Vi ringrazio per le risposte. Siete tutti molto gentili. Ho rivolto una domanda semplice perché speravo in una risposta semplice per conoscere il pensiero che prevale nell’opinione pubblica e tra le persone che hanno esperienza. Ho stilato un promemoria completo, lungo una paginetta, da sottoporre al legale cui darò l’incarico per la difesa che non ho messo nel forum per non sovraccaricare. Il mio pensiero è che il notaio doveva prendere visione del compromesso e ascoltare le volontà delle parti suggerendo il modo con cui avrebbero dovuto risolvere il problema che in verità è emerso solo all’atto della stipula: il venditore aveva promesso, col preliminare ed anche in fase di stipula del definitivo, la vendita della piena proprietà che però non aveva. Io ho accettato, sbagliando, ciò che il notaio ha redatto (l’atto di stipula) con molta superficialità. I motivi per cui ho accettato di firmare il contratto sono molteplici: a) pensavo che il Comune non si discostasse molto dalla cifra di 3.000,00 € richiesti per altro riscatto di alloggio nella stessa area “167”; b) avrei causato un danno notevole a mio figlio che aveva disdetto casa e già si trasferiva da 1.000 chilometri di distanza nella nuova casa. Avrei causato un danno notevole al venditore (lacrimava) che a sua volta aveva sottoscritto preliminare per acquisto di altra casa. Avrei dovuto recuperare il doppio della caparra che il venditore non aveva più. Sapevo che il problema non era impeditivo del trasferimento e quindi del rogito (ci sono delle sentenze). Ma la storia sarà ancora lunga e spero che il venditore ed il notaio verranno a miti consigli in occasione della conciliazione. Mi sono utili le notizie di cosma. Grazie ancora a tutti e a risentirci.