Mmmh dunque, chiarito sul cosa, allora Mil parlava anche di altro, cioè degli artifizi che alcuni agenti mettono in atto al posto di contare su quello che dici tu, che è la normalità, ma intendeva altro (esclusiva, flat hunters), cioè quello che gli agenti "professionisti"mettono in atto nel tentativo di intercettare una fetta del mercato a prescindere da quanto questo gradisca i servizi erogati, travestendolo da servizio "migliore"
Parlava poi di one shot, cioè il concetto che un cliente che servi oggi probabilmente non lo servirai più (concetto che dimentica il passaparola e quanto al vita dia sorprese più o meno sgradite).
Parlava poi di "cartello", riferendosi probabilmente sempre a tutti quei sistemi messi in atto non tanto per creare efficienza vera nel servizio, ma per stare li e divenire passaggio obbligato in una conclusione di un affare, con tutti i mezzi, passare cioè da un aiuto che va richiesto, a una specie di "tassa" da pagare.
Per fare un esempio, inventiamo una storiellina con una agenzia di viaggi:
una coppia vuole fare il viaggio della sua vita, quello da ricordare per sempre e per farlo pensa di rivolgersi a chi si dichiara specialista nel campo, le agenzie di viaggi appunto.
Entra in una agenzia e questa gli fa vedere tre mete: "egitto" "grecia" "mar rosso", fine. Gli spiega anche che per andare in quelle località per loro l'unico modo è rivolgersi a quella agenzia, perchè sono esclusivisti per l'italia.
Un po' scombussolati e scoraggiati, provano a entrare in un altra agenzia, che li fa sedere, li ascolta, e poi gli propone tutta una serie di mete, comprese "egitto", "grecia" e "mar rosso", in collaborazione con una agenzia Olandese.
( a quei formatori che mi puppano sempre le storielle, i concetti e le battute si chiede di citare la fonte)
Non devo dire altro, aggiungo che la coppia di cui sopra, se non fosse andata nella seconda agenzia per lo scoramento, avrebbe poi fissato un tour Egitto, grecia, mar rosso" via internet.
Fine della mia solita storiellina.
Se ho ben capito il tema di @
Mil dirò cosa penso io dei punti che credo di conoscere meglio.
Primo: accordo di non belligeranza per chi, come me lavora in mercati dove non c'è esclusiva e tutti lavorano su ciò che riescono a reperire, si traduce semplicemente nel non fare cose contra legis e nel rispetto deontologico, per fare un esempio, da noi vince chi corre più forte, ogni volta, e fatte salve scorrettezze tutto fila bene per tutti: siamo concorrenti (noi e i clienti che si rivolgono a noi, abbiamo tutti dei competitors sul mercato), quindi alla fine si gioca sul gradimento il 40%, sui servizi erogati il 30%, sull'efficienza il 20% e il resto è deretano.
secondo: collaborazione. Collaborazione non significa lavorare nello stesso ufficio, collaborazione significa ampliare le possibilità di accontentare un cliente che si traduce in un guadagno che NON avresti fatto. Quindi è errato metterla in logica di concorrenza di mercato, perchè la logica e l'esperienza imporrebbe di comprendere che quegli affari conclusi in collaborazione sono affari che NON avresti fatto altrimenti, semmai rimane aperta la questione legata al primo aspetto, cioè quanto un agente è capace di lavorare in un mercato fortemente competitivo come il nostro senza diventare sciacallo o iena ridens cantautorales partenope, che alla fine ti isola, e se sei forte, bene, altrimenti finisci snobbato da clienti e da colleghi.
Gli errori che fanno andare male una attività non sempre sono palesi e semplici da individuare, quindi lascerei al tempo capire quali sono le attività che resisteranno a questa rinormalizzazione... e ripeto, non sono affatto sicuro che resteranno (solo) i migliori, anzi, secondo me i migliori saranno, come sempre, la minoranza...