Beato chi vive di certezze, ognuno delle proprie ovviamente..
In un "mondo ideale" il percorso sarebbe quello di una lettera di intenti, espressamente non vincolante, seguita da una eventuale comunicazione del venditore di assenso/disponuibilità a proseguire le trattative. Si configura quindi una "puntuazione" di contratto. In caso di ripensamenti si rimane nell'ambito della cd. "responsabilità pre-contrattuale", che non è comunque poca cosa.
In questo mondo è purtroppo necessaria la proposta.
Qual'è la migliore?
Forse ad oggi quella con "penitenziale" - preliminare - rogito.
Anche questa forma però (caro Oris ) non è esente da critiche, soprattutto perchè le famose "verifiche" si fanno tra proposta e preliminare "vero". In caso di penitenziale l'inadempiente non rischierà l'esecuzione in forma specifica, ma rischia comunque il doppio della caparra a causa di sopravvenuti impedimenti alla compravendita, da lui spesso ignorati (condoni, agibilità, ipoteche, pignoramenti, prelazioni, ecc...).
Quanto si rischia meno con la penitenziale?
Non si incorre nell'esecuzione del contratto (ma CHIla chiede, davvero?), ma i rischi economici non sono molto diversi.
Una soluzione potrebbe essere quella di formulare proposte con assegno a deposito e condizionate alla veridicità di quanto dichiarato dai venditori nella proposta stessa circa i temi urbanistici/edilizi, ipotecari, ecc...
Si stabilisce un termine entro il quale il venditore deve produrre idonea documentazione (ipocatastale, tecnica, condominiale, ecc..) e solo nel caso in cui si confermi quanto dichiarato la proposta è un vincolo (con penitenziale) in caso contrario è risolta con restituzione del titolo. le parti potranno poi formularne una nuova alla luce degli elementi emersi.
Sicuramente
In un "mondo ideale" il percorso sarebbe quello di una lettera di intenti, espressamente non vincolante, seguita da una eventuale comunicazione del venditore di assenso/disponuibilità a proseguire le trattative. Si configura quindi una "puntuazione" di contratto. In caso di ripensamenti si rimane nell'ambito della cd. "responsabilità pre-contrattuale", che non è comunque poca cosa.
In questo mondo è purtroppo necessaria la proposta.
Qual'è la migliore?
Forse ad oggi quella con "penitenziale" - preliminare - rogito.
Anche questa forma però (caro Oris ) non è esente da critiche, soprattutto perchè le famose "verifiche" si fanno tra proposta e preliminare "vero". In caso di penitenziale l'inadempiente non rischierà l'esecuzione in forma specifica, ma rischia comunque il doppio della caparra a causa di sopravvenuti impedimenti alla compravendita, da lui spesso ignorati (condoni, agibilità, ipoteche, pignoramenti, prelazioni, ecc...).
Quanto si rischia meno con la penitenziale?
Non si incorre nell'esecuzione del contratto (ma CHIla chiede, davvero?), ma i rischi economici non sono molto diversi.
Una soluzione potrebbe essere quella di formulare proposte con assegno a deposito e condizionate alla veridicità di quanto dichiarato dai venditori nella proposta stessa circa i temi urbanistici/edilizi, ipotecari, ecc...
Si stabilisce un termine entro il quale il venditore deve produrre idonea documentazione (ipocatastale, tecnica, condominiale, ecc..) e solo nel caso in cui si confermi quanto dichiarato la proposta è un vincolo (con penitenziale) in caso contrario è risolta con restituzione del titolo. le parti potranno poi formularne una nuova alla luce degli elementi emersi.
Sicuramente