..è la prima volta che mi ritrovo a fronteggiare una simile casistica.
Dispongo in vendita di un tre locali nel pieno centro cittadino, posto all'ultimo piano in un contesto datato, ma molto signorile.
L'appartamento è completo di accessori, quali cantina e box.
Essendo la costruzione anni 70 i box auto sono molto piccini.
Sopratutto il box di pertinenza dell'alloggio oggetto di vendita è assai minuscolo.
Per ricoverare una vettura tipo un golf, bisogna scendere dall'auto e spingerla a mano dentro, diversamente non vi sarebbe lo spazio necessario per il conducente di uscire dall'auto.
L'appartamento, richiama l'attenzione di quella clientela borghese locale, affezionata dall'abitare in centro ed è di proprietà di un anziano medico ormai in pensione.
Già libero da tempo, da cose e da persone, si trova in uno stato un pò trascurato, tuttavia luminosità, spazi e posizione dell'alloggio e del contesto sono invidiabili.
La richiesta è di 300K euro.
Prima di Natale un cliente interessato visita e rivisita l'immobile è lui che fà la "prova del box", ricoverando il proprio golf nella piccola rimessa.
Nel frattempo, nell'intervallo intercorso tra una visita e l'altra, il cliente mi richiedeva di parlare con l'amministratore per verificare ogni problematica di gestione dell'edificio, passata, presente e futura.
Non conoscevo personalmente l'amministratore di condominio, bensì lo conoscevo "di fama":
Un bandito.
Quindi prima di mettere in contatto il cliente con l'amministratore, provvedo a fare una chiamata di preavviso e "sondaggio" verso quest'ultimo.
Già dalle prime battute di questa conversazione telefonica, il soggetto, i toni e le argomentazioni che usa e con cui dibatte sono, a dir poco, irritanti.
Mantengo la calma pure se questi continua ad insistere a voler sapere "a quanto" l'appartamento stà per essere venduto.
Per quanto riguarda la compravendita, siamo ancora (come uso dire di solito) nella "fase della bella speranza", quindi resto abbottonato, ma cortese e disponibile.
L'amministratore mi informa di avere già da mesi pronta nel cassetto un offerta "pagabile a vista" di euro 250K da parte di un suo conoscente e che il Dottore puntualmente rifiuta di accettare.
Concludiamo la conversazione telefonica lasciandoci con diplomazia promettendoci rispetto reciproco.
Nei giorni a seguire il mio cliente desiste dall'acquisto per via delle dimensioni limitate del box e nelle varie conversazioni apprendo che l'amministratore non si è comportato come avevamo convenuto.
Tuttavia, il motivo per cui il mio cliente non prosegue nell'acquisto è la risicata dimensione del box e quindi lascio perdere ogni altra azione e o iniziativa nei confronti dell'amministratore.
In questi giorni abbiamo fatto vedere l'alloggio ad un'altra cliente.
Questa ne è entusiasta e può comprare dalla sera alla mattina.
Assai conosciuta in città è la direttrice della banca che si trova a due passi dall'edificio, ove pure ha a disposizione un proprio posto auto, quindi - parole sue- il problema del box piccolo non esiste.
Fatta la trafila di rito, và e parla con l'amministratore.
Preventivamente, provvedo ad avvertire confidenzialmente la cliente, della "cattiva fede" dell'amministratore.
..La cliente ieri ci riferisce che l'amministratore le ha detto che l'alloggio può valere si e no 190 - 200K euro....
Domani tornano a rivederlo ancora.
Quindi prima di fare qualsiasi azione volevo stare fermo e vedere se la vendita procederà o meno.
Premesso che, se pure questa trattativa non trovi seguito per via della cattiva fede dell'amministratore, il desiderio di andare da questo soggetto e tirargli due sonori schiaffoni è molto alto, ma secondo voi quali alternativi provvedimenti si potrebbero porre in essere avverso a questo soggetto...?
Dispongo in vendita di un tre locali nel pieno centro cittadino, posto all'ultimo piano in un contesto datato, ma molto signorile.
L'appartamento è completo di accessori, quali cantina e box.
Essendo la costruzione anni 70 i box auto sono molto piccini.
Sopratutto il box di pertinenza dell'alloggio oggetto di vendita è assai minuscolo.
Per ricoverare una vettura tipo un golf, bisogna scendere dall'auto e spingerla a mano dentro, diversamente non vi sarebbe lo spazio necessario per il conducente di uscire dall'auto.
L'appartamento, richiama l'attenzione di quella clientela borghese locale, affezionata dall'abitare in centro ed è di proprietà di un anziano medico ormai in pensione.
Già libero da tempo, da cose e da persone, si trova in uno stato un pò trascurato, tuttavia luminosità, spazi e posizione dell'alloggio e del contesto sono invidiabili.
La richiesta è di 300K euro.
Prima di Natale un cliente interessato visita e rivisita l'immobile è lui che fà la "prova del box", ricoverando il proprio golf nella piccola rimessa.
Nel frattempo, nell'intervallo intercorso tra una visita e l'altra, il cliente mi richiedeva di parlare con l'amministratore per verificare ogni problematica di gestione dell'edificio, passata, presente e futura.
Non conoscevo personalmente l'amministratore di condominio, bensì lo conoscevo "di fama":
Un bandito.
Quindi prima di mettere in contatto il cliente con l'amministratore, provvedo a fare una chiamata di preavviso e "sondaggio" verso quest'ultimo.
Già dalle prime battute di questa conversazione telefonica, il soggetto, i toni e le argomentazioni che usa e con cui dibatte sono, a dir poco, irritanti.
Mantengo la calma pure se questi continua ad insistere a voler sapere "a quanto" l'appartamento stà per essere venduto.
Per quanto riguarda la compravendita, siamo ancora (come uso dire di solito) nella "fase della bella speranza", quindi resto abbottonato, ma cortese e disponibile.
L'amministratore mi informa di avere già da mesi pronta nel cassetto un offerta "pagabile a vista" di euro 250K da parte di un suo conoscente e che il Dottore puntualmente rifiuta di accettare.
Concludiamo la conversazione telefonica lasciandoci con diplomazia promettendoci rispetto reciproco.
Nei giorni a seguire il mio cliente desiste dall'acquisto per via delle dimensioni limitate del box e nelle varie conversazioni apprendo che l'amministratore non si è comportato come avevamo convenuto.
Tuttavia, il motivo per cui il mio cliente non prosegue nell'acquisto è la risicata dimensione del box e quindi lascio perdere ogni altra azione e o iniziativa nei confronti dell'amministratore.
In questi giorni abbiamo fatto vedere l'alloggio ad un'altra cliente.
Questa ne è entusiasta e può comprare dalla sera alla mattina.
Assai conosciuta in città è la direttrice della banca che si trova a due passi dall'edificio, ove pure ha a disposizione un proprio posto auto, quindi - parole sue- il problema del box piccolo non esiste.
Fatta la trafila di rito, và e parla con l'amministratore.
Preventivamente, provvedo ad avvertire confidenzialmente la cliente, della "cattiva fede" dell'amministratore.
..La cliente ieri ci riferisce che l'amministratore le ha detto che l'alloggio può valere si e no 190 - 200K euro....
Domani tornano a rivederlo ancora.
Quindi prima di fare qualsiasi azione volevo stare fermo e vedere se la vendita procederà o meno.
Premesso che, se pure questa trattativa non trovi seguito per via della cattiva fede dell'amministratore, il desiderio di andare da questo soggetto e tirargli due sonori schiaffoni è molto alto, ma secondo voi quali alternativi provvedimenti si potrebbero porre in essere avverso a questo soggetto...?
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