fortuna che sia stato così)
solo che non mi tornano certe percentuali di cali almeno nelle zone a cui ti riferisci tu
ma viviamo in due mondi paralleli :fico:
 

eldic

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in pratica, un ghetto...
è una storia che, da quel che mi hanno raccontato gli autoctoni, non è dissimile da quella di via sarpi a milano (la differenza è l'etnia; cinese da una parte, di tutto un po' dall'altra.
veronetta è un quartiere semicentrale, di vecchio insediamento.
case vecchie, lasciate andare in malora, svendute a poco prezzo. i tentativi di riqualificazione (ristrutturazione uberfighe) sono state un bagno di sangue.
 

ingelman

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Agente Immobiliare
in quel periodo sinceramente la crisi l'ho avvertita solo due anni qui a Roma
i cali che ricordo a memoria non hanno superato il 10/15%
Ma all' epoca avevo un agenzia in Via Delle Fornaci la zona ha sempre tenuto abbastanza bene


2007 ? 2008 ? 2009? 2010 ? .... non dirmi che in questi anni , almeno quì , la crisi è esistita (non ci credo )
2012/2013 devo ammettere che si è iniziato a faticare , obbiettivamente parlado
 

gmp

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in quel periodo sinceramente la crisi l'ho avvertita solo due anni qui a Roma
i cali che ricordo a memoria non hanno superato il 10/15%
evidentemente io La Repubblica vivevamo in un mondo parallelo......

http://ricerca.repubblica.it/repubb...i-perche-prezzi-per-ora-non-ripartiranno.html
IMMOBILI, PERCHE' I PREZZI PER ORA NON RIPARTIRANNO
GLI agenti immobiliari non hanno più nemmeno gli occhi per piangere. Nel 1996 la crisi del mattone ha raggiunto il culmine: non si erano mai venduti così pochi immobili e a prezzi così bassi. Il crollo delle compravendite ha per la prima volta toccato anche l' attività dei notai, dove si è registrato un aumento-record del ricorso alla Cassa come integrazione di reddito a chi non raggiunge un livello minimo di affari. La situazione è davvero disastrosa: negli ultimi quattro anni - dopo il boom del periodo 1989-91 - i prezzi sono scesi, soprattutto nelle grandi città, anche del 40-45 per cento. Con buona pace di coloro che hanno acquistato ai prezzi massimi. La domanda che si pongono gli operatori (mediatori, costruttori, immobiliaristi) è nell' aria da tempo: quando finirà questa congiuntura negativa? Quando si passerà dalla fase discendente a quella ascendente dei prezzi? Quando, insomma, ripartirà il mercato degli immobili? Perché l' importante - per chi vuole fare affari in questo settore, siano essi operatori che famiglie - è di indovinare il momento giusto per comprare e beneficiare così dell' onda lunga dei rialzi. La risposta che viene dagli studiosi è però disarmante. Di ripresa delle compravendite, per ora e per i prossimi due-tre anni, non si parla proprio. La situazione rimarrà nella migliore delle ipotesi statica, nella peggiore avverrà ancora qualche limatura verso il basso. "Di solito - dice Marcello De Cecco, ordinario di Politica economica e monetaria all' Università di Roma - si ritiene che ogni ciclo immobiliare duri sei anni. Se questo è vero, il mercato dovrebbe essere pronto a ripartire. Ma la ripresa del mattone è normalmente preceduta da un boom della Borsa. E di boom di Piazza Affari non si vede nemmeno l' ombra". I motivi che spingono a escludere nel breve medio termine una ripresa del mercato immobiliare sono però svariati. "Ad esempio - dice De Cecco - siamo di fronte a un declino dell' inflazione, anzi, di più: siamo di fronte a un passaggio da uno scenario inflazionistico a uno di stabilità dei prezzi. E come si sa, quando i prezzi sono stabili viene meno la domanda di case per beni-rifugio, la quale non è una componente secondaria della domanda totale". Altri elementi gettano acqua sul fuoco delle compravendite e delle quotazioni. "Il blocco dei salari negli ultimi anni - dice ancora De Cecco - ha tolto un 25 per cento almeno del potere d' acquisto a chi ha un reddito fisso. Anche i possessori di redditi autonomi hanno sofferto, e quindi adesso c' è poca liquidità da investire in immobili. Senza considerare che il calo dei tassi d' interesse sui titoli di Stato, da tutti auspicato per rimmettere a posto i conti dello Stato, ha di fatto privato le famiglie di 40-50 mila miliardi all' anno su circa 200 mila". E ancora: nascono sempre meno figli, si formano sempre meno famiglie, e il patrimonio immobiliare complessivo rimane lo stesso o aumenta. Anche questo è un elemento che gioca a sfavore di una ripresa delle compravendite e dei prezzi. Questa la situazione di oggi. E domani? E' possibile ipotizzare che qualcosa cambi in questo scenario? A queste domande né gli operatori né gli studiosi danno una risposta positiva. Naturalmente un mutamento è sempre possibile ma esso è altamente improbabile, allo stato degli atti. L' Italia ha infatti preso l' impegno di entrare nella moneta unica europea e soltanto se questo obbiettivo dovesse saltare (non basterebbe un semplice rinvio) si porrebbe il problema di un rilancio dell' inflazione che porterebbe come probabile conseguenza una crescita del valore delle case. E' anche vero che l' inflazione può nascere anche al di fuori del nostro paese, in un contesto internazionale. Una spinta di questo genere potrebbe nascere negli Stati Uniti, o in Francia e Germania come conseguenza dell' abbandono - oggi altamente improbabile - dei parametri di Maastricht che ci porteranno nella moneta unica europea. Nel caso di una recrudescenza dell' inflazione, però, ci sarebbe tutto il tempo di accorgersene e di prendere delle contromisure accelerando l' acquisto di immobili che era in programmma. De Cecco ha una ricetta: "Basta leggere i giornali economici: se l' inflazione negli Stati Uniti avesse un' impennata per 4-5 mesi di seguito, allora forse potrebbe propagarsi nel resto del mondo". Mentre se è l' Europa ad abbandonare gli ambiziosi progetti di unificazione, questo fatto balzerebbe subito agli onori della cronaca. Anche gli operatori non vedono all' orizzonte un boom di vendite e di prezzi. I motivi, oltre a quelli indicati più sopra e in particolare la bassa inflazione, sono: i già tanti proprietari di case, circa l' 80 per cento del totale di coloro che a vario titolo occupano un immobile per abitazione; la crescita esponenziale delle imposte negli ultimi anni, che scoraggia l' investimento immmobiliare; il fatto che gli italiani abbiano imparato a diversificare i propri investimenti finanziari, un tempo destinati soprattutto alla casa.

di ADRIANO BONAFEDE
30 settembre 1996 [DOUBLEPOST=1396300170,1396300064][/DOUBLEPOST]
2007 ? 2008 ? 2009? 2010 ? .... non dirmi che in questi anni , almeno quì , la crisi è esistita (non ci credo )
2012/2013 devo ammettere che si è iniziato a faticare , obbiettivamente parlado
secondo i dati, le transazioni a Roma calano dal 2006 compreso, già nel 2008 erano un buon 20% meno del picco, sui prezzi fu palese uno scivolone a fine 2008 poi recuperato in corner ma comunque si aprì la fase di "trattabilità", per non parlare dei tempi di giacenza in vetrina, c'è ancora in giro roba di quegli anni... se tu la crisi non l'hai sentita tra 2008 e 2011 buon per te, ma c'era tutta... nei numeri, non nella mia testa bacata...
 

eldic

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Privato Cittadino
la situazione di oggi è comunque assai diversa.
in meglio o in peggio (per il mattone) non lo so; ma senz'altro diversa.
 

gmp

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Privato Cittadino
altro articolo vintage, pubblicato quando i prezzi avevano ancora davanti 3 anni di calo.,,,

http://ricerca.repubblica.it/repubb...li-ora-prezzi-dovrebbero-iniziare-salire.html
IMMOBILI, ORA I PREZZI DOVREBBERO INIZIARE A SALIRE
CALO generalizzato dei prezzi, in quasi tutte le città e in tutte le zone. Una tendenza andata avanti per due anni, ma che ormai sembra essersi fermata. Il ' fondo' ormai è stato toccato e le previsioni per i prossimi mesi parlano di valori stabili. Dall' inizio del 1996, invece, la tendenza si invertirà e i prezzi inizieranno una lenta ma inevitabile risalita. Ecco allora che, per chi ha intenzione di acquistare un appartamento, il momento giusto è proprio questo. Attendere ancora qualche mese potrebbe far perdere i vantaggi prodotti dalla crisi del mercato immobiliare. Certo, non si prevedono aumenti di grossa entità come quelli che storicamente hanno contraddistinto i boom del mercato, con balzi anche del 20 per cento in un anno. Questa volta, invece, si parla di una crescita molto più moderata, a livello di poco superiore all' inflazione. Aumenti limitati, ma pur sempre aumenti. Attualmente, invece, sulla piazza rimangono ancora alcuni buoni affari da concludere, anche se i veri e propri ' affaroni' se li è già accaparrati chi ha avuto la lungimiranza di comprare qualche mese fa. Ma attenzione, la fretta può comunque essere una cattiva consigliera. Le tabelle pubblicate in questa pagina dimostrano che, anche all' interno di una stessa città, le diminuzioni di prezzo possono essere molto diverse. Bisogna quindi scegliere con oculatezza, avere pazienza, confrontare numerose possibilità. In una parola studiare il mercato. In una città come Napoli, per esempio, nelle zone di elevato pregio i valori a metro quadro sono scesi del 17,9 per cento, mentre nelle zone intermedie sono aumentati del 2,9 per cento. A Bologna, sempre nelle zone pregiate, i prezzi rispetto al 1993 si sono mantenuti stabili, mentre nei quartieri periferici sono diminuiti dell' 8,6 per cento. A Roma, a fronte di un calo del 18,3 per cento nei quartieri centrali, troviamo una diminuzione di appena il 2,9 per cento nelle zone più economiche. Comprare per uso proprio o per investimento? Roberto Mostacci, direttore del Cresme, una delle principali società di ricerca e analisi del mercato immobiliare, non ha dubbi: "Indipendentemente dall' evoluzione del mercato e dalle previsioni economiche, acquistare un appartamento per abitarlo conviene sempre. Per quanto riguarda l' investimento il discorso è più complesso: è finita l' epoca in cui la domanda era costantemente superiore all' offerta e quindi i prezzi tendevano in ogni caso ad aumentare nel tempo". Investire nel mattone è quindi meno sicuro che nel passato. A causa di numerosi fattori: minore mobilità sul territorio, diminuzione della popolazione, i patti in deroga che hanno fatto ritornare sul mercato molti appartamenti prima lasciati sfitti. Inoltre il numero delle famiglie, pur continuando ad aumentare, di fatto cresce ad un ritmo sempre più blando, e fra 10 anni, secondo tutti gli studi, inizierà a diminuire. Per tutti questi motivi la casa sta ridiventando un bene d' uso, che ha un valore quando si abita, e non come investimento. Un giudizio confermato dal presidente della Confedilizia Corrado Sforza Fogliani: "L' investimento immobiliare potrebbe ridiventare conveniente solo in caso di un' impennata dell' inflazione, che però non è prevista né, ovviamente, auspicata. Per quanto riguarda l' acquisto di un appartamento per uso proprio, ci sono segnali di un aumento delle contrattazioni. Sembra comunque sicuro che un' ulteriore discesa dei valori non ci sarà, ormai siamo arrivati al limite e i proprietari preferiscono non vendere piuttosto che abbassare ancora i prezzi". In effetti la discesa dei valori negli ultimi due anni ha raggiunto livelli inconsueti. E' stato soprattutto nelle grandi città che si sono avute le oscillazioni più vistose (così come sempre nelle metropoli c' erano stati gli aumenti più consistenti negli anni di vacche grasse). Nelle zone periferiche di Milano, per esempio, tra il 1993 e il 1995, gli appartamenti si sono deprezzati di quasi un quarto, e lo stesso è avvenuto per gli immobili delle zone intermedie. A Roma e Napoli maggiori cali nelle zone più pregiate: rispettivamente - 18,3 e -17,9 per cento. Molto più contenute le variazioni nei centri minori, che in alcuni casi sono addirittura in controtendenza rispetto allamedia nazionale. Così a Padova i prezzi sono aumentati del 2,5 per cento nel centro e del 6 in semicentro. A Varese c' è invece stato il boom in periferia, con un aumento del 10 per cento, mentre nel resto della città i prezzi sono nettamente in calo.
di ANTONIO SCUTERI 15 maggio 1995
 

ingelman

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MMOBILI, PERCHE' I PREZZI PER ORA NON RIPARTIRANNO
GLI agenti immobiliari non hanno più nemmeno gli occhi per piangere. Nel 1996 la crisi del mattone ha raggiunto il culmine: non si erano mai venduti così pochi immobili e a prezzi così bassi. Il crollo delle compravendite ha per la prima volta toccato anche l' attività dei notai, dove si è registrato un aumento-record del ricorso alla Cassa come integrazione di reddito a chi non raggiunge un livello minimo di affari. La situazione è davvero disastrosa: negli ultimi quattro anni - dopo il boom del periodo 1989-91 - i prezzi sono scesi, soprattutto nelle grandi città, anche del 40-45 per cento. Con buona pace di coloro che hanno acquistato ai prezzi massimi. La domanda che si pongono gli operatori (mediatori, costruttori, immobiliaristi) è nell' aria da tempo: quando finirà questa congiuntura negativa? Quando si passerà dalla fase discendente a quella ascendente dei prezzi? Quando, insomma, ripartirà il mercato degli immobili? Perché l' importante - per chi vuole fare affari in questo settore, siano essi operatori che famiglie - è di indovinare il momento giusto per comprare e beneficiare così dell' onda lunga dei rialzi. La risposta che viene dagli studiosi è però disarmante. Di ripresa delle compravendite, per ora e per i prossimi due-tre anni, non si parla proprio. La situazione rimarrà nella migliore delle ipotesi statica, nella peggiore avverrà ancora qualche limatura verso il basso. "Di solito - dice Marcello De Cecco, ordinario di Politica economica e monetaria all' Università di Roma - si ritiene che ogni ciclo immobiliare duri sei anni. Se questo è vero, il mercato dovrebbe essere pronto a ripartire. Ma la ripresa del mattone è normalmente preceduta da un boom della Borsa. E di boom di Piazza Affari non si vede nemmeno l' ombra". I motivi che spingono a escludere nel breve medio termine una ripresa del mercato immobiliare sono però svariati. "Ad esempio - dice De Cecco - siamo di fronte a un declino dell' inflazione, anzi, di più: siamo di fronte a un passaggio da uno scenario inflazionistico a uno di stabilità dei prezzi. E come si sa, quando i prezzi sono stabili viene meno la domanda di case per beni-rifugio, la quale non è una componente secondaria della domanda totale". Altri elementi gettano acqua sul fuoco delle compravendite e delle quotazioni. "Il blocco dei salari negli ultimi anni - dice ancora De Cecco - ha tolto un 25 per cento almeno del potere d' acquisto a chi ha un reddito fisso. Anche i possessori di redditi autonomi hanno sofferto, e quindi adesso c' è poca liquidità da investire in immobili. Senza considerare che il calo dei tassi d' interesse sui titoli di Stato, da tutti auspicato per rimmettere a posto i conti dello Stato, ha di fatto privato le famiglie di 40-50 mila miliardi all' anno su circa 200 mila". E ancora: nascono sempre meno figli, si formano sempre meno famiglie, e il patrimonio immobiliare complessivo rimane lo stesso o aumenta. Anche questo è un elemento che gioca a sfavore di una ripresa delle compravendite e dei prezzi. Questa la situazione di oggi. E domani? E' possibile ipotizzare che qualcosa cambi in questo scenario? A queste domande né gli operatori né gli studiosi danno una risposta positiva. Naturalmente un mutamento è sempre possibile ma esso è altamente improbabile, allo stato degli atti. L' Italia ha infatti preso l' impegno di entrare nella moneta unica europea e soltanto se questo obbiettivo dovesse saltare (non basterebbe un semplice rinvio) si porrebbe il problema di un rilancio dell' inflazione che porterebbe come probabile conseguenza una crescita del valore delle case. E' anche vero che l' inflazione può nascere anche al di fuori del nostro paese, in un contesto internazionale. Una spinta di questo genere potrebbe nascere negli Stati Uniti, o in Francia e Germania come conseguenza dell' abbandono - oggi altamente improbabile - dei parametri di Maastricht che ci porteranno nella moneta unica europea. Nel caso di una recrudescenza dell' inflazione, però, ci sarebbe tutto il tempo di accorgersene e di prendere delle contromisure accelerando l' acquisto di immobili che era in programmma. De Cecco ha una ricetta: "Basta leggere i giornali economici: se l' inflazione negli Stati Uniti avesse un' impennata per 4-5 mesi di seguito, allora forse potrebbe propagarsi nel resto del mondo". Mentre se è l' Europa ad abbandonare gli ambiziosi progetti di unificazione, questo fatto balzerebbe subito agli onori della cronaca. Anche gli operatori non vedono all' orizzonte un boom di vendite e di prezzi. I motivi, oltre a quelli indicati più sopra e in particolare la bassa inflazione, sono: i già tanti proprietari di case, circa l' 80 per cento del totale di coloro che a vario titolo occupano un immobile per abitazione; la crescita esponenziale delle imposte negli ultimi anni, che scoraggia l' investimento immmobiliare; il fatto che gli italiani abbiano imparato a diversificare i propri investimenti finanziari, un tempo destinati soprattutto alla casa.
di ADRIANO BONAFEDE
30 settembre 1996
--- Messaggio unito: 2 minuti fa. Data messaggio originale: 4 minuti fa ---
ingelman ha scritto: ↑
2007 ? 2008 ? 2009? 2010 ? .... non dirmi che in questi anni , almeno quì , la crisi è esistita (non ci credo )
2012/2013 devo ammettere che si è iniziato a faticare , obbiettivamente parlado
secondo i dati, le transazioni a Roma calano dal 2006 compreso, già nel 2008 erano un buon 20% meno del picco, sui prezzi fu palese uno scivolone a fine 2008 poi recuperato in corner ma comunque si aprì la fase di "trattabilità", per non parlare dei tempi di giacenza in vetrina, c'è ancora in giro roba di quegli anni... se tu la crisi non l'hai sentita tra 2008 e 2011 buon per te, ma c'era tutta... nei numeri, non nella mia testa bacata...
mica ti aspetterai che a quest'ora mi metta a leggere tutta questa roba?
ma l'articolo l'hai scritto tu?
 

ingelman

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A Roma e Napoli maggiori cali nelle zone più pregiate: rispettivamente - 18,3 e -17,9 per cento. Molto più contenute le variazioni nei centri minori, che in alcuni casi sono addirittura in controtendenza rispetto allamedia nazionale
veramente mi sembra di stare a leggere un Film
che dire
forse in questi anni ho vissuto altrove :confuso:
 

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