Si compra casa per innumerevoli e disparati motivi.
Secondo me, ogni acquisto di una casa (se è della prima casa, l’ acquisto riveste un’importanza decisiva nella vita di ciascuno di noi) fa storia a sé.
Se a qualcuno può interessare, questa fu la mia esperienza di acquirente della prima (e unica) casa.
Io feci il compromesso nel 1996 e rogitai nel 1997 perché ero semplicemente stufo di pagare l’affitto a fondo perduto. Questa è stata, allora, la mia sola motivazione all'acquisto.
Il canone di locazione del mio bilocale a Roma di via Numanzia (comunque signorile, ben arredato, ultimo piano, con affaccio su un viale alberato, e ben servito dai mezzi pubblici) era più di un terzo del mio stipendio d’allora. Mi scocciava parecchio – o quanto! - di dover spaccare il capello in quattro per arrivare dignitosamente alla fine del mese.
Allora, nel giro di pochi mesi, organizzai la “caccia grossa” per conquistare una casa tutta mia.
Tutti i risparmi di cui disponevo, più una discreta somma derivante dalla vendita di un terreno agricolo giù al paese, più un piccolo mutuo di 35 milioni di lire mi permisero d’acquistare un appartamento di cui vado fiero, un’ occasione che mi fu tempestivamente segnalata da un mio cugino che andava anche lui cercando casa all’epoca poiché si doveva sposare .
Lui aveva visitato l’appartamento prima di me, mi telefonò, me lo consigliò caldamente
( "ha tutte le caratteristiche per piacerti, ma per me è troppo piccolo, ne cerco uno di almeno 4 camere" ) e mi indirizzò all’agenzia immobiliare che lo trattava, raccomandandomi di non perdere tempo. L’agente immobiliare della Gab… (una donna) mi fece visitare l’appartamento un venerdì pomeriggio del mese di Novembre del 1996 – ricordo che pioveva - e me ne innamorai subito. Fu un colpo di fulmine. (Parlo dell’appartamento non della mediatrice, tra l’altro, molto professionale). L’appartamento – in via Latina - aveva tutto quello che pretendevo da una casa. Spazio, luce, disposizione interna, finiture ( es. parquet…) , posizione, metropolitana abbastanza vicina, piano alto, ampio balcone, sostanziale tranquillità, panorama su un parco e poi era già libero. Lei, la mediatrice, mi fece realizzare, tramite sua competente intromissione, un ulteriore sconto di 27 milioni di lire sul prezzo richiesto, già molto ragionevole. ( E poi si mormora che i mediatori siano un costo...). Il proprietario, persona squisita, aveva fretta di vendere perchè doveva ricomprare, immediatamente, in via Gregorio VII, una casa anche questa in vendita ad un prezzo quasi ridicolo, secondo i parametri attuali. Facemmo l'affare in due. Rogitammo presso un notaio di via Crescenzo, nel febbraio del 1997.
Posso garantire che acquistai l'appartamento senza pensarci due volte, per di più, al prezzo minimo dell’epoca in quanto, nel 1996, le quotazioni delle case erano, appunto, nel fondo del pozzo. La quotazione, fatti rapidi calcoli, fu di 2.860.000 di lire al mq. Ma fu un caso. Un colpo di fortuna. Io ero all’oscuro della situazione del mercato immobiliare romano. Mi sono semplicemente trovato nella casa giusta nel momento giusto Non sapevo – non potevo sapere – che i prezzi immobiliari, nel 1996, fossero nel punto più basso della loro parabola e che poi, un paio d’anni dopo, sarebbero schizzati in alto. Acquistavo per necessità, solo perché volevo dare un calcio al canone di locazione a fondo perduto, non per speculazione. Non sapevo niente di nidi di api e di timing.
Ma mi andò bene.
Tutta questa pappardella per dire che, a volte, si fa un affare immobiliare, senza aspettarlo spasmodicamente, senza avere il ben che minimo sentore di esso.