Ciao a tutti,
vi sottopongo, anche io, una questione simile a quella di numbor che, purtroppo, anche a me, sta rovinando il fegato.
Nel 2014 ho acquistato un piccolo locale al piano terra di una tipica fetta di casa del centro storico di soli 13 mq (come da visura catastale).
dettagli tecnici:
1) l'intera palazzina di tre piani e' stato costruito sicuramente prima del 1942.
2) il piccolo locale ha avuto una richiesta di condono edilizio (primo condono) nel 1986
3) Nel 1993 ha ottenuto la relativa concessione edilizia in sanatoria ai sensi del capo IV della Legge 28/02/1985 n. 47 (trasformazione di cantina di 11 mq. in abitazione) mediante la seguente dicitura
"""""""""Il Sindaco … … … visti i prescritti pareri; ritenuto che nulla osti; facendo salvi eventuali interessi di terzi, si rilascia la presente CONCESIONE IN SANATORIA al sig. _________ relativa ai lavori indicati nella premessa, in conformità alla documentazione progettuale fornita di cui si ritorna copia in allegato debitamente vistata quale parte integrante del presente atto""""
Allegato all'atto c'è la planimetria scala 1:200 dove è evidenziato in rosso il predetto locale con w.c. trasformato in "camera" con indicata l'altezza 2,50.
Nel rogito del 2014, quando ho comprato, era indicato dal notaio che l'unità immobiliare (edificata prima del 1967) possedeva la regolarità urbanistica e catastale e che era dotata di agibilità, ma che io acquirente sollevavo il venditore dal dovermela consegnare.
Preciso che dal rilascio della predetta sanatoria non sono stati mai effettuati lavori per cui fosse necessario richiedere un nuovo titolo edilizio.
Ho letto su vari forum sul tema che a partire da una sentenza del 1996, il condono edilizio non dovrebbe rilasciare in automatico anche l'abitabilità in deroga (ora agibilità), ma certificare soltanto la regolarità urbanistica e il rispetto delle norme regolamentari comunali (quindi non anche a superare i requisiti minimi dettati dalla D.M. del 1975).
Sulla base di quanto detto, ora io chiedo a esperto in materia, se il mio monolocale sia in regola per poterlo continuare ad affittare.
Sarebbe legittima una eventuale ordinanza di sgombero attuata dal Comune (su segnalazione di un vicino) che tramite l'intervento dell'Ausl dichiari l'alloggio non abitabile per i soli seguenti motivi: superficie inferiore ai 28 mq.; altezza interna inferiore a 2,70, pur essendo stato oggetto di condono edilizio?
Sono a conoscenza che senza certificato di agibilità io posso tranquillamente rivendere l'immobile, ma la mia perplessità sta nel fatto se volendolo continuare a tenere a reddito (locazioni transitorie), io sia costretto in futuro a vivere con la spada di Damocle, oppure se la situazione sia abbastanza regolare da potermi ritenere tranquillo.
Grazie mille!