riporto la lettera:
Buongiorno,
in merito alla nuova disciplina, visto le bozze dell'imminente normativa, sono a manifestare il mio disappunto esclusivamente sull’entità del capitale sociale da imporre per poter svolgere la nostra attività di mediatore creditizio.
Io faccio il mediatore da ormai 15 anni, ho sempre investito nella preparazione e organizzazione per dare il meglio alla mia clientela. Questo lavoro ormai mi è entrato nel sangue e nel mio dna, ho in pratica costruito tutta la mia vita e devo dire grazie, nonostante la crisi che ci ha colpito come uno tsunami, poiché noi lavoriamo a spalla a spalla con gli istituti di credito.
Concordo su elevare i requisiti professionali, non imponendoci un capitale sociale da "SPA", ci costringerete a fare due scelte:
- una a chiudere la nostra attività danneggiando economicamente si a livello aziendale che famigliare.
- La seconda opportunità è quella di affiliarci a grosse rete, le quali non stanno aspettando altro che questa normativa, per il loro disegno di business.
Non credo che se ci s'imponga un capitale da SPA, si tuteli il consumatore, si tutelano solamente le grosse reti.
Per garantire o far chiarezza in materia di mediatore creditizio a mio avviso è sufficiente elevare i requisiti professionali, frequentare corsi di formazione annuali con relative prove di valutazione, una polizza contro i rischi professionali.
Per svolgere al meglio la nostra professione e tutelare il consumatore nostro cliente, abbiamo necessità di strumenti di lavoro professionali dove possiamo far scuola del credito al consumatore.
Avendo la possibilità di consultare in tempo reale in presenza anche del cliente consumatore (con i dovuti rilascio dei consensi), le varie centrali rischi del credito presenti nel nostro paese (oggi consultabili in tempo reale dagli istituti del credito, mentre tempi lunghissimi se fatte da parte del consumatore), questo ci permette in tempo reale di comprendere meglio il profilo sociologico del cliente verificando la storia creditizia e da li costruire il suo nuovo piano finanziario, tenendo conto della storia creditizia, dello stato attuale reddituale, del suo stato di famiglia e sopra tutto tenendo conto delle sue necessità.
Un altro dato importante è il credito al consumo, dove non sono rispettati i criteri d'indebitamento, quindi il consumatore inconsapevole delle sue capacità di spesa bilancio famigliare incorre a indebitarsi oltre le sue reali capacità. Occorre che anche su queste forme creditizie una profonda riflessione.
Scusandomi del tempo prezioso rubatovi (e degli errori per l'emozione nel scrivervi), con la speranza che leggiate la mia riflessione, vi ringrazio e vi auguro un buon svolgimento di lavoro.
E se noi tutti inoltrassimo la tua lettera come hai fatto tu ?? Vogliamo solo difendere il nostro diritto a lavorare.