PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
E tu vai avanti imperterrito con i tuoi aneddoti, vorrà dire che i vari benpensanti, baciapile, invidiosi o permalosi se ne faranno una ragione o passeranno ad un'altra discussione (magari alcuni prenderanno appunti per imparare qualcosa di utile :sorrisone:).

..Allora ti accontento,raccontandoti la mia prima e assoluta pratica di mediazione e di come ho capito di poter trarre soddisfazioni nello svolgimento di questo lavoro.

Sarebbe curioso sapere anche "la prima volta" di altri...
Magari di quelli che qui si autoconclamano integerrimi svolgitori dell'attività..
Classe di uomini scelti e professionisti seriamente capaci di operare..

All'epoca mi ero trasferito per motivi d'amore in una città del triveneto.
Avevo conosciuto una bellissima ragazza di lì residente.
Hai presente, tra pischelli, di quei consueti fidanzamenti " a distanza"..?

Con l'entusiasmo di ragazzini andammo a convivere in affitto, mentre aprimmo con una società d'accomandita, un'attività commerciale nel ramo estetico.
Le cose andarono piuttosto bene per qualche anno, con risultati pienamente soddisfacenti, fino a quando e in malo modo, i nostri rapporti trovarono burrasca.

"Quando l'amore non và dritto tutto il resto và storto" dice un detto della tradizione.

Quindi in poco tempo, mi ritrovai senza fidanzata, in una città che none era la mia, senza più un lavoro, nè una casa in cui dormire.

Tutti i miei soldi, conferiti alla società intanto "congelati" e da dover recuperare per non rientrare da vinto in Brianza, mentre l'attività che ancora viva e florida era giuridicamente nel completo possesso e piena disponibilità di colei che mi voleva allontanare.

Gli avvocati di parte già formalmente nominati, per "sbrigliare" la matassa, a dividere le strade dei due soci ormai in disaccordo su tutto.

Vi erano crediti, debiti, obbligazioni, contratti con terzi, che riguardavano entrambi e che andavano scissi.
Il tutto mescolato dai tanti "errori di gioventù" che si commettono quando si prendono responsabilità giuridiche non del tutto proprie, che come invece oggi sò, andrebbero evitate come la peste, specialmente se le controparti contraenti, si chiamano banca.

Un disastro.

Andai a fare il colloquio di lavoro dal titolare dell'agenzia immobiliare che abitualmente frequentava il mio (ormai ex) negozio.
Un romano lì trapiantato da anni, con ancora ben marcata la sua "romana cadenza".

Mi aveva a più riprese esortato nel passato ad intraprendere la professione di agente, dicendomi che secondo lui avevo dei "buoni numeri" per farlo.
Inoltre avevo già tentato nel passato, ma con con scarso successo, l'attività di A I, in un noto franchising.

Lo stato di necessità in cui versavo in quel momento e l'occorrenza di rifarmi una posizione lavorativa, mi imponevano la decisione di cambiare strada, quindi il giorno dopo cominciai.
Senza patentino ovviamente.

Con il reale e quotidiano problema di non saper come mettere insieme il pranzo con la cena.

Trovai ospitalità dal parrucchiere che frequentavo.

Questi, a conoscenza del fatto che avevo cominciato a fare l'agente immobiliare, mi confidò dei suoi problemi di morosità con il proprietario dell'immobile in cui io stesso ci passavo le notti.

L'alloggio non era male, ma era distante dall'agenzia immobiliare in cui avevo cominciato a lavorare e pure dal negozio in cui egli svolgeva attività di parrucchiere.

Decidemmo che mi sarei occupato della situazione e che liberato quell'alloggio, ne avremmo preso uno in centro e più vicino alle nostre tra di lor vicine sedi di lavoro.

Trovai un alloggio posto in locazione da un giovane commercialista.

Dire che l'alloggio era in condizioni indecenti è poco.

Mobili della bisnonna se non del far west..!
Una sola stufa posizionata in culandia della casa, per il riscaldamento di tutta la casa, piano rialzato, nemmeno un balcone.

Nonostante ciò, ti devo dire che nei mesi a seguire tutte le sere, le migliori ragazze ( lì v'erano 8 facoltà universitarie) presenti sulla piazza, frequentavano il "nostro covo", tra partite di poker, birre, salsicce e amabili dibattiti in dolce compagnia..

La posizione di quell'alloggio era strategica, ma ancor di più il giovane locatore, non voleva la cauzione e il primo canone d'affitto pagato solo un mese dopo..
Gli diedi conferma e lo presi.

La stessa notte scambiai i materassi.
Trasferimmo quelli decenti presenti nell'alloggio del parrucchiere e vi posizionammo quelli malconci, presenti in quel del commercialista.
Almeno "dormire da cristiani" mi pareva doveroso.

Intanto avevo preso rapporti con il locatore del parrucchiere.

Avevo, a mia totale discrezione, già mostrato l'alloggio del parrucchiere ad una ragazza mia conoscente e che era interessata alla locazione di un alloggio e questa m'aveva caldamente confermato il proprio interesse.

Intavolai una trattativa con il locatore, il quale mi manifestò il proprio totale malcontento per il conduttore attuale, ovvero il mio coinquilino parrucchiere.

Durante la discussione per avviare un recesso contrattuale, mi veniva da ridere a pensarci:

Il mio interlocutore stava lì a parlare e confessarsi con me, ad esortarmi a trovare un accordo bonario col parrucchiere a lasciare l'alloggio, per poi affidarlo alla conduzione della giovane, solvibile e garantita ragazza, che gli avevo pochi giorni prima presentato.
Mentre io stesso stavo lì ad occupare il suo alloggio e gli avevo pure fregato il materasso...:risata::risata:

Con un "magheggio", trattenni per me l'intera somma pari a quella lasciata a titolo di cauzione, mediazione piena dalla ragazza e pure dal locatore.
Il quale mi diede poi di sua sponte pure una mancia supplementare, di cinquecentomilalire.

Imparando una grande verità:

Il Mettere "zizzania" tra le controparti contrattuali è una tecnica di combattimento assai efficace.
Ciò, si badi bene, non significa imbrogliare.
Semmai io lo definisco "distrarre il proprio avversario".

Ciascuna di quelle mediazioni le insaccai stando accorto allo sguardo del mio nuovo romano titolare.

Abbandonai l'agenzia circa un anno dopo.

La vertenza con la mia ex fidanzata era ormai alle fasi finali.
I miei quattrini stavano per essere "scongelati" e volgevano a "torna a casa lessy".

Era ora di cambiare aria e ritornare a casa in brianza.

.. e poi col romano titolare ci beccavamo spesso...

Mi diceva speso che ero troppo "spocchioso".

Gli anni erano quelli di contrapposizione accesa tra Roma e Milano.

Non me ne vogliano gli amici romani presenti sul forum ma sentire uscire quella definizione da una bocca parlante spiccato accento romano era inaccettabile.

Tornai in Brianza e conobbi il mio maestro.

Dieci anni dopo mi sono diviso pure da questo.

Pure se il tempo passa ed è passato io non sopporto l'inaccettabile.
 

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