Ciò che in effetti sconcerta è la pretesa di dispensare saggezza in maniera del tutto apodittica e autoreferenziale.Una cattiva abitudine.
Che ho sempre dovuto riscontrare pure io.
Ancora piu' irritante, se e' possibile, quando a porla in essere sono dei senatori, oppure degli intermediari di lungo corso.
Messi all'angolo dalle normative stesse, la buttano su un piano etico bigotto, per poterne venire fuori.
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Per alleggerire un po', mettiamola in musica. Come cantava Lucio Battisti, "troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante".
E secondo me la prudenza nasce non dalla mancata conoscenza delle norme in sé, che vengono anzi seguite pedissequamente, ma dalla mancata comprensione della ratio delle medesime e degli effetti che nel complesso producono (o dovrebbero produrre).
In altre parole, per paura di sbagliare, si evita di agire; o perlomeno ci si (auto)limita lo spazio di manovra, contorcendosi in assurdi obblighi e negazioni autoimposti.
Il che è deleterio dal punto di vista commerciale, tafazziano da quello sociale
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