desmo

Membro Attivo
Agente Immobiliare
É un'illusione. Abbiamo il diritto creativo .... Ognuno interpreta a modo suo.
Be dipende...è che ci sono temi per i quali tutto è pacifico, e temi per i quali nullo lo è mai stato :)

Anche perchè se fosse tutto certo l'avvocato come professione non esisterebbe :)

In America ad esempio, si lavora con i casi...che risolti una volta, sono vincolanti, in termini decisionali, per tutti gli altri giudici che si trovano davanti il medesimo caso. Un pò quello che avviene da noi per le sentenze di cassazione, che fanno orientamento ma non sono legge vincolante...in America invece fanno obbligo di uniformazione.
 

desmo

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Certo, in ogni società civile il diritto è fondamentale, ma è come con la medicina e la relativa ricerca, anche il diritto è ricerca, e conseguentemente, sviluppo continuo, che si adegua alla gente, che a sua volta con i suoi bisogni si evolve. Non è proprio una ricerca scientifica, ma la logica non manca. Purtroppo ci sono temi per i quali non c'è accordo, e la ricerca di quale sia l'orientamento più giusto crea incertezze nel frattempo.

Ci sono però dei comportamenti meno rischiosi, sopratutto nel nostro lavoro. La differenza tra un contratto e un buon contratto sta proprio li: semplicità, ricchezza, sintesi, e non interpretabilità, tutti assieme. Si può fare, basta non inventarsi cose strane che mettano a rischio i nostri clienti. Bisogna ricercare, assiduamente, allo scopo di poter rendere certezza, nell'accordo e relativi contratti.
 

Rosa1968

Membro Storico
anche il diritto è ricerca, e conseguentemente, sviluppo continuo, che si adegua alla gente, che a sua volta con i suoi bisogni si evolve.
La legge è legge, il punto di partenza. Se vado dall'avvocato il valore del diritto sta proprio nella possibilità che ho di sapere la valutazione che il diritto darebbe alle mie azioni e dovrebbe prevedere le conseguenze giuridiche mi spiego? Qui a volte mi sembra di procedere a vista .... Ora l'avvocato Polidoro mi sistema!
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
La legge è legge, il punto di partenza. Se vado dall'avvocato il valore del diritto sta proprio nella possibilità che ho di sapere la valutazione che il diritto darebbe alle mie azioni e dovrebbe prevedere le conseguenze giuridiche mi spiego? Qui a volte mi sembra di procedere a vista .... Ora l'avvocato Polidoro mi sistema!
Concordo con te.

A prescindere dalle conseguenze ex-post, tipo usucapione ecc, per un cranio squadrato come il mio è difficile comprendere come un notaio, preposto alla bisogna, conoscendo l'art. 1024 c.c. che recita "I diritti d'uso e di abitazione non si possono cedere o dare il locazione", abbia potuto scrivere che con la compravendita dell'appartamento, viene ceduto il couso perpetuo di una autorimessa, per la cronaca di proprietà di terzi.

Qui non avrei dubbi di interpretazione. A meno che l'uso congiunto, abbia connotati diversi dall'uso esclusivo.... (ma per favore .....!)

Cosa implichi oggi quell'errore di sbaglio è altro discorso: e purtroppo sono sicuro che le risposte possibili sono molte.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Riprendo la discussione che improppriamente avevo riaperto in altro 3D

Riassumo comunque brevemente il problema, quasi incredibile, e lo riporto sulla discussione già a suo tempo aperta, che aveva concluso molto (dopo post 27)

le u.i. sono 6 in totale, ognuna costruita su un lotto di proprietà esclusiva, derivato dal frazionamento preventivo di un'area più grande; in comune c'è solo ciò che è rimasto non edificato dell'appezzamento iniziale, destinato a cortile e scala d'accesso (si trova in montagna)

Le prime tre u.i. sono "cantinate": il locale risultante non è stato fisicamente diviso ed è stato adibito ad autorimessa.

Le altre 3 non hanno seminterrato, (non hanno cioè sottostanti locali).

Per diritto, la proprietà piena di questa autorimessa non divisa appartiene ai titolari dei 3 lotti su cui insiste. Più avanti potremo analizzare cosa comporti ciò in termini d'utilizzo, ...per ora basta così)

Successivamente viene fatta tra i 6 originari proprietari una scrittura privata (mai trascritta....!, e tra i firmatari c'era un notaio ..) che concede l'uso dell'autorimessa anche ai tre che non insistono su di essa. La scrittura parla di uso, non di servitù prediale.

Successivamente uno dei primi 3 lotti viene compravenduto: il compratore, ignaro della scrittura , dichiara di non riconoscerla e disconosce il contenuto: ritengo con pieno diritto)

Avviene però anche una compravendita di uno dei lotti che non insistono sulla autorimessa: questo rogito, pur non provvedendo a trascrivere la scrittura privata, ma evidentemente pensando ad essa, cita nell'elenco di quanto ceduto , oltre all'appartamento e le parti comuni, anche il diritto d'uso perpetuo sull'autorimessa. Particolare mai venuto a conoscenza dei primi 3 lotti/proprietari. E' merso solo quest'estate dopo circa 40 anni.
(ho fatto recentemente richiesta all'archivio notarile di copia di questo atto: non vi enumero il numero di cancellazioni, note, cancellazioni delle note, correzioni delle note apposte alle cancellature.... a dimostrazione dei salti mortali del notaio e venditore, per infilare questo diritto di co-uso perpetuo che non trova giustificazione in nessuno dei titoli precedentemente trascritti.)

Non ho dubbi sul fatto che ciò sia stato di fatto un grave errore notarile, per molti motivi:

1) La scrittura non essendo trascritta non poteva costituire un diritto sull'immobile
2) La scrittura come tale di fatto impegnava i firmatari, oggi tutti deceduti
3) Il diritto d'uso è per legge non cedibile e si estingue con la morte del cedente.
4) Il diritto d'uso è sempre temporaneo, e mai perpetuo. Solo la costituzione di servitù prediale, comporta la possibilità di cessione, successione e durata, purchè esercitata , salvo decadenza per non utilizzo per 20 anni consecutivi.

La domanda oggi è quindi come se ne esce o come si resta.

Uno dei neoacquirenti è convinto di aver acquistato un pezzo di autorimessa escusivo: equiparando quindi ad avere diritto sul posto macchina.
L'altro acquirente si trova da 40 anni scritto sul rogito che ha anche lui diritto di usare l'autorimessa.
Gli altri ... vorrebbero godersi i pochi giorni di vacanza senza dover disquisire di diritti: con un non trascurabile particolare. Gli unici che si sobbarcano da 60 anni IRPEF, ISI, ICI, IMU, TARSU, TIA, TARES ec.. ecc. sono i 3 titolari ufficali del box. Tralascio ulteriori singolarità di accatastamento.

A scanso d'equivoci è storia vera, ne conosco tutta la cronistoria personalmente.
 

ingelman

Membro Supporter
Agente Immobiliare
Bastimento ...
intervengo inquanto chiamato in causa per il richiamo fatto nell'altro 3D
http://www.immobilio.it/threads/difformità-foglio-catastale-con-stato-di-fatto-in-atto-notarile.32711/page-4#post-412974
certo una cosa più facile no? :occhi_al_cielo:

cerco di dare il mio contributo anche se credo che questi quessiti non si possono risolvere con l'ausilio di un forum come ti è stato già detto, (e soprattutto sono argomentazioni che vanno oltre le nostre competenze di AI ... ma disquisendo si spera sempre nell'intervento di altri Professionisti più qualificati)
comunque l'argomento è interessante e merita di essere approfondito :confuso:
mannaggia a me quando ho deciso di rispondere :disappunto:

le u.i. sono 6 in totale, ognuna costruita su un lotto di proprietà esclusiva, derivato dal frazionamento preventivo di un'area più grande; in comune c'è solo ciò che è rimasto non edificato dell'appezzamento iniziale, destinato a cortile e scala d'accesso (si trova in montagna)
questa è prassi quando sono diversi proprietari che intendono costruire autonomamente vedi lottizzazione .... ovvero è la frammentazione di un terreno che si effettua al fine di ricavarne porzioni individuali separate fra loro.

Ps. analizzo lavorando di fantasia ....
Le prime tre u.i. sono "cantinate": il locale risultante non è stato fisicamente diviso ed è stato adibito ad autorimessa.
questo che hai postato lascia presumere che questo locale indiviso di fatto insiste sulle tre particelle che vede come titolari di un diritto di proprietà i titolari delle particelle dove sorgono le abitazioni (ciascuno pro indiviso)

da qui a mio avviso il primo errore ... si è costituito di fatto un condominio (una comunione) che doveva essere da subito regolarizzata ....

Proseguo il ragionamento a voce alta e chiedo scusa per eventuali bagianate che potrei postare ... qui non vedendo i documenti dall'origine si va ad intuito ed interpretazione ...

Partendo sempre dall'origine vien da chiedersi come questo locale indiviso sorge e in base a quali titoli urbanistici e soprattutto a chi la concessione se mai esiste è stata rilasciata ..... (diciamo ai proprietari delle tre particelle originarie) .... credo per logica sia così ..
questo a mio avviso rappresenta la base per individuare il nocciolo del problema.

Successivamente viene fatta tra i 6 originari proprietari una scrittura privata (mai trascritta....!, e tra i firmatari c'era un notaio ..) che concede l'uso dell'autorimessa anche ai tre che non insistono su di essa. La scrittura parla di uso, non di servitù prediale.

L'errore è stato quello di non trascrivere un atto che così come esposto lascerebbe intendere che si è voluto dare a questo locale una valenza di pertinenzialità alle unità immobiliari che diventano di fatto facenti parte di un condominio ....

prendendo per buona questa interpretazione di fatto tutti i comunisti (tolto Renzino altrimenti vi tassa pure le intenzioni :D scusate ma mi è uscita spontanea) hanno medesimo diritto d'uso dei locali che si è voluto apparentemente considerare pertinenziali alle costruzioni ...

secondo dubbio ed interpretazione è il seguente ....

che concede l'uso dell'autorimessa anche ai tre che non insistono su di essa. La scrittura parla di uso, non di servitù prediale.
Quanto postato almeno in questi termini lascia aperta un'altra interpretazione che a mio avviso è del tutto discordante dalla prima.

ovvero viene lasciato il diritto d'uso a tre altri soggetti identificati nei proprietari delle altre tre unità immobiliari, diciamo un diritto concesso ad personam
Il diritto d'uso così interpretato non può essere ceduto a terzi, quindi viene meno e non può essere trasferito come diritto acquisito che segue l'unità immobiliare ......

detto ciò mi arrendo per ora altrimenti mi addormo sul Pc :D mannaggia a me e Bastimento ....

Ci vediamo alla prossima puntata ;)
 
Ultima modifica:

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Grazie Massimo per la risposta "generosa".....
Hai introdotto riflessioni nuove che credo valga la pena approfondire (parlo per me ovviamente, non mi permetterei di rubarti altre ore di sonno). Mi riferisco all'aspetto originario della concessione, anche se dobbiamo risalire al 1956.

Ma vorrei per ora mettere da parte la sostanza del caso.

La mia domanda voleva avere una risposta più limitata, almeno in prima battuta.

Cioè: ammesso che ci sia un errore che porta ad un contrasto tra tre rogiti, come si scioglierebbe questo nodo gordiano? Quale sarebbe la procedura atta a risolverlo? È solo una causa intentata da qualcuno che ha interesse, o può risolversi con una rettifica notarile? Scrivendo, mi accorgo che ciò non ha senso: è improbabile che si trovi una condivisa soluzione. Se ne uscirebbe solo attraverso un giudizio?
 

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