In merito alla "consuetudine" così citata dall'ill.mo Avv. De Valeri, mi permetto di dissentire.
Non è affatto una consuetudine, perchè con detto termine si intende una fonte del diritto.
In realtà la prassi di non chiedere provvigione a chi vende è una modalità di acquisizione dei clienti che - a mio modesto avviso - rientra in una pratica commerciale scorretta, oltre che di concorrenza sleale, se si inserisce in un contesto di intermediazione. Del resto questa prassi è applicata da una minoranza di operatori, di solito poco qualificati.
Sono felice di constatare che la lettrice che ha postato il quesito si sia domandata la liceità e affidabilità dell'offerta dell'agente, in quanto ciò ci dà la possibilità di affrontare la questione.
Per comprendere a quali storture si presta un incarico di mediazione conferito con rinuncia alla provvigione dal parte del mediatore, è sufficiente porsi le seguenti domande:
- Il mediatore che viene pagato da una sola parte, quale tenderà a favorire?
- Se il compenso proviene dalla sola parte acquirente, quel mediatore sarà disponibile a collaborare con altri colleghi per propiziare la vendita oppure farà affidamento sulle sue sole risorse?
- Sarà quel mediatore incline a profondere il massimo impegno ed il maggior investimento possibile per la promozione della vendita, avendo rinunciato preventivamente ad una parte del suo ricavo?
Gentile Signora, La ringrazio a nome mio e dei colleghi che fedelmente si adoperano come mediatori per aver postato il suo quesito.
Lei è nel pieno diritto di chiedere qualunque cosa, prima di affidarsi ad un operatore del mercato, in quanto rappresentante di quel patrimonio prezioso che si chiama Clientela e che è sempre meritevole della massima tutela e del massimo rispetto, perchè fonte del nostro lavoro.