Faccio delle precisazioni perché sono stata poco chiara, vista anche l'inesperienza. sul contratto c'era scritto :" l'atto notarile verrà stipulato entro il 30 maggio 2018 dal proponente al momento del rogito, presso...", non c'è la condizione sospensiva. Il 24 maggio, mediante lettera informale, il venditore mi invitava a comunicargli la data in cui sarebbe stato possibile rigirare, entro e non oltre il termine perentorio di 7 giorni dal ricevimento della lettera (io l'ho ricevuta solo il 31 maggio, perché nel frattempo avevo dovuto lasciare la casa dove eravamo in affitto), decorso tale termine sarebbe stato costretto a considerare nulla la proposta di acquisto e pertanto a trattenere la caparra di 10.000€ versata, aggiungendo che si riservava il diritto di agire per ottenere il risarcimento del danno causato dalla mancata vendita dell'immobile. A tale lettera ho risposto che a causa di ritardi bancari mi vedevo costretta a dare la mia disponibilità a rogitare entro il 30 giugno compatibilmente con i tempi bancari. Alla mia risposta, il 15 giugno, seguì una diffida ad adempiere ex art 1454 cc, inviata questa volta direttamente dal loro avvocato, con la quale mi invitava ad adempiere entro il termine perentorio di 15 giorni e che qualora non venisse effettuato il rogito, il contratto si intendeva risolto, la caparra trattenuta e si riservava il diritto di chiedere il risarcimento. Da quel momento in poi, mi sono affidata anch'io ad un legale. Ma per ulteriori ritardi non siamo potuti andare in atto il 30 giugno, ma dovremmo farlo domani 4 luglio. Spero di essere stata più chiara. Grazie per le risposte.