Purtroppo Rosa no, non è così.
Le leggi che citi intervengono, come sempre, solo su chi è "in regola" per mere questioni di facile rintracciabilità....
Di fatto se l'attività non è tra quelle riconosciute come tassabili o comunque "target" della regolamentazione, bastano pochi denari per regolamentarsi nella peggiore delle ipotesi... poi queste cose uno le impara in un mese... non è questo ciò che conta.
Chi ha fatto la 39/89, avendo forma mentis da agente immobiliare frustrato, ha pensato a paletti basati sul "titolo" invece che sulla "pratica" (nel '58 era comprensibile, nel '90... meno).
Ha cercato di elevare il "sensale" inserendo obblighi dei professionisti, per darsi un tono e fare argine alla forza della praticità (prima di quel tempo era mediatore chi otteneva risultati ).
La regolamentazione, effettivamente necessaria, ha influito non poco sulla professionalizzazione (con squilibri forti tra doveri dell'agente e suo potere di azione), ma era miope nei confronti del mondo che si configurava, non tenendo conto che le forme di marketing sarebbero diventate differenti e sopratutto che l'accesso alle stesse sarebbe risultato facilitato per tutti.
Come amo raccontare la 39/89 che avrei fatto io è:
"la promozione con qualsiasi mezzo della vendita o locazione di beni immobili e attività è riservata agli agenti iscritti e ai proprietari degli stessi".
(già me la copiano, vedi Michele Cutugno, ma è tardi gente... è ridicolo oggi chiederlo)
Nel caso che tu denunci, a uno che fa quel tipo di attività,certi oneri sono aggirabili in mille modi, anche pratici (che non dico per non aiutarne la diffusione), cosa che a noi invece è preclusa per ovvi motivi.
Quindi abbandonate la rabbia e comprendete che nonostante il nostro abbia un indubbio astio nei confronti della categoria (che magari ha anche fondatezza in alcune cose, ma sbaglia nel generalizzare), egli può operare nella legalità eccome facendo ciò che dice, se prende compensi precisi, fissati, da listino e sopratutto con obbligazione di mezzi (e non di risultato), importi che siano "ragionevoli" non legati al valore scambiato ma alle azioni che mette in atto.
Nel caso la mediazione non sarà MAI configurabile, perchè ad oggi mediazione è solo una cosa: quel diritto che scaturisce per gli iscritti al rea nella sezione speciale, quando la loro azione porta alla conclusione di affari, obbligazione di risultato, di importo proporzionale al valore scambiato.
Ci sono siti da anni che lo fanno quello di cui si parla, e noi siamo ancora qua.
Qualcosa vorrà dire, no?
Le leggi che citi intervengono, come sempre, solo su chi è "in regola" per mere questioni di facile rintracciabilità....
Di fatto se l'attività non è tra quelle riconosciute come tassabili o comunque "target" della regolamentazione, bastano pochi denari per regolamentarsi nella peggiore delle ipotesi... poi queste cose uno le impara in un mese... non è questo ciò che conta.
Chi ha fatto la 39/89, avendo forma mentis da agente immobiliare frustrato, ha pensato a paletti basati sul "titolo" invece che sulla "pratica" (nel '58 era comprensibile, nel '90... meno).
Ha cercato di elevare il "sensale" inserendo obblighi dei professionisti, per darsi un tono e fare argine alla forza della praticità (prima di quel tempo era mediatore chi otteneva risultati ).
La regolamentazione, effettivamente necessaria, ha influito non poco sulla professionalizzazione (con squilibri forti tra doveri dell'agente e suo potere di azione), ma era miope nei confronti del mondo che si configurava, non tenendo conto che le forme di marketing sarebbero diventate differenti e sopratutto che l'accesso alle stesse sarebbe risultato facilitato per tutti.
Come amo raccontare la 39/89 che avrei fatto io è:
"la promozione con qualsiasi mezzo della vendita o locazione di beni immobili e attività è riservata agli agenti iscritti e ai proprietari degli stessi".
(già me la copiano, vedi Michele Cutugno, ma è tardi gente... è ridicolo oggi chiederlo)
Nel caso che tu denunci, a uno che fa quel tipo di attività,certi oneri sono aggirabili in mille modi, anche pratici (che non dico per non aiutarne la diffusione), cosa che a noi invece è preclusa per ovvi motivi.
Quindi abbandonate la rabbia e comprendete che nonostante il nostro abbia un indubbio astio nei confronti della categoria (che magari ha anche fondatezza in alcune cose, ma sbaglia nel generalizzare), egli può operare nella legalità eccome facendo ciò che dice, se prende compensi precisi, fissati, da listino e sopratutto con obbligazione di mezzi (e non di risultato), importi che siano "ragionevoli" non legati al valore scambiato ma alle azioni che mette in atto.
Nel caso la mediazione non sarà MAI configurabile, perchè ad oggi mediazione è solo una cosa: quel diritto che scaturisce per gli iscritti al rea nella sezione speciale, quando la loro azione porta alla conclusione di affari, obbligazione di risultato, di importo proporzionale al valore scambiato.
Ci sono siti da anni che lo fanno quello di cui si parla, e noi siamo ancora qua.
Qualcosa vorrà dire, no?
Ultima modifica: