le chiamate servono (parlo per me) per sbagliare e imparare ad avere una comunicazione efficace.
Buon lavoro e buona giornata a tutti.
Grandissima verita'.
Tuttavia, se questo e' il principio, allora non si capisce perché non applicarlo in via incisiva nella ricerca sul territorio.
Piuttosto che arrabbattarsi, con gentilezza ed educazione si intende, cercando di acchiappare ognitanto un qualche NO agenzia.
Come andare a cercare un impiego, da uno che ha scritto in fronte e a lettere cubitali, che non ti vuole pagare.
Da qui nascono, tutte le liti e i contenziosi, che avvengono tra i privati e gli intermediari.
Scavalchi, sorpassi, inadempienze, perdite di tempo, delusioni, amarezze, cattive figure, sprechi di risorse, sono la norma.
Eccezion fatta per qualche sporadica soddisfazione come quelle narrate da Francesca.
Che sara' convinta di non essere mai stata scavalcata.
Mentre, più probabile e', che invece non se ne sia mai nemmeno accorta.
Perche' per converso, anche il compratore, di certo non puo' essere contento di passare per il fesso di turno, se deve pagare commissioni a tre zeri, per un lavoro che avrebbe potuto svolgere da solo e che saprebbe fare anche un bambino di tredici anni.
Altro che "approcciare con scientifiche analisi a valori superiore ad un certo target".
Tradotto:
Pensare di voler fare il pesce grande andando a nuotare in un lago piccolo.
L'andamento del mercato, e' fatto dalla mamma che si avvicina ai figli o viceversa.
Dalle famiglie che si ingrandiscono, si ridimensionano, si dividono per lavoro o si separano per la vita.
Dai giovani che iniziano con la prima casa e dai vecchi che muoiono lasciando vuota l'ultima.
Da chi si trasferisce per lavoro da chi pur lavorando e' finito male.
Se non conosci le dinamiche del territorio e dell'offerta che a questa e' connessa, allora non puoi conoscere il mercato.
Non capisco cosa ci sia di più nobile nel consumare le scarpe per parlare con i portinai, rispetto a fare telefonate a venditori riottosi.
L'obiettivo è comunque prendere incarichi.
Vedi non e' questione di miseria o nobilta'.
Considerando che uno, non dovrebbe mai vergognarsi o sentirsi misero, perche' va' a lavorare.
Diversamente dai ladri o dagli spacciatori.
La questione sta' nella qualita' del lavoro.
Se vai a reperire clienti e prodotti, che per quest'effetto determinante diventano i tuoi, per vendere non c'e' bisogno di voler dare lezioni di educazione.
Che resta un principio fondamentale pure se fai il ciabattino.
Giovedi scorso ho acquisito un fabbricato.
Due alloggi tre piani fuori terra.
Comprato quel giovedì e rivenduto in via espressa lunedì ultimo scorso.
Evito di riferir i numeri del ricavo, cosi' chi ci legge, non diventa pallido.
Neanche la soddisfazione, di veder pubblicato l'immobile sui portali, ad irridere la concorrenza e gli scienziati delle analisi, che corrono dietro a chi compera.
Probabilmente, un esercizio diverso, di quello che vieni a sostenere, come ricco di soddisfazioni.