A questo punto della discussione mi avete fatto venir voglia di dire anche la mia
Dunque, ...partiamo da Adamo ed Eva.
Quando ho cominciato a svolgere questa attività, la parola "franchising immobiliare", almeno in Toscana, nemmeno si imaginava cosa potesse significare; ...però ...però, col senno di poi, devo ammettere che i primi segnali "inquietanti" erano già nell'aria, e si percepivano.
Mi sono fatto le ossa in una grande agenzia di Firenze, la "più grande" (così qualche concittadino capisce subito di chi si sta parlando
), una vera "nave scuola" per tanti A. I. della mia città; la quale aveva una sede in centro e poi varie succursali in altre zone della città e nei comuni limitrofi; non si trattava (ancora) di un Franchising bensì di vere e proprie filiali dipendenti dalla sede centrale.
In questa agenzia ci ho lavorato (ma sarebbe più giusto dire: "ci ho resistito") come acquisitore per circa un anno e posso testimoniare che il metodo di lavoro che vi si adottava preannunciava la deriva che è poi stata presa dalle varie tecnocasa di turno.
In sintesi, fin da subito, il nuovo adepto veniva sottoposto ad un vero e proprio lavaggio del cervello. Questo l'ho capito anni dopo, riguardando le cose con distacco e a mente fredda; sì, perchè il bello (brutto) del lavaggio del cervello è che quando lo subisci non te ne accorgi.
In pratica "Loro" non volevano forgiare dei veri e propri agenti imobiliari, bensì delle diaboliche macchinette che sapessero fare una sola cosa: "far firmare al cliente un incarico in esclusiva". E per far questo era stata istituita un'apposita riunione settimanale di due ore (alla quale non potevi assolutamente mancare, per
nessun motivo) durante la quale il "lavaggio" veniva ossessivamente ripetuto.
Il "lavaggio" continuava anche fuori - nei momenti di relax - in cui venivi amichevolmente avvicinato dal tuo "capo" che, con fare paterno e stranamente confidenziale, ti raccontava - facendoli passare per casi di felice attaccamento all'azienda - curiosi aneddoti, come quello di quel rappresentante di cibo per cani, il quale, per convincere il cliente della assoluta qualità del suo prodotto, si era messo a managiare una scatoletta di "Ciappy" nel bel mezzo dell'appuntamento.
Inutile, adesso, raccontare per filo e per segno, tutte le cose che ti insegnavano: il messaggio che doveva passare, comunque, era che TU dovevi mostrare al cliente di essere una persona di successo (quindi, giacca e cravatta obbligatorie, anche d'estate), ti dovevi imporre su di lui con la tua fortissima personalità, e per arrivare a questo qualsiasi mezzo, anche il più viscido, era lecito. E di trucchi ce n'erano tanti: per esempio, dovevi riempirti il portafoglio di finte carte di credito, cosicchè, al momento di consegnare il biglietto da visita al cliente, gli srotolavi sotto gli occhi tutto quel ben di Dio, e il cliente "pollo" ne sarebbe rimasto meravigliato. E poi infarcivi la trattativa di una miriade di frottole che ci facevano passare per vere persino a noi, al fine di risultare più convincenti, salvo poi venire ogni tanto sbugiardati dal cliente "non pollo", il quale non essendo appunto il solito fico lesso, sapeva di cosa si stesse parlando e ti controbatteva, ammutolendoti (figura di m...a, ma nel numero ci può stare, e poi a "Loro" gli importava assai: la figuretta la facevi te, mica Loro).
Il rapporto con i clienti, in sostanza, DOVEVA fin da subito essere impostato sulla menzogna. Ovviamente una menzogna a fin di bene (il Loro).
Col tempo cominciai a notare come tutto il meccanismo fosse perverso, o meglio, spietatamente indirizzato ad un unico fine.
Non c'era un "rapporto" con la clientela; non si cercava di servirla, di tutelarla (anche solo perchè tornasse da te in seguito, o perlomeno ti facesse un po' di pubblicità); il cliente veniva spremuto fino all'ultima goccia e poi abbandonato lì. Era un metodo col quale ogni volta ti facevi terra bruciata tutt'intorno ed anche per questo c'era continuamente bisogno di tante "formichine guerriere" che portassero sempre nuovo fieno fresco in cascina.
Un meccanismo allucinante, una spirale perversa (ma efficientissima).
Inutile aggiungere che quella struttura di allora, oggi è divenuta una fiorente attività di Franchising imobiliare.
P.S.: E' doveroso aggiungere che il tutto si svolgeva nella assoluta legalità. Ai vertici della società c'erano fior di professionisti che conoscevano il proprio mestiere fin nei minimi dettagli.
Lo voglio precisare perchè qui si era lontani anni luce da quelle "agenzie-truffa" come lo fu "casa 21" negli anni ottanta.