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Utente Cancellato 86666

Ospite
Buongiorno a tutti,

Ho da poco concluso una trattativa di acquisto per un immobile (costruito negli anni '60 ma prima del '67) che ha il bagno che dà sull'ingresso che è open space con la cucina (inserisco una bozza indicativa della planimetria, la porta bianca è quella dell'ingresso, le nere danno sulle due camere).

planimetria.png


Sin dalla visita ho espresso perplessità riguardo l'assenza dell'antibagno, ma mi hanno detto che la planimetria corrisponde e che quindi non c'erano problemi. Premetto che il proprietario ha comprato meno di 5 anni fa con mutuo, quindi il mutuo devono averlo concesso.

Alla proposta ho parlato con un altro agente e ho chiesto più volte che fosse tutto a norma e non ci fossero problemi di alcun tipo. Ora però scopro che la planimetria non fa legge e che per essere a norma serve l'antibagno.
Non capisco come abbiano fatto a dargli il mutuo, ma a questo punto posso rifiutarmi di acquistare? Sulla proposta c'è scritto che l'immobile dev'essere consegnato a norma, ma anche nello stato di fatto in cui lo vedo, e non può essere entrambe le cose contemporaneamente.

Confermate che la planimetria non fa legge, e anche se al comune/catasto la casa risulta così, comunque presenta una difformità edilizia?

Grazie mille a chiunque potrà darmi una dritta.
 

Jan80

Membro Senior
Professionista
Lo stato dei luoghi deve essere conforme a quello legittimo, che si desume dai precedenti edilizi depositati in Comune. La planimetria catastale non è probante di conformità edilizia.

L' unico caso che mi viene in mente per fare sì che sia a norma è che sia stato condonato in questa maniera nel 1985. Comunque l'agibilità non la potrà ottenere in queste condizioni.
 

correttore 2.0

Membro Ordinario
Privato Cittadino
domanda da profano: la cosa non è risolvibile mettendo una seconda porta appena prima che il bagno si allarghi, così da formare un antibagno in quel quadrato che si vede nella cartina all'inizio del bagno?
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
domanda da profano: la cosa non è risolvibile mettendo una seconda porta appena prima che il bagno si allarghi, così da formare un antibagno in quel quadrato che si vede nella cartina all'inizio del bagno?
si; da capire però cosa ci sia nell'area che il movimento della porta andrebbe ad occupare.
tralasciando il fatto che due porte così ravvicinata fanno film horror
"non chiudetevi tra le due porte"
 
U

Utente Cancellato 86666

Ospite
Lo stato dei luoghi deve essere conforme a quello legittimo, che si desume dai precedenti edilizi depositati in Comune. La planimetria catastale non è probante di conformità edilizia.

L' unico caso che mi viene in mente per fare sì che sia a norma è che sia stato condonato in questa maniera nel 1985. Comunque l'agibilità non la potrà ottenere in queste condizioni.

L'agibilità non mi interessa, in quanto essendo antecedente al '67 non è obbligatoria per legge, ma al di là dell'agibilità, questa è una difformità in quanto il bagno non è a norma.

Secondo lei l'attuale proprietario come ha fatto ad avere il mutuo su questo immobile? Dubito sia stato condonato perché l'agenzia me l'avrebbe detto, dato che non ci sarebbe stato motivo per nasconderlo

domanda da profano: la cosa non è risolvibile mettendo una seconda porta appena prima che il bagno si allarghi, così da formare un antibagno in quel quadrato che si vede nella cartina all'inizio del bagno?

Questo è irrilevante perché io ho il diritto di ricevere l'immobile nello stato di fatto in cui l'ho visionato, e non con eventuali modifiche che non mi piacerebbero.
 

Jan80

Membro Senior
Professionista
Il perito della banca non è detto che faccia controlli approfonditi circa la legittimità dell' immobile e comunque potrebbe anche essere che abbia segnalato la mancanza dell'antibagno ma che sia stata valutata di poco conto ai fini del mutuo.
Per chiarire la legittimità o meno dell' immobile si deve fare un accesso agli atti e verificare, o far verificare a un tecnico di propria fiducia, tutta la storia dell' appartamento. Questo è l' unico modo per avere certezze..... purtroppo è anche un procedimento lungo nella maggior parte dei comuni.
Intanto inizierei a chiedere al mediatore se può farsi fornire i precedenti edilizi dal proprietario.
 
U

Utente Cancellato 86666

Ospite
Il perito della banca non è detto che faccia controlli approfonditi circa la legittimità dell' immobile e comunque potrebbe anche essere che abbia segnalato la mancanza dell'antibagno ma che sia stata valutata di poco conto ai fini del mutuo.
Per chiarire la legittimità o meno dell' immobile si deve fare un accesso agli atti e verificare, o far verificare a un tecnico di propria fiducia, tutta la storia dell' appartamento. Questo è l' unico modo per avere certezze..... purtroppo è anche un procedimento lungo nella maggior parte dei comuni.
Intanto inizierei a chiedere al mediatore se può farsi fornire i precedenti edilizi dal proprietario.
Grazie del consiglio, potrebbe spiegarmi cosa intende con "precedenti edilizi" e "accesso agli atti"? Quali atti?

Specifico che il precedente proprietario ha effettuato dei lavori di ristrutturazione ma sarebbero stati fatti a nero o da lui, per quel che ho capito.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
Ora però scopro che la planimetria non fa legge e che per essere a norma serve l'antibagno.
Benché sia stato chiarito in #2.
Per "planimetria" a quale ti riferisci ?
"scopro che....per essere a norma serve l'antibagno"
Da cosa lo scopri, ossia cosa rende obbligatorio l'antibagno ?

Vorrei fare una riflessione:
Immobile del 1960, definibile datato, è non si pensa di investire per incaricare un tecnico per espletare i controlli del caso.
Poi a cose fatte si cercano cavilli per uscirne.
 

MauroScherlin

Membro Assiduo
Professionista
Il mutuo é stato rilasciato poiché il perito non verifica propriamente le pratiche edilizie, ma si limita a controllare le schede catastali e, almeno negli ultimi tempi, a verificare l'esistenza di pratiche edilizie. Controlli approfonditi non vengono fatti. La costruzione é antecedente al DM 1975, all'epoca vigevano le istruzioni ministeriali del 1896, nonostante le stesse sono sempre state viste più come delle "indicazioni". Le norme chiarivano che la latrina non poteva aprirsi direttamente verso cucine o altri locali d'abitazione. Il concetto di disimpegno, inoltre, é per prassi che viene identificato come doppia porta, tuttavia, dal disegno allegato, si evince che una sorta di disimpegno, seppur privo di porta, sia presente. In sostanza la latrina nn apre direttamente su locali d'abitazione e le istruzioni ministeriali vigenti all'epoca della realizzazione, parrebbero rispettate. Per sicurezza occorrerebbe una sentenza relativa al caso di specie, io mi limito a fornire un parere derivante dall'interpretazione delle norme.
 

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