Qualsiasi contratto, quindi anche la proposta, che altro non è che un "preliminare in potenza (che diventa tale nel momento in cui il proponente ha conoscenza dell'accettazione) con firme in differita temporale", lo puoi scrivere come ti pare, con tutte le garanzie che ti pare e lunga anche 300 pagine, non ci sono limiti.
La proposta non è sinonimo di forma approssimativa, il fatto che "l'opinione pubblica" la ritiene tale, è perché è statisticamente parlando, redatta alla ciabattona.
Aggiungo che redarla con la forma del prestampato è condizione sufficiente per fare un porcaio.
Ma tu puoi farla come ti pare
Liberissimo di fare un contratto bilaterale (quindi con la presenza di tutte e due le parti), o un rogito, ma attenzione perché:
1) La trattavia potrebbe essere difficile: incontrarsi direttamente con la proprietà per fare un preliminare può dar luogo ad attriti, che non faciliteranno certo l'accordo, metti anche il banale fatto che il proprietario è un chiaccherone che inizia subito a ragionare di politica e magari tu puoi non condividere le sue idee = scontro.
2) La distanza potrebbe creare problemi (tu sei a Milano, il proprietario a Bologna), nel convocare il proprietario (che per muoversi vorrà avere un valido motivo), il mediatore sarà subissato da domande che possano dare inizio ad una pre-trattrativa verbale, che, essendo fatta senza vedere "l'uomo in viso", sarà di ostacolo: "ma quanto mi da?", "ma io non mi muovo se non mi dici quanto mi offrirà" etc.
3) La distanza temporale fisiologica per organizzare l'incontro (se poi è un preliminare da un notaio o direttamente rogito, ancora di più!), potrebbe far si, che arriva "un bischero" che ti frega l'immobile.
4) Checché se ne dica, per certe tipologie di proprietari, un'assegno d'impatto, prima di cominciare a parlare, fa il suo effetto (strategia che naturalmente la puoi fare solo con la forma della proposta scritta).
etc.
Quindi, dire che mediamente le proposte sono scritte da cani è corretto, vendere l'idea che la proposta di acquisto è in se è approssimativa, è sbagliato.
Se poi si tiene conto anche di tutti i vantaggi in termini di strategia, che da la proposta, al fine di facilitare la conclusione dell'affare (in certe situazioni), mi sembra risibile demonizzarla.
Consiglio: valuta, anche con il tuo mediatore, se nel tuo caso, la proposta ti dia dei vantaggi strategici (o addirittura se non l'unica forma che dia minime probabilità di successo!); se si, e se il mediatore non è alla "tua altezza", scegliti qualcuno che la scriva bene, con tutte le garanzie che vuoi.
Importante: evita geometri, commercialisti e avvocati, se non sei sicuro al 100% della loro completa padronanza sulla materia (potrebbero essere troppo di parte verso di te, creando una proposta troppo "aggressiva" agli occhi della proprietà).
Una proposta (o preliminare) è bene che siano scritte da figure equidistanti, e le uniche figure equidistanti sono il mediatore ed il notaio, punto.
Si, esistono mediatori molto esperti sul tema legale della compravendita estranei all'affare che con una piccola spesa ti possono fare le scritture e basta.
Si, esistono notai che ti scrivono la proposta.
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