Osservo con dispiacere che il clima di scarsa cordialità persiste, arrivando persino all’utilizzo di espressioni forti, seppur in senso figurato, che risultano comunque inadeguate a un confronto civile e professionale (si arriva addirittura a dire di far sputare sangue).
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno condiviso consigli su come gestire la situazione nel rispetto reciproco.
Tuttavia, ritengo opportuno sottolineare che una trattativa commerciale per la risoluzione contrattuale è un processo legittimo e trasparente, privo di qualsiasi connotazione illecita o scorretta.
Nel mio caso specifico, il contratto sottoscritto prevede che io debba corrispondere:
- una provvigione qualora l’agenzia trovi un’offerta di 500.000 €;
- una penale pari a 2/3 della provvigione in caso di recesso anticipato.
Ora che ho individuato autonomamente un acquirente, mi chiedo come procedere nel rispetto delle clausole contrattuali.
Considerando che io desidero contenere i costi, mentre l’agenzia punta a massimizzare il proprio compenso, analizziamo le possibili opzioni:
- L’agenzia non trova un acquirente a 500.000 €, e non percepisce alcuna provvigione.
- L’agenzia individua un acquirente disposto a offrire 500.000 €, ottenendo così la provvigione piena.
- Io decido di rescindere il contratto, versando la penale prevista.
A fronte di questi scenari, entrambe le parti hanno un margine di rischio. Per questo motivo, è del tutto lecito valutare una soluzione intermedia, attraverso una trattativa commerciale per la risoluzione del contratto.
Durante tale trattativa, il mio obiettivo sarà negoziare la penale affinché risulti il più vantaggiosa possibile per me, mentre l’agenzia avrà facoltà di accettare o meno un compromesso. Se troviamo un accordo soddisfacente per entrambe le parti, procederemo con la risoluzione del contratto in modo consensuale; in caso contrario, rimarranno valide le opzioni contrattuali previste.
Alla luce di ciò, mi domando:
in quale punto di questo processo si ravviserebbe un comportamento irrispettoso o disonesto?
Infine, desidero invitare tutti i partecipanti a mantenere un confronto professionale e costruttivo, prendendo esempio dall’atteggiamento di Michela_, che riesce a esprimere il proprio dissenso con toni equilibrati e rispettosi. Il disaccordo è naturale, ma può e deve essere affrontato con civiltà