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Sulla profonda differenza culturale (quasi antropologica) di approccio al bene casa e della radicale differenza della relazione cliente - agente immobiliare tra il popolo statunitense e quello italiano avevo scritto, qualche anni fa, delle riflessioni partendo dalla visione di due film: uno USA e uno italiano.
Anche rispetto all'argomento in questione del Property Finder tali considerazioni potrebbero essere di una qualche utilità per alimentare su Immobilio un'interessante discussione.
(Ma scuso preventivamente per la lunghezza dell'intervento....).


"Arrivo subito al sodo dell’argomento che desidero trattare e cioè:"Anche al cinema si nota la differenza tra un agente immobiliare italiano e uno straniero"
Questa è la parte iniziale della trama del film americano “Psyco” di Alfred Hitchcock: Marion Crame è una segretaria di un’agenzia immobiliare di Phoenix, Arizona. Marion ha un amante, un certo Sam, che ha un negozio di ferramenta in California.Il film si apre con la scena del loro incontro clandestino in un motel a Phoenix,all'ora di pranzo.Di ritorno all'ufficio,Marion ha l’incarico,dall'agente immobiliare suo datore di lavoro, di depositare in banca la somma di 40.000 dollari in contanti, frutto di una intermediazione di una villa, appena venduta dall'agente ad un miliardario della zona, che ne vuole fare il regalo di nozze per la figlia. Marion, che vive solo del suo lavoro, cede alla tentazione di appropriarsene, perché con quella somma potrebbe sposare subito Sam e andare a vivere con lui in California. Marion prende la macchina e parte, col bottino, alla volta della California…La sera del secondo giorno di fuga, sorpresa da un violento temporale, Marion si ferma nel motel di Norman Bates…….Ma qui inizia tutta un’altra storia…
Questa è, invece, è una parte della trama del film italiano “Arrangiatevi!” di Mauro Bolognini:da quindici anni, a Roma, la famiglia Ametrano è costretta a dividere un appartamento con una numerosa e prolifica famiglia istriana, profuga di guerra. Il capofamiglia Peppino Ametrano, di professione callista, non guadagna abbastanza per affittare un appartamento più grande.Allora si rassegna ad accettare la “vantaggiosissima” proposta di un certo Pino Calamai, un maneggione untuoso e tartufesco, metà imbroglione con le mani in pasta nelle scommesse clandestine e metà “sensale di piazza”, che gli propone, a fronte di una mediazione di solo 100.000 lire, di affittare una ex casa chiusa, uno di quei bordelli vasti e lussuosi che si trovavano nel centro di Roma e che ormai, a causa della Legge Merlin che l’avevano, appunto “chiusi”, erano rimasti vuoti e pronti ad essere locati a un prezzo ridottissimo, come una casa normale ed "onorata".Messo alle strette dalla moglie e dai figli, Peppino Ametrano cede alla proposta di Calamai e si trasferisce nel ex bordello con tutta la sua famiglia tacendo però a tutti la vera identità del nuovo alloggio. Ma i commenti ironici dei vicini e la memoria del nonno (un impagabile Totò), a suo tempo frequentatore assiduo della “casa”, fanno venire presto a galla l’imbarazzante verità……
Due film praticamente coevi, quello americano è del 1960, quello italiano è del 1959, ma con profondissime differenze nell'interpretazione e nella rappresentazione,all'interno del racconto, della figura e del ruolo dell’ agente immobiliare.In questi due film emergono due mondi in contrasto, due tipologie opposte della professione dell’ Agente Immobiliare che rimandano a due sistemi economici e sociali piuttosto divergenti.Nella logica drammatica del racconto, l’agente immobiliare del film americano Psyco si colloca all'interno del sistema, è un uomo dell’apparato, e un self made man (si presume…), un professionista che si è fatto da sé, con fatica ed orgoglio, e che ha notevolmente migliorato la sua posizione di partenza e il suo conto in banca… lavorando, lavorando e ancora lavorando. E’ il tipico uomo d’affari americano, con ufficio ed impiegate carine ma efficienti…E’ un uomo rispettato, arrivato ed integrato, con un’ampia trama di conoscenze ed agganci, con un ruolo ben preciso nella società di Phoenix, con moglie e con una figlia (quest'ultima è nel suo ufficio) e che ormai tratta affari immobiliari lucrosi e preziosi con facoltosi miliardari.E’ un mediatore che STA DALLA PARTE della legge. Un uomo di successo che osserva le leggi e paga le tasse e fa onestamente e con professionalità il suo lavoro.Qui è la sua segretaria che, rubandogli i proventi di lucrosissima mediazione (40.000 dollari del 1960!), a mettersi contro di lui e CONTRO la legge.E sarà poi lei ad essere PUNITA, finendo uccisa sotto la doccia con numerose pugnalate .
Invece “l’agente immobiliare “ italiano, anzi romano, è un uomo privo di una sua identità precisa, senza arte né parte, senza nessun ufficio, senza iscrizioni a ruolo, senza cultura specifica se non quella del maneggio e dell’arte dell’ arrangiarsi. E’ un uomo untuoso e tartufesco, il re delle mezze parole e delle frasi allusive, un tipo privo di scrupoli ,che sbarca il lunario, intermediando ex casini in disarmo. Una figura che però ha una sua ribalda simpatia e un buonsenso tutto sommato popolaresco. Risolve quasi tutti i problemi, anche quelli al limite della legalità. Ha comunque una sua utilità, nei casi disperati.E’ una tipica maschera della commedia dell’ arte che affonda le sue radici nelle atellane latine.E’ un tipo umano che, spesso, si mette CONTRO la legge, ma bada bene di rimanerci poco e cerca di tornare nel suo solco appena possibile. Millanta conoscenze ed appoggi che non ha.Non è un lavoratore, non gli interessa nessuna carriera e nessun impiego regolare e se ne impipa di tentare di raggiungere un ruolo sociale elevato. Vive alla giornata e non programma il suo futuro.Non ha famiglia ma solo amanti occasionali.Non VIVE NEL SISTEMA che tenta, anzi, spesso di raggirare ma non ci si mette neanche CONTRO. Vive ai confini. E' un border-line.
Due film, due modelli di agenti immobiliari praticamente agli antipodi.Il primo, a tutt'oggi, l’unico che esiste egli Stati Uniti. L’unico accettato socialmente in quell'ambiente così competitivo.Il secondo, esistente ed operante ancora in Italia, forse appena appena ripulito ed affinato nelle caratteristiche personali e nei connotati sociali, giusto per restare al passo con i tempi.Prima era un sensale di piazza, magari simpatico e con una sua saggezza antica, oggi si e trasformato in un efficiente mediatore abusivo, più prudente e meno in vista, un esercente non autorizzato da nessuna norma (che "vive" sotto le spoglie di un edicolante, di un portiere di condominio, di un barbiere, di un portalettere…) ma con una lista di immobili da vendere lunga così. Un simile personaggio intermedia con regolarità perché E' ACCETTATO SOCIALMENTE dalla comunità nazionale.Ricorrere con entusiasmo ai servizi di “un sensale di piazza” è una nostra caratteristica di costume, una traccia che affonda nella nostra psicologia sociale, una necessità profonda ed ineliminabile della personalità antropologica dell’ italiano medio. Una necessità tutta nazionale di sentirsi furbi, un'impellente maniera di saperla lunga...Il personaggio di Pino Calamai del film “Arrangiatevi” non è un tipo transeunte, il semplice prototipo di una certa cultura sociale di stampo contadino ormai scomparso, ma è una maschera senza tempo della commedia dell’arte, un modo tutto italiano di esercitare la professione del mediatore, un archetipo eterno dell’antropomorfismo italico nel quale moltissimi si immedesimano.Un personaggio che non fa “cinema” sullo schermo bianco per un’ora e mezza e basta, ma che lo fa, con grande talento “artistico”, sulle nostre strade, ogni giorno, ogni giorno per tutto il giorno, per sette giorni alla settimana, per 4 settimane al mese, per 12 mesi all'anno. Riflettete: ce lo vedete voi, un mediatore regolare ed onesto - uno di voi, uno di Immobilio - come protagonista di un film italiano? Io no.Non farebbe ridere, sarebbe noiosissimo e nessuno lo prenderebbe sul serio.Io ho visto sempre rappresentare sul grande schermo mediatori italiani abborracciati, acciabattati, maneggioni e con le mani in pasta (altro esempio: l’Armando Feroci in “Gallo Cedrone”, un Carlo Verdone specializzato nel vendere catapecchie…).Un pregiudizio inaccettabile dei cinematografari italici e romani o specchio, quanto mai veritiero, della realtà?"
 
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PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
Chi vuole progredire (ed io mi ritengo tra questi) guarda ciò che accade nei paesi più evoluti per capire dove va il mercato e come riuscire a cavalcarne i cambiamenti. Chi vuole restare dov'è continui pure a parlare in italiano.

Sono fiero di essere italiano.

Di essere un professionista italiano e di parlare la lingua italiana.

Dando "una letta" ai post, in alcuni frammenti, mi viene in mente di quando ero "ragazzotto".

Dove diversi miei compagni/amici sognavano di poter trovare la loro giusta dimensione, desiderando di partire per andar a vivere chi a Londra, chi a New York, Palm Beach etc..

In fuga dall'Italia e ( pensiero loro) dal "nulla" che ivi regnava.

Gli argomenti sempre gli stessi qui citati.
La' sono piu' evoluti, progrediti mentalita' diverse.
Le ragazze...?
Mica come le nostre.

Luoghi comuni.

La mia risposta sempre la stessa:

Se sei poco intelligente o "non ci sai fare" a Busto Garolfo, cosi' sara' pure in America.

Non e' che se vai a vivere a Miami diventi Sonny Crockett...

Resti un montecchi o un capuleti.

Se uno e' un salame, resta tale, ovunque vada e qualsiasi lingua parli.

Detto cio' confesso di non aver capito nulla.

Purtroppo non parlo inglese e neppure ho tempo di tradurrne il significato.

Di sicuro in questo sono ignorante.

Tuttavia, tra le poche cose che so', v'e' quella di saper che di solito, e' buona norma, quando si argomenta con un interlocutore, utilizzare un linguaggio comprensibile, affinche' questo comprenda.

Approcio e linguaggio inoltre cambiano a seconda dell'interlocutore.

Comunicando con persone piu' anziane, non si usa mai lo stesso linguaggio, che potremmo invece usare a parlare con una persona piu' giovane.

Va da se' che, gli interlicutori nostri principali, siano proprio quelli piu' "storici" e che, per ovvi limiti di studio, non conoscono altro idioma, di quello nostrano.

A meno che non si ritenga che l'eta' media dei clienti/venditori sia quella dei ragazzi di 20/30 anni.

Chesivendono questi se ancora devono costruire il loro futuro..?

Ed eccoci al punto:

La regola regina dell'agente immobiliare, la numero uno del manuale.

Il caposaldo:

"Si corre dietro a chi vende non a chi compra".

Se vai "a braccetto" con chi vende il risultato e' garantito.

Per farlo, occorre che le parti, parlino la stessa lingua.

Per gli acclarati motivi sopraesposti, molto spesso e' meglio saper "regredire" nel linguaggio, per poterne trarre la piu' favorevole sintonia con il nostro interlocutore.
 

Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
MIca vero... molti sono usciti dall'italia e si son fatti un rispettoso futuro mentre qua sbocchi zero... direi che al di la del concetto base, che può esser valido, non trovo fondato il concetto "non riesci qua, non riesci la".

Ma penso possa valere anche per qualcuno che magari non riesce la e fa fortuna qua, anche se più raramente. :D
 

PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
MIca vero... molti sono usciti dall'italia e si son fatti un rispettoso futuro mentre qua sbocchi zero... direi che al di la del concetto base, che può esser valido, non trovo fondato il concetto "non riesci qua, non riesci la".

Ma penso possa valere anche per qualcuno che magari non riesce la e fa fortuna qua, anche se più raramente. :D

I molti che "ce l'hanno fatta", hanno raggiunto i loro obbiettivi, perche' si saranno dati da fare.

Probabilmente non erano dei salami neanche qua.

Chissa' se fossero rimasti, quali obbiettivi avrebbero raggiunto, e' impossibile sapere.

Sai...

Una decina di anni fa' mi recai per le vacanze di fine anno a New York.

Vi risiedevano per lavoro alcuni amici di vecchia data.

La classica rimpatriata.

Assieme alla mia compagna, presi albergo, nei pressi di time square.

Piu' si avvicinava l'ora fatidica della notte di S.Silvestro e piu' la citta' si "blindava".

La polizia chiudeva le strade.

Allontanando sempre piu' il raggio di distanza di acesso alla famosa piazza dell'orologio.

Dei veri e propri check point venivano insediati ogni due isolati.

Ad un certo orario, chi si ritrovava all'interno di questo raggio, poteva festeggiare il capodanno.

Tutti gli altri fuori.
Con la polizia in assetto antisommossa a mantenere fuori dal cerchio la folla.

Quei salami dei miei amici si ritrovarono al di fuori del cerchio.

Fuori dai giochi.

Impediti dalla polizia ad accedere in quell'area.
Eppure loro erano gli "evoluti" e che parlavano un inglese perfetto.

Veniva impedito loro l'accesso, anche perche' la loro sistemazione alberghiera, si trovava al di fuori dell'area posta in sicurezza.

..Da questa cosa mi venne in mente una genialata:

Proprio io che venivo da un piccolo paese e che non sapevo spiaccicare neanche una parola di inglese.

Mi recai alla reception dell'albergo.

Feci preparare un docunento dall'albergo.
Era l'invito ad un party che si svolgeva presso l'hotel.

Segnati sul documento, i nominativi degli invitati a partecipare, con il numero del loro documento di identita'.

Io e la Tofanin partimmo dalla piazza, verso l'esterno della citta', x andare a prendere i nostri compagni.
Attraversammo almeno quattro di quei check point.

Giungemmo finalmente a quello dove i nostri amici erano trattenuti fuori, assieme ad una folla disumana.

Documento di invito "alla mano", gli amici venivano fatti "sgusciare" dentro, dalla polizia, che controllava minuziosamente la corettezza dei nominativi ed i numeri dei documenti di identita'.

La stessa verifica veniva fatta ad ogni check point insediato sulla strada fino a time square.

In quel clima festoso, ma pure alla "indipendence day", mentre camminavamo verso la piazza, i complimenti e i ringraziamenti dei miei amici, si sprecavano.

Ma come ti e' venuta in mente una idea simile...???

Se non ci sai fare a Calolzio Corte non ci sai fare neanche a Los Angeles.
 
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Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
Beh, se prendi una affermazione e te la pieghi a piacere... troverai moltissime interviste in rete di persone che qua non ce la facevano, e la ce l'hanno fatta, spiegandoti anche il perchè. :)
 

Andrea Russo

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Tornando al nocciolo della questione, nell'articolo in inglese che ho riportato si dice sostanzialmente che negli USA, fino al 1988, la percezione degli agenti immobiliari da parte dei consumatori era esattamente come oggi da noi. Si dice anche che il cambiamento è iniziato negli anni 90 grazie a nuove leggi che hanno obbligato gli agenti immobiliari ad evidenziare chi rappresentano in ogni specifica transazione, portando così di fatto alla distinzione tra listing agents e buyer agents, che ha poi a sua volta generato un innalzamento del valore percepito dal consumatore del lavoro di tutti gli agenti.
Non è quindi solamente una questione di diversa cultura tra USA ed Italia, ma piuttosto una questione di maturazione culturale, che da loro è iniziata negli anni '90 e da noi sta iniziando adesso.
Se fosse unicamente una questione di differenze culturali saremmo condannati a restare per sempre come siamo oggi. Trattandosi invece di una maturazione culturale ci vorrà del tempo, ma ci arriveremo anche noi.
Il processo è già iniziato, anche se in molti non se ne sono assolutamente accorti.
 

PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
Il processo è già iniziato, anche se in molti non se ne sono assolutamente accorti.

Io per esempio, non me ne stò accorgendo.

Mi accorgo invece che se hai le case le vendi.

Bisogna andare ad acquisirle e acquisirle bene.

Martedì mattina ho acquisito una casetta.

Era dalla fine dell'estate che facevo "il filo" ai proprietari per averla conferita in vendita.

Terra/cielo in una zona ad alta vocazione commerciale.

Seppur in PESSIMO stato di manutenzione è un vero e proprio "colpo".

Due negozi e un appartamento sovrastante, talmente ridotto male, che pare la casa degli spettri.

Ciascuna porzione ha già la propria scheda.

Per un totale di 195 mq la richiesta è di 60K.

Non saprò parlare l'americano ma le divisioni le sò fare.. :D

Oggi che è solo venerdì, mentre sono qui che scrivo, sono indeciso a chi farglielo comprare.

Sono in due diversi clienti che lo vogliono acquistare.

MaNONpotevoaverne due..??

Frattanto, per quell'avvento di quei processi di progredimento culturale, che i colleghi e i concorrenti, che stiano pure lì ad attenderli.
 

Marco88

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Rimango dell'idea che il P.F. sia una figura che anche in Italia prenderà piede. è una novità che potrebbe cambiare il mercato, io se fossi un acquirente mi rivolgerei a un P.F., farei fare tutto a lui così non perdo tempo a girare 200 agenzie, a vedere 200 immobili ecc..Stavo pensando, gradualmente, di iniziare a inserire questo servizio in agenzia per vedere un po' come va, inizialmente sarebbe solo un servizio in più
 

ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
Beh, se prendi una affermazione e te la pieghi a piacere... troverai moltissime interviste in rete di persone che qua non ce la facevano, e la ce l'hanno fatta, spiegandoti anche il perchè. :)

Certo se il modello di successo è "Er Batman", Vanna Marchi o Fabrizio Corona, allora è chiaro che forse è meglio da noi che altrove :^^:

Rimango dell'idea che il P.F. sia una figura che anche in Italia prenderà piede. è una novità che potrebbe cambiare il mercato

Secondo me è esattamente il contrario.
Se cambierà il mercato è una figura che potrà prendere piede.
 

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