Non è un'opinione. E' la prassi giurisprudenziale dal 2010 in poi. Prima l'agente immobiliare godeva di una sorta di immunità. Compilando un modulo e inserendo una penale, era in grado di guadagnare 15.000 euro semplicemente con un pezzo di carta, se il cliente si tirava indietro per le sue ragioni. Oggi non è più così. Nei tribunali ci si è resi conto che non è giusto, specialmente, come dicevo, se la penale non si ricollega ad un lavoro effettivamente svolto. E' verissimo che esiste il rischio imprenditoriale, per cui se ti affidi ad un agente imprenditore, può andarti bene o male a seconda della situazione e devi accettare i rischi di una penale. E' anche vero, però, che esiste una normativa sui consumatori pacificamente applicabile alla mediazione, per cui l'agente è un professionista che deve garantire l'inserimento di clausole non vessatorie, o perché radicalmente nulle, o perché lo possono diventare se non trattate specificamente. Devi considerare che la normativa sui consumatori è da sempre di origine europea e vincola l'Italia. Ci si è resi conto che l'agenzia immobiliare non può pretendere un mancato guadagno alla luce di una attività che non ha nemmeno svolto, quantomeno esso deve essere commisurato al periodo e all'impegno profusi, che a loro volta sono sintomo della chance che avrebbe l'agente di vendere quell'appartamento. Esistono, per esempio, immobili invendibili anche dopo 1 anno, per cui mi chiedo se sempre questo mancato guadagno è reale.
Compilare un modulo e incassare 15.000 euro significa lavorare poco e guadagnare tanto, senza alcuna responsabilità. Fare 5 incontri o 5 mesi di appuntamenti e guadagnare magari una percentuale della provvigione già è più ragionevole.