Io in questa fase non penserei al condominio (troppe condizioni non favoriscono l'accettazione della proposta).Potresti però proporre che al rogito,quello che non sarà stato pagato (da accertare)+ le spese di quest'anno le tratterrai dal saldo finale.
Condizione voltura e abuso io le imposterei così,doppia:un mese dall'accettazione perché il venditore presenti le pratiche (così se non fa nulla sei libero,ma lo scopri subito),poi entro X mesi (informati sui tempi necessari) deve essere tutto in regola,se no niente vendita.
A quel punto,se la condizione si è avverata,viene consegnata la caparra,paghi le provvigioni e procedi con il mutuo.
Per il mutuo non metterei sospensive (il venditore deve sapere che ,se sana,tu ti sei obbligato a comprare ) ,ma devi procedere solo se sei certo che,per redditi,potrai ottenere la cifra che ti serve nella percentuale che ti interessa.
Se non sei + che sicuro,frena e cambia strategia.
Difficile dare consigli sulle cifre,senza conoscere l'immobile ,ma sui 100/105 puoi provare.Deciderai se alzare se non accetta.
Per la cancellazione dell'ipoteca non credo serva,per evitare attese non saprei proprio.
Prendi tutto come "indicazioni" di massima ,poiché senza aver letto i documenti del caso non si può approfondire più di tanto.Fatti scrivere bene la proposta,soprattutto le condizione sospensiva.
Ultimo suggerimento:se è possibile cerca di capire meglio la situazione debitoria complessiva del venditore .
..Semmai dovrebbe fare il contrario Francy.
Ovvero condizionare gli effetti alla concessione del mutuo.
Per l'acquisto di quanto risulta in atto.
Per accertare la fattibilita', di una trasformazione catastale, bisognera' verificare le norme di riferimento locali.
Prassi che un tecnico puo' verificare in meno di una settimana.
Se cio' e' possibile, il venditore in sede di proposta o di preliminare, si obblighera' ad ottemperare alle autorizzazioni necessarie per avanzare le pratiche.
Che saranno a cura del venditore e a spese dell'acquirente.
Poiche' con tutta probabilita', la prassi prevede oneri e costi, se il venditore avesse avuto le risorse necessarie, per sanare e poi trasformare l'oggetto, avrebbe gia' avanzato la pratica, per il tramite di un permesso di costruire.
Sgomberando fin da subito il campo, quanto meno per quanto riguarda la situazione urbanistica, del bene che si intende trasferire.
In questi contesti, ovvero dove sia presente una banca, a stringere la morsa e ad inibire una vendita, per l'effetto di un provvedimento ostativo, come un ingiunzione seguita da un pignoramento, il venditore di turno, non ha alcuno spazio di manovra.
Lo avrebbe, solo nel caso in cui saldasse in via preventiva la banca, liberandosi da questa, per cosi' poi procedere liberamente, nella propria azione di vendita.
Sicche' in questo momento, la firma, l'accettazione e o qualsiasi azione del venditore, si rende necessaria solamente perche' egli e' il titolare del diritto di proprieta'.
Come risulta dall'atto.
Pure se la proposta pervenuta, fosse di centomila euro, superiore al debito residuo, il venditore dovra' avere il nulla osta della banca, per poter concludere la vendita.
Come accade pure nelle traslazioni in assenza di sofferenze bancarie dove e' iscritta un'ipoteca.
In questo caso, la proposta che si paventa, non e' sufficiente neppure a soddisfare l'accordo transativo, raggiunto con la banca.
Cio' indipendentemente dalla classificazione catastale dell'oggetto.
Pure la defalcazione contestuale in atto, delle spese di condominio arretrate, non puo' avvenire.
Perche' la banca incassa tutto quanto.
Che si desume essere assai meno di quanto gli spetta.
Percio' l'acquirente, dovra' "accontentarsi", dello sconto in essere per effetto dell'accordo transativo.
Senza poter ulteriormente infierire.
Quindi vale sempre la stessa, solita ed identita regola.
Adatta per qualsivoglia qualita' di compravendite.
La prima cosa e' raggiungere la fusione dell'accordo economico.
Tutto il resto viene dopo.
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