Bastimento

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No, la quota di entrambe; per legge al coniuge superstite è riservato il diritto di proprietà sulla casa famigliare( anche sulle quote degli altri coeredi).
Si: su questo ero stato impreciso io: difficile intendersi, però: perchè credo ci sia differenza tra cedere la nuda proprietà e riservarsi il "proprio"usufrutto, e cedere la propria proprietà, gravata però da un diritto di abitazione di terzi.

Nell'immediato la situazione pratica è identica, ma in un caso il diritto di abitazione si perde con l'abbandono o con la morte della madre anziana: l'usufrutto della figlia dura invece per tutta la vita della figlia.
 

Artemisia1

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Allora c'è un'altra soluzione. Vendi la casa e con il ricavato metti tua madre in affitto con due badanti, una di giorno e l'altra di notte. Forse riesci a tirare avanti per qualche anno. Intanto le cose possono cambiare.
Non ho bisogno di ironia. Ma di info utili per fortuna ricevute negli altri post.
Non c'è da fare basso spirito per chi è seriamente inguaiato con i scandalosi costi di dell'"assistenza che rovina i poveri anziani.
La discussione finisce qui.
 

specialist

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Non ho bisogno di ironia. Ma di info utili per fortuna ricevute negli altri post.
Non c'è da fare basso spirito per chi è seriamente inguaiato con i scandalosi costi di dell'"assistenza che rovina i poveri anziani.
La discussione finisce qui.
Ma non è ironia. Ho gestito e risolto altre situazioni simili, proprio perché lo stato parassita non fa nulla. Del resto bisogna essere pragmatici. Se si sta dietro agli anziani non autosufficienti in prima persona, prima o poi ci si rimette la salute. Ne vale la pena?
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
Accudire i propri vecchi è un dovere: il valore è soggettivo
Questo è poco ma sicuro. L'importante è non lasciarli a se stessi. Spesso però in RSA stanno meglio che a casa e sono anche più sicuri. Assistenza medica, infermieristica, prescrizione e somministrazione di farmaci salvavita etc. Dove sta mia suocera c'è anche un menù a quattro portate con tre scelte per portata tutti i giorni, dietologo, psicologo, cinema, solarium, giochi di società, festa e balli con orchestra dal vivo tutti i sabato pomeriggio. Se ci fosse anche il tennis e le infermiere fossero delle bonazze ci farei un pensierino pure io.
 

francesca63

Moderatore
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Privato Cittadino
perchè credo ci sia differenza tra cedere la nuda proprietà e riservarsi il "proprio"usufrutto, e cedere la propria proprietà, gravata però da un diritto di abitazione di terzi.
Continuo a non capire quello che intendi; se la postante cede la sua quota di nuda proprietà, e il diritto di usufrutto a di abitazione resta solo per la madre, alla morte della madre lei dovrà consegnare la casa al nudo proprietario, divenuto pieno proprietario.
Se invece si riserva lei ( o meglio, anche lei) il diritto di usufrutto o abitazione, potrà continuare a vivere li anche dopo.
Naturalmente nel primo caso si potrà vendere ad un prezzo maggiore.
La cessione di usufrutto alla figlia potrebbe richiedere il pagamento di un prezzo per la madre, o essere una donazione.

Essendoci una sorella con cui non si va d'accordo, forse la scelta più saggia sarebbe vendere la nuda proprietà , con usufrutto solo alla madre: alla sua morte, le figlie si divideranno i soldi rimasti, e con quelli della vendita della sua quota la postante poter eventualmente trovare un altra soluzione più piccola in acquisto o in affitto.
 

Artemisia1

Membro Junior
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Che serva essere pragmatici è sacrosanto.
Accudire i propri vecchi è un dovere: il valore è soggettivo
Appunto

Poi mia mamma ha un carattere molto fragile.
Non la porto a morire in RSA che già mi chiamava ogni notte in ospedale.
Fosse anche il miglior Grand hotel.

Poi la storia dei medici già in campo e i farmaci ecc... è leggenda.
Si sa che in reparto si deve insistere perché vadano a vedere un genitore che non sta bene. E che gli infermieri vanno controllati.
Perché sennò di dimenticano pure i salvavita.

Balli e canti mia mamma parkinsoniana non li può fare.
Magari in crociera.
 

Bastimento

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Continuo a non capire quello che intendi; se la postante cede la sua quota di nuda proprietà, e il diritto di usufrutto a di abitazione resta solo per la madre, alla morte della madre lei dovrà consegnare la casa al nudo proprietario, divenuto pieno proprietario.
Se invece si riserva lei ( o meglio, anche lei) il diritto di usufrutto o abitazione, potrà continuare a vivere li anche dopo.
Può darsi sia io a non conoscere esattamente come evolve una situazione come quella descritta; a questo punto divento curioso.
Il diritto di abitazione è un diritto minore rispetto all’usufrutto.
La postante oggi dispone di una nuda proprietà + un futuro usufrutto nel momento che venisse a cessare il diritto di abitazione della madre.
A volte il diritto di abitazione non è nemmeno citato in catasto: perché non potrebbe alienare solo la nuda proprietà riservandosi quell’usufrutto potenziale che maturerebbe al cessare del diritto di abitazione? Io vedevo questo diritto d’uso come una specie di servitù a termine
 

francesca63

Moderatore
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Privato Cittadino
La postante oggi dispone di una nuda proprietà + un futuro usufrutto nel momento che venisse a cessare il diritto di abitazione della madre.
La postante ora ha il 50% della nuda proprietà.
Alla morte della madre (se non vendono prima), avrà il 50% della piena proprietà, più una quota di piena proprietà in eredità dalla madre.
Il 50% dell’immobile (cioè tutta la quota della madre),se eredità solo lei, il 25 % se eredità a metà con la sorella, di più o di meno se la madre lascia la quota disponibile per testamento ad una delle figlie.
 

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