Buonasera, scusate se rischio di richiedere un'informazione forse già trattata.
Sono un privato cittadino che tramite agenzia immobiliare ha sottoscritto una "Proposta di Acquisto" per un immobile correttamente accettata e siglata dal Venditore. Sulla proposta di acquisto venivano indicate le clausole inerenti le provvigioni a carico dell'acquirente con tanto di importo.
Sulla proposta veniva specificato anche che il rogito si doveva concludere entro 3 mesi dalla data di accettazione (in quanto il venditore doveva trovare una sistemazione). Nel frattempo il venditore consegna la caparra confirmatoria al venditore che la incassa immediatamente. Succede che dopo circa un mese dall'accettazione della proposta il venditore decide di non andare più in stipula e mi fa mandare dal proprio avvocato una lettera di diffida in cui mi accusa di essere stato io a non voler concludere il contratto preliminare riportando futili motivi. Faccio presente che io avevo già richiesto ed ottenuto la delibera di un mutuo dalla mia banca (con tanto di perizia sull'immobile delle venditrici). L'affare quindi, seppur formalmente accettato tramite la proposta di acquisto non si è concluso. Sono riuscito, per adesso, a recuperare soltanto l'importo della caparra versata (ahime una cifra bassissima) dalle venditrici ma non ancora il doppio. La mia domanda è: sono comunque tenuto a pagare le provvigioni all'agente immobiliare? Ho letto che nel 99% dei casi si, sono tenuto. Ma mi chiedo, non posso appellarmi a nulla in considerazione del fatto che l'affare non si è concluso NON per causa mia (a dimostrazione ho la richiesta di mutuo)
Grazie mille in anticipo. Saluti.
Ho letto sommariamente questa discussione.
Partirei da una prima domanda a cui non mi pare sia stato dato risalto: la proposta risultava subordinata al mutuo? In caso affermativo, la delibera è giunta ed è stata comunicata alla controparte, prima della scadenza stabilita per il suo ottenimento?
Se il contratto fosse stato sottoposto ad una condizione sospensiva che non si fosse verificata entro il termine stabilito, sarebbe ammissibile la sola restituzione della caparra da parte delle venditrici, la contestuale inefficacia del contratto e l'impossibilità da parte dell'agente immobiliare all'ottenimento delle provvigioni, in questo caso non dovute.
Il fatto che tu abbia una delibera di mutuo rappresenterebbe una condizione necessaria per procedere ma non sufficiente se la delibera non fosse giunta a tempo debito...
Nel caso in cui il contratto non sia sottoposto alla condizione sospensiva dell'ottenimento del mutuo, il fatto che tu abbia ottenuto una delibera o non l'abbia ottenuta è ininfluente al fine della validità del contratto.
Scaduti i termini del contratto, in assensa di clausole risolutive espresse (ovvero di una particolare clausola che renda automaticamente risolto il contratto ad una determinata scadenza senza necessità di ulteriori passaggi), la parte che si ritenesse "adempiente" avrebbe dovuto "diffidare" l'altra parte ad ottemperare agli obblighi nei successivi 15 giorni e solo nel caso di una ulteriore, successiva inerzia della controparte avrebbe dovuto dichiarare risolto il contratto.
Anche perchè, oltre alla caparra raddoppiata ed al risarcimento del danno esisterebbe la possibilità dell'esecuzione in forma specifica del contratto.
Strada che si tende a perseguire proprio quando le caparre sono di scarsa entità in quanto con una piccola somma messa in gioco si pone l'altra parte nella prospettiva di dover dare seguito al contratto addivenendo alla stipula del definitivo...
Nel caso di risoluzione per inadempimento, a prescindere dall'individuazione delle responsabilità, non viene meno il diritto alla mediazione che resta a carico di entrambe le parti, salvo che il diritto non si sia prescritto una volta trascorsi 12 mesi senza che l'agente ne abbia avanzato la richiesta.