A seguito del sopralluogo di questa mattina con l'Agronomo sono state ribadite le indicazioni fornite con l'accettazione della proposta sulle procedure da seguire.
La pianta è un esemplare storico che supera i 100 anni di età.
Per le sue dimensioni è sottoposto a vincolo del regolamento comunale del verde.
Il taglio deve essere motivato da apposita relazione agronomica che certifichi lo stato sanitario deperente o di insicurezza strutturale.
In più mi è stato chiarito che la diagnosi richiede un'analisi specifica sull'albero grazie alla quale è possibile classificare il grado di CPC (classe di propensione al cedimento).
Facendo conto che esistono 4 livelli di rischio così riassunti:
classe A, nessun problema fitostatico,
classe B, problemi fitostatici non gravi,
classe C, problemi fitostatici gravi ma gestibili,
classe D, problemi fitostatici gravi e ingestibili.
Solo per gli alberi di classe D il taglio è indiscutibile.
Negli altri casi l'albero si può conservare e credo che il comune sia propenso in tali casi al mantenimento con la cura della pianta e comunque concederebbe in ogni caso la potatura.
Detto questo l'agronomo ha indicato che è bene far presente al cliente che se la quercia è sana è un assurdo economico puntare al taglio, in quanto una quercia secolare sana è un grosso valore aggiunto ad una proprietà, ma se il cliente intende comunque eliminarla, per procedere bisogna ricercare con le analisi gli elementi di criticità sanitaria o di debolezza strutturale dati da un' analisi tecnica (analisi diagnostica, perizia fitostatica e relazione agronomica).
A questo punto dovrei capire se il proponente possa condizionare la proposta fatta all'effettiva volontà di abbattere l'albero, o magari intenda solamente ridimensionare la chioma e potarlo.
Di fatto, da profano, non credo che la pianta abbia grossi problemi di salute.
Nemmeno un piccolo raffredore.