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Assegno circolare: incasso e scadenza
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di Matteo Pogliani 27 Commenti
Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio 2018

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Ci sono casi in cui il semplice assegno non basta. Spese molto ingenti richiedono infatti strumenti differenti, con caratteristiche ben diverse. L’acquisto di una casa o di una macchina, per esempio, non possono certo venir trattate “staccando” un normale assegno dal libretto. È proprio in questi casi che ci viene in aiuto uno di questi strumenti: l’assegno circolare. Un titolo di credito molto conosciuto ai più, ma spesso non nei suoi aspetti più importanti.
Cos’è l’assegno circolare?
Andiamo per ordine. L’assegno circolare è un titolo di credito così detto “a vista”(significa pagabile all’atto della presentazione), con il quale la banca emittente garantisce di pagare la somma di denaro segnalata sull’assegno a favore del soggetto indicato sullo stesso, soggetto definito come beneficiario.
Assegno circolare: come richiederlo
Se hai bisogno di un assegno circolare il primo passo è quello di rivolgersi a una bancae compilare e firmare il modulo di richiesta. Il rilascio è ovviamente legato all’aver depositato anticipatamente in banca la somma dell’assegno circolare richiesto. Solitamente l’emissione avviene in seguito all’addebito sul proprio conto corrente della somma.
È proprio tale particolarità a rendere l’assegno circolare un titolo di credito a copertura garantita, perché la sua emissione è soggetta a valutazione preventiva della disponibilità economica del soggetto richiedente. Nota bene, l’emissione è gratuita non essendoci alcun tipo di costo.

Le banche che hanno facoltà di emettere questo tipo di assegno devono obbligatoriamente avere un autorizzazione della Banca d’Italia.
Assegno circolare non trasferibile
Un tipo di assegno circolare molto utilizzato è l’assegno circolare non trasferibile. La presenza della clausola di “non trasferibilità” obbliga a specificare con esattezza il nome o la Ragione Sociale del beneficiario, il solo e unico in grado poi di incassarlo e l’unico che può recarsi in banca per il suo cambio in contanti o per il trasferimento della somma sul proprio conto corrente.
Le nuove regolamentazioni fanno sì che ogni assegno circolare sia oggi non trasferibile. Per importi che non superino i 5.000 € è però possibile chiedere alla Banca, attraverso richiesta scritta, l’esclusione della clausola. Questi titoli possono dunque essere trasferiti ad altri beneficiari senza dover per forza andare in banca, basta una semplice firma (questa possibilità è definita con il termine girata).

Gli assegni circolari non trasferibili sono strumenti molto sicuri, che garantiscono e salvaguardano i cittadini da situazioni potenzialmente critiche.
 Assegno circolare, istruzioni per l'uso Assegno circolare: incasso e scadenza Assegno circolare: incasso e scadenza via @6sicuro
Assegno circolare postale
Insieme a conti correnti e carte di credito, anche l’assegno circolare postale ha fatto la sua comparsa, disponibile però solo per i clienti dell’azienda postale. Uno strumento uguale per caratteristiche a quello emesso in banca, con la sola differenza che va richiesto presso un ufficio postale.
Anche nella versione postale, tutti gli assegni circolari risultano non trasferibili. Per cifre non superiori a 1.000 € è possibile non rispettare la clausola, ma bisogna comunque richiedere in filiale assegni senza l’apposita dicitura “Non trasferibile” (al costo di 1,50 €).
Assegno circolare: scadenza
Anche gli assegni circolari hanno un determinato tempo di vita, validità che utenti e banche devono tassativamente rispettare per evitare possibili problemi in fase di cambio. Va precisato che tale lasso temporale non è, come molti pensano, di 30 giorni; questo limite definisce entro quanto il cliente deve presentarsi in banca per l’incasso. Volendo essere precisi, il beneficiario ha il dovere di incassare o cambiare l’assegno entro 8 giorni (se residente nello stesso comune in cui viene emesso), o 15 giorni (se in un comune diverso).
Anche passate tali scadenze il titolo non perde validità, solo l’emittente ha facoltà di revocarlo. In questo caso il beneficiario non può agire legalmente.
Il punto chiave non è quindi tanto la validità dell’assegno circolare, quanto il diritto di revoca del suo pagamento. Questo può benissimo essere cambiato anche dopo mesi dalla emissione, ma nel caso la banca dovrà obbligatoriamente richiedere il permesso al soggetto emittente.
 
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di Matteo Pogliani 27 Commenti
Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio 2018

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Ci sono casi in cui il semplice assegno non basta. Spese molto ingenti richiedono infatti strumenti differenti, con caratteristiche ben diverse. L’acquisto di una casa o di una macchina, per esempio, non possono certo venir trattate “staccando” un normale assegno dal libretto. È proprio in questi casi che ci viene in aiuto uno di questi strumenti: l’assegno circolare. Un titolo di credito molto conosciuto ai più, ma spesso non nei suoi aspetti più importanti.
Cos’è l’assegno circolare?
Andiamo per ordine. L’assegno circolare è un titolo di credito così detto “a vista”(significa pagabile all’atto della presentazione), con il quale la banca emittente garantisce di pagare la somma di denaro segnalata sull’assegno a favore del soggetto indicato sullo stesso, soggetto definito come beneficiario.
Assegno circolare: come richiederlo
Se hai bisogno di un assegno circolare il primo passo è quello di rivolgersi a una bancae compilare e firmare il modulo di richiesta. Il rilascio è ovviamente legato all’aver depositato anticipatamente in banca la somma dell’assegno circolare richiesto. Solitamente l’emissione avviene in seguito all’addebito sul proprio conto corrente della somma.
È proprio tale particolarità a rendere l’assegno circolare un titolo di credito a copertura garantita, perché la sua emissione è soggetta a valutazione preventiva della disponibilità economica del soggetto richiedente. Nota bene, l’emissione è gratuita non essendoci alcun tipo di costo.

Le banche che hanno facoltà di emettere questo tipo di assegno devono obbligatoriamente avere un autorizzazione della Banca d’Italia.
Assegno circolare non trasferibile
Un tipo di assegno circolare molto utilizzato è l’assegno circolare non trasferibile. La presenza della clausola di “non trasferibilità” obbliga a specificare con esattezza il nome o la Ragione Sociale del beneficiario, il solo e unico in grado poi di incassarlo e l’unico che può recarsi in banca per il suo cambio in contanti o per il trasferimento della somma sul proprio conto corrente.
Le nuove regolamentazioni fanno sì che ogni assegno circolare sia oggi non trasferibile. Per importi che non superino i 5.000 € è però possibile chiedere alla Banca, attraverso richiesta scritta, l’esclusione della clausola. Questi titoli possono dunque essere trasferiti ad altri beneficiari senza dover per forza andare in banca, basta una semplice firma (questa possibilità è definita con il termine girata).

Gli assegni circolari non trasferibili sono strumenti molto sicuri, che garantiscono e salvaguardano i cittadini da situazioni potenzialmente critiche.
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Assegno circolare postale
Insieme a conti correnti e carte di credito, anche l’assegno circolare postale ha fatto la sua comparsa, disponibile però solo per i clienti dell’azienda postale. Uno strumento uguale per caratteristiche a quello emesso in banca, con la sola differenza che va richiesto presso un ufficio postale.
Anche nella versione postale, tutti gli assegni circolari risultano non trasferibili. Per cifre non superiori a 1.000 € è possibile non rispettare la clausola, ma bisogna comunque richiedere in filiale assegni senza l’apposita dicitura “Non trasferibile” (al costo di 1,50 €).
Assegno circolare: scadenza
Anche gli assegni circolari hanno un determinato tempo di vita, validità che utenti e banche devono tassativamente rispettare per evitare possibili problemi in fase di cambio. Va precisato che tale lasso temporale non è, come molti pensano, di 30 giorni; questo limite definisce entro quanto il cliente deve presentarsi in banca per l’incasso. Volendo essere precisi, il beneficiario ha il dovere di incassare o cambiare l’assegno entro 8 giorni (se residente nello stesso comune in cui viene emesso), o 15 giorni (se in un comune diverso).
Anche passate tali scadenze il titolo non perde validità, solo l’emittente ha facoltà di revocarlo. In questo caso il beneficiario non può agire legalmente.
Il punto chiave non è quindi tanto la validità dell’assegno circolare, quanto il diritto di revoca del suo pagamento. Questo può benissimo essere cambiato anche dopo mesi dalla emissione, ma nel caso la banca dovrà obbligatoriamente richiedere il permesso al soggetto emittente.

Che dire? Forse meglio il bancario al preliminare???
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Che il contratto rimanga valido anche se l' assegno di caparra contrattuale è privo di provvista non lo dico io ma la Corte di Cassazione con la sentenza n. 24747 del 5 dicembre 2016 n. 24747 in materia di validità del contratto preliminare.
La sentenza d'appello è stata cassata con rinvio, quindi situazione ancora aperta.
Peraltro, l'inadempiente era il venditore.
 

carlo8458

Membro Junior
Privato Cittadino
Chiaramente le Parti nel preliminare possono stabilire che il Contratto è efficace da.."salvo il buon fine" per l' incasso di tutte le somme corrisposte con assegno e che viceversa il contratto è da intendersi automaticamente risolto per inadempienza del Proponente acquirente

Si è vero che c' è stato il rinvio. Ma la Cassazione ha stabilito chiaramente che la mancata provvista dell' assegno di caparra non si risolve in una "probatio diabolica" ma il creditore dovrà portare in giudizio tale prova ( spetta a lui l' onere di dimostrare l' assenza di provvista e la impossibilità incasso somme) quindi ovviamente andare in causa. E in questo senso al momento non vedo nulla di aperto.
 

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