Si va bene pero'.
- Posto che non sono qui prendendo le difese di coloro che insistono degradando -
Infatti una cosa e' perseverare sugli incarichi degli altri.
Altra cosa e' il codice deontologico.
Con riferimento alla condotta tra colleghi.
Denigrare, ma anche dichiarare il vero, su eventuali errori o scorrettezze capitate ad un mediatore, e' vietato dal codice deontologico dei mediatori.
Detto cio', come nella vita non si insegna l'educazione agli altri, nella professione, non si insegna la deontolgia ai colleghi.
Qualsiasi cosa un maleducato voglia dire non possiamo essere noi ad impedirglielo.
Che il concorrente dica quello vuole quindi.
Affari suoi.
Mentre, tenere sott'occhio la situazione degli incarichi altrui, fa parte della tecnica di acquisizione ed e' un'attivita' che ogni funzionario deve fare.
Le cose cambiano, i prezzi si abbassano, chi vende dovra' comprare.
Bisogna stare accorti al movimento del lavoro.
Il mare e' pieno di pesci.
Alcuni sono occupati e fedeli.
Altri sono liberi.
Altri ancora sono traditori.
Se dobbiamo lasciar in pace, ogni cliente contattatto, perche' e' gia' affidato ad un altro mediatore, finiremmo per trascurare il nostro di lavoro.
Chi vende se non e' soddisfatto si guardera' intorno.
La fiducia riposta al primo mediatore puo venire meno.
Come pure si puo' riconoscergli la mediazione, pure avvalendosi di un altro intermediario o di altri due.
Una scelta sua.
Come accade in un corteggiamento, il contendente, che per far conquista disprezza il concorrente, senza giocarsi le sue di carte, non ottiene grandi risultati.
Fin qui la teoria.
Nella pratica, la bella fanciulla, che e' il venditore, decide di per se'.
Se cedere alle lusinghe, oppure credere alle bugie, perche' e' il cuore o l'istinto a suggerirglielo.
Scelta sua.
- Posto che non sono qui prendendo le difese di coloro che insistono degradando -
Infatti una cosa e' perseverare sugli incarichi degli altri.
Altra cosa e' il codice deontologico.
Con riferimento alla condotta tra colleghi.
Denigrare, ma anche dichiarare il vero, su eventuali errori o scorrettezze capitate ad un mediatore, e' vietato dal codice deontologico dei mediatori.
Detto cio', come nella vita non si insegna l'educazione agli altri, nella professione, non si insegna la deontolgia ai colleghi.
Qualsiasi cosa un maleducato voglia dire non possiamo essere noi ad impedirglielo.
Che il concorrente dica quello vuole quindi.
Affari suoi.
Mentre, tenere sott'occhio la situazione degli incarichi altrui, fa parte della tecnica di acquisizione ed e' un'attivita' che ogni funzionario deve fare.
Le cose cambiano, i prezzi si abbassano, chi vende dovra' comprare.
Bisogna stare accorti al movimento del lavoro.
Il mare e' pieno di pesci.
Alcuni sono occupati e fedeli.
Altri sono liberi.
Altri ancora sono traditori.
Se dobbiamo lasciar in pace, ogni cliente contattatto, perche' e' gia' affidato ad un altro mediatore, finiremmo per trascurare il nostro di lavoro.
Chi vende se non e' soddisfatto si guardera' intorno.
La fiducia riposta al primo mediatore puo venire meno.
Come pure si puo' riconoscergli la mediazione, pure avvalendosi di un altro intermediario o di altri due.
Una scelta sua.
Come accade in un corteggiamento, il contendente, che per far conquista disprezza il concorrente, senza giocarsi le sue di carte, non ottiene grandi risultati.
Fin qui la teoria.
Nella pratica, la bella fanciulla, che e' il venditore, decide di per se'.
Se cedere alle lusinghe, oppure credere alle bugie, perche' e' il cuore o l'istinto a suggerirglielo.
Scelta sua.
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