Tobia

Membro Senior
Agente Immobiliare
però non sono male..

palazzo
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interni
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cucina (delle Barbie)
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e poi guarda i prezzi allegati
 

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Mil

Membro Senior
non sono sicurissimo di aver capito bene il discorso.
però a me sembra che tu abbia in testa come "usato" il palazzo signorile delle zone centrali delle grandi città (giusto per rimanere a milano, quello che c'è dentro la cerchia della linea 29/30).
a parte il fatto che, costo di acquisto a parte, quello che spaventa per questo tipo di immobili è il costo di gestione, si tratta di una quota marginale dell'usato che c'è sul mercato.

ma guarda, non serve essere nella cerchia. Per come è oggi lo spaventoso panorama del nuovo un qualunque palazzone anni '70 sulla MM2 verde è sicuramente più elegante e con spazi esterni ed interni distribuiti in maniera nettamente migliore.
Lo scadimento è evidente in questo: che quelli che erano palazzi piuttosto popolari edificati ai margini della città per dare una casa alla gente, in epoca di forte urbanizzazione riescono incredibilmente a sembrare nettamente migliori di spaventosi alveari- torre recentissimi. Un occhio profano è in grado di distinguere la sezione aurea da ciò che invece è disarmonico e squilibrato a prescindere da ogni regolamento edilizio e da ogni epoca e dall'età dell'osservante. E' proprio un fatto logico, intuitivo, innato se vogliamo.
Sul costo di acquisto iniziale e sui costi di gestione beh, ti do ragione. E infatti è il motivo per cui ciò che accomuna nuovo e vecchio è comunque una invendibilità semi-assoluta. Una specie di "livella" per tutte le categorie, insomma, giacchè in ogni caso il costo non viene ritenuto realisticamente proponibile. E anche su questo non si può dare sempre torto agli acquirenti.. siamo in un ciclo storico di spopolamento e di eccesso di offerta. Davvero pensiamo di rinchiuderli in celle esosissime senza canoni estetici? Io penso proprio che non sia possibile.
 

cafelab

Moderatore
Membro dello Staff
Professionista
Ma come non apprezzi il canone estetico della "villetta a schiera" di periferia??
Lo stile rustico/far west/brutalista/razionalista?

Non leggi un evidente omaggio all'architettura vernacolare nei portici con gli archetti e le cucine nel seminterrato?
E i caratteristici muretti in pietra ricostruita che contrastano ingenuamente con il chiaro richiamo brutalista nel cemento armato a vista?

Consiglio la visita delle zone urbanizzate contermini il raccordo di Roma, a un osservatore attento non sfuggiranno i portici col buco tondo omaggio alla mitologia tolkeniana nè l'ardito utilizzo della capriata: sottosopra, girata di 90°, spezzata in due da un pilastro, sormontata da un archetto!
Spendidi i giardini di 4mq circondati da muri alti 2 metri che strizzano l'occhio alla tradizione dell'hortus conclusus.

Progetti nati in un clima naïf, dove la conoscenza della storia dell'architettura e dei canoni basilari della progettazione non sono altro che un intralcio e vengono allegramente ignorati in favore di un'edilizia spontanea fatta di orridi aborti che appestano la periferia e ammazzano il paesaggio.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
ma guarda, non serve essere nella cerchia. Per come è oggi lo spaventoso panorama del nuovo un qualunque palazzone anni '70 sulla MM2 verde è sicuramente più elegante e con spazi esterni ed interni distribuiti in maniera nettamente migliore.
Lo scadimento è evidente in questo: che quelli che erano palazzi piuttosto popolari edificati ai margini della città per dare una casa alla gente, in epoca di forte urbanizzazione riescono incredibilmente a sembrare nettamente migliori di spaventosi alveari- torre recentissimi. Un occhio profano è in grado di distinguere la sezione aurea da ciò che invece è disarmonico e squilibrato a prescindere da ogni regolamento edilizio e da ogni epoca e dall'età dell'osservante. E' proprio un fatto logico, intuitivo, innato se vogliamo.
Sul costo di acquisto iniziale e sui costi di gestione beh, ti do ragione. E infatti è il motivo per cui ciò che accomuna nuovo e vecchio è comunque una invendibilità semi-assoluta. Una specie di "livella" per tutte le categorie, insomma, giacchè in ogni caso il costo non viene ritenuto realisticamente proponibile. E anche su questo non si può dare sempre torto agli acquirenti.. siamo in un ciclo storico di spopolamento e di eccesso di offerta. Davvero pensiamo di rinchiuderli in celle esosissime senza canoni estetici? Io penso proprio che non sia possibile.
ah, senz'altro; tuttavia se proprio devo scegliere, tra i due prendo quelli dentro le mura (a dire il vero piuttosto io dalla m2 proseguirei verso le cascine, ma non faccio media).
a proposito di medie però devi comunque considerare che le grandi città, nel bene e nel male, non sono campioni rappresentativi; quello che è vero a Milano e Roma non lo è altrove.
in città più piccole basta uscire di manco 10 chilometri (da percorrere in 10 minuti...) per essere in contesti parecchio più vivibili.
 
S

sgnapper

Ospite
L’home staging non è una parola astrusa e complicata ma un interessante metodo che con una spesa minima e l'utilizzo di ciò che è già presente in casa aiuta, valorizza ed incrementa di valore gli immobili destinati al mercato.

L'home staging è il provare a spacciare per vendibile ciò che è difficilmente acquistabile.
Se ci vedete qualche assonanza con l'Italia, e gli italiani in genere... Avete fatto bingo.
 

Mil

Membro Senior
Ma come non apprezzi il canone estetico della "villetta a schiera" di periferia??
Lo stile rustico/far west/brutalista/razionalista?

Non leggi un evidente omaggio all'architettura vernacolare nei portici con gli archetti e le cucine nel seminterrato?
E i caratteristici muretti in pietra ricostruita che contrastano ingenuamente con il chiaro richiamo brutalista nel cemento armato a vista?

Consiglio la visita delle zone urbanizzate contermini il raccordo di Roma, a un osservatore attento non sfuggiranno i portici col buco tondo omaggio alla mitologia tolkeniana nè l'ardito utilizzo della capriata: sottosopra, girata di 90°, spezzata in due da un pilastro, sormontata da un archetto!
Spendidi i giardini di 4mq circondati da muri alti 2 metri che strizzano l'occhio alla tradizione dell'hortus conclusus.

Progetti nati in un clima naïf, dove la conoscenza della storia dell'architettura e dei canoni basilari della progettazione non sono altro che un intralcio e vengono allegramente ignorati in favore di un'edilizia spontanea fatta di orridi aborti che appestano la periferia e ammazzano il paesaggio.

chissà..magari invece è tutto un percorso conclusivo di un travagliatissimo studio di qualche genio, che va riletto a posteriori, un po' come nei tagli e buchi di Fontana, prima devi capire l'idea di concetto spaziale...
Dalle mie parti comunque si sentiva la mancanza di qualcosa di visigoto, quel che di barbarico che ci riportasse alle nostre origini...quella rudezza che macella perlomeno qualche secolo di urbanistica e annichilisce l'animo al solo sguardo. Nelle periferie più estreme possiamo offrire interi pseudo quartieri sorti nel nulla che ricordano vagamente gli outlet dei centri commerciali, dove il tristissimo accostamento dei colori di certe facciate appare un oltraggio ancora più forte perpetrato ai danni del malcapitato osservante, una burla quasi. Nelle fasce più centrali spadroneggia lo stile cubico razionalista, pienamente in sintonia con l'ambiente circostante.
In futuro sarà un'architettura studiata nei manuali come segno dei tempi, spiegheranno che è stata una trasposizione sociologica, cercheranno di dare una ragione non solo speculativa al concepimento di tanto orrore non motivato da crescita demografica. Sono sicuro che analizzeranno l'attuale panorama edilizio un po' come Guernica, insomma.
 

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