Ho partecipato con molto interesse al convegno organizzato da E-Valuations a Roma sull'applicazione degli IVS in Italia; è palpabile che c'è molto fermento, è un settore in evoluzione che offre opportunità per i professionisti del settore. Già … quale settore?
Andiamo con ordine: i relatori, importanti rappresentanti di diverse categorie, si sono succeduti nei loro interventi: primo fra tutti il prof. Miccoli che ci ha ospitati nell'Aula Magna della Facoltà di Architettura dell'Università La Sapienza; il prof. Simonotti, il cui intervento, pur nella sua brevità, è stato ricco di spunti e linee guida; il dott Bambagioni di Tecnoborsa, il cui impegno è noto nel divulgare gli Ivs in Italia e nel far da “collante” tra le diverse istituzioni ed associazioni del settore. E di seguito: una commercialista, un architetto, un geometra, un agronomo, un ingegnere. Ognuno dei quali ha parlato di valutazione e della figura professionale del valutatore, ognuno dei quali ci ha ricordato che non basta fare un corso per diventare valutatore; c'è chi ha affermato che bisogna essere laureati, ma per carità no assoluto per la laurea breve, e (cito le testuali parole) “non deve essere, scusate la volgarità, un agente immobiliare”.
…....
Ora, in questa molteplicità di categorie professionali, ognuna delle quali ha manifestato espressamente il suo diritto di fare le valutazioni, chi perchè “sono stati i primi nella storia a farle (gli agronomi)”, chi perchè ha un diploma di geometra, chi perchè ha una laurea di 5 anni, non si è mai parlato di: conoscenza effettiva degli Ivs come prerequisito sostanziale da parte del valutatore; conoscenza delle dinamiche del mercato immobiliare; conoscenza delle problematiche reali di vendita e collocazione di immobili sul mercato. Io per esempio, ho un diploma di ragioneria ma non avendo la capacità nè l'esperienza per redigere un bilancio, non esercito il diritto di occuparmene solo perchè ho il titolo che lo consentirebbe.
In tutto si pongono le varie associazioni ed istituzioni, ognuna delle quali ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro: creazione di una banca dati su un test della città di Prato che potrebbe essere preso ad esempio (E-Valuations); traduzione degli EVS Redbook dall'inglese con rispettivo adeguamento alla realtà italiana (Rics); chi si impegna in un lavoro continuo per la divulgazione di linee guida con l'aggiornamento di pubblicazioni sugli Ivs (Tecnoborsa); chi ha prodotto il Manuale Operativo per le Stime Immobiliari – MOSI (Agenzia del Territorio).
Potrei continuare, in quanto ogni istituzione pare che abbia da dire la sua sulla metodologia di valutazione.
A questo punto, alla luce di quanto sentito, vorrei fare le mie considerazioni personali::
- Tra tutti i professionisti che non rientrano nella categoria dei valutatori, il primo è sicuramente l'agente immobiliare. Perchè? Innanzitutto perchè non è considerato dai più un professionista, ma un ausiliario del commercio; inoltre perchè non ha la preparazione accademica; infine perchè non possiede il requisito dell'imparzialità nel fare una valutazione.
- Chi è agente immobiliare, se vuol fare il valutatore deve rinunciare all'intermediazione, ma d'altronde se non ha i titoli accademici non può in ogni caso fare il valutatore.
- Gli standard di valutazione provengono da molte fonti, sarebbe opportuno dare univocità alle linee guida.
- Ci sono valutatori immobiliari appartenenti alle diverse categorie: geometri, agronomi, ingegneri, commercialisti, avvocati, istituti bancari, architetti, investitori istituzionali ...
Domanda:
A quando un Albo Nazionale dei Valutatori, con esame d'accesso e commissione di controllo sull'operato dei valutatori? Potrebbe essere l'unica soluzione per istituire la figura del Valutatore Professionista, in grado di ricoprire questo ruolo unicamente perchè ne ha l'effettiva capacità, e non perchè ha semplicemente un “pezzo di carta” accademico: così scopriremmo che solo chi ha la conoscenza e la preparazione fa questo lavoro, senza escludere alcuna categoria professionale, e dando un pò di ordine a ciò che sembra un gran bel business, in cui tutti sgomitano per entrare.
Cosa ne pensate?
Andiamo con ordine: i relatori, importanti rappresentanti di diverse categorie, si sono succeduti nei loro interventi: primo fra tutti il prof. Miccoli che ci ha ospitati nell'Aula Magna della Facoltà di Architettura dell'Università La Sapienza; il prof. Simonotti, il cui intervento, pur nella sua brevità, è stato ricco di spunti e linee guida; il dott Bambagioni di Tecnoborsa, il cui impegno è noto nel divulgare gli Ivs in Italia e nel far da “collante” tra le diverse istituzioni ed associazioni del settore. E di seguito: una commercialista, un architetto, un geometra, un agronomo, un ingegnere. Ognuno dei quali ha parlato di valutazione e della figura professionale del valutatore, ognuno dei quali ci ha ricordato che non basta fare un corso per diventare valutatore; c'è chi ha affermato che bisogna essere laureati, ma per carità no assoluto per la laurea breve, e (cito le testuali parole) “non deve essere, scusate la volgarità, un agente immobiliare”.
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Ora, in questa molteplicità di categorie professionali, ognuna delle quali ha manifestato espressamente il suo diritto di fare le valutazioni, chi perchè “sono stati i primi nella storia a farle (gli agronomi)”, chi perchè ha un diploma di geometra, chi perchè ha una laurea di 5 anni, non si è mai parlato di: conoscenza effettiva degli Ivs come prerequisito sostanziale da parte del valutatore; conoscenza delle dinamiche del mercato immobiliare; conoscenza delle problematiche reali di vendita e collocazione di immobili sul mercato. Io per esempio, ho un diploma di ragioneria ma non avendo la capacità nè l'esperienza per redigere un bilancio, non esercito il diritto di occuparmene solo perchè ho il titolo che lo consentirebbe.
In tutto si pongono le varie associazioni ed istituzioni, ognuna delle quali ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro: creazione di una banca dati su un test della città di Prato che potrebbe essere preso ad esempio (E-Valuations); traduzione degli EVS Redbook dall'inglese con rispettivo adeguamento alla realtà italiana (Rics); chi si impegna in un lavoro continuo per la divulgazione di linee guida con l'aggiornamento di pubblicazioni sugli Ivs (Tecnoborsa); chi ha prodotto il Manuale Operativo per le Stime Immobiliari – MOSI (Agenzia del Territorio).
Potrei continuare, in quanto ogni istituzione pare che abbia da dire la sua sulla metodologia di valutazione.
A questo punto, alla luce di quanto sentito, vorrei fare le mie considerazioni personali::
- Tra tutti i professionisti che non rientrano nella categoria dei valutatori, il primo è sicuramente l'agente immobiliare. Perchè? Innanzitutto perchè non è considerato dai più un professionista, ma un ausiliario del commercio; inoltre perchè non ha la preparazione accademica; infine perchè non possiede il requisito dell'imparzialità nel fare una valutazione.
- Chi è agente immobiliare, se vuol fare il valutatore deve rinunciare all'intermediazione, ma d'altronde se non ha i titoli accademici non può in ogni caso fare il valutatore.
- Gli standard di valutazione provengono da molte fonti, sarebbe opportuno dare univocità alle linee guida.
- Ci sono valutatori immobiliari appartenenti alle diverse categorie: geometri, agronomi, ingegneri, commercialisti, avvocati, istituti bancari, architetti, investitori istituzionali ...
Domanda:
A quando un Albo Nazionale dei Valutatori, con esame d'accesso e commissione di controllo sull'operato dei valutatori? Potrebbe essere l'unica soluzione per istituire la figura del Valutatore Professionista, in grado di ricoprire questo ruolo unicamente perchè ne ha l'effettiva capacità, e non perchè ha semplicemente un “pezzo di carta” accademico: così scopriremmo che solo chi ha la conoscenza e la preparazione fa questo lavoro, senza escludere alcuna categoria professionale, e dando un pò di ordine a ciò che sembra un gran bel business, in cui tutti sgomitano per entrare.
Cosa ne pensate?