lale79

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Buonasera a tutti, vorrei sottoporre alla vostra attenzione e alla vostra esperienza la mia situazione.
Ho acquistato circa 4 anni fa un bilocale con ingresso indipendente con accesso dal giardino condominiale di un residence. L'appartamento ha il giardino privato che si sviluppa su tre lati dell'appartamento al quale vi si accede tramite cancelletto chiuso da un piccolo catenacco. Sul lato dell'appartamento vi è una scala antincendio che porta ai garage sottostanti, tutta recintata e chiusa a sua volta da un cancelletto che dà accesso direttamente al mio cortile anziché al cortile condominiale. Quando ho acquistato mi hanno detto che l'unico accorgimento che dovevo avere era di non chiudere con lucchetto né il cancello della scala, né il cancello di accesso alla mia proprietà, in modo che in caso di incendio nei garage fosse possibile mettersi al sicuro passando dal mio cortile e dal mio cancello d'ingresso per arrivare nel giardino condominiale. Volendo rivendere l'appartamento, da potenziali acquirenti mi è stato fatto notare che non è legale che una scala antincendio abbia l'unico sbocco su una proprietà privata e ho provveduto a fare ulteriori ricerche. E' venuto fuori che questa scala antincendio in realtà non esiste: non esiste nelle piantine della casa e non è presente nemmeno nella planimetria catastale. Ho allora contattato l'Amministratrice di condominio per avere delucidazioni e mi ha confermato che effettivamente le carte non sono molto chiare e probabilmente c'è stata una modifica di costruzione in corso d'opera che non è stata documentata da nessuna parte. Ho saputo che è stata multata la ditta costruttrice dai vigili del fuoco per aver costruito la scala antincendio su una proprietà privata, ma altro non è stato fatto (o almeno questo è quello che mi è stato riferito). Nel Residence (composto da 4 palazzi e due parchi condominiali) oltre al mio appartamento ve n'è un altro con la stessa situazione. L'inquilino ha provveduto a chiudere il cancello della scala e l'accesso alla sua proprietà (diversamente da me lui accede all'appartamento dalla scala interna del condominio) e per questo motivo ha sollevato l'ira dei condomini perché i vigili del fuoco al prossimo sopralluogo potrebbero rifiutare l'agibilità dei garage venendo a mancare la seconda scala antincendio. Personalmente non è stato un problema lasciare il cancello socchiuso con il solo catenaccio senza lucchetto per eventuali incendi, ma vorrei poter vendere l'immobile privo di vizi. Inoltre mi sono chiesta: se qualcuno facendo le scale dovesse inciampare e farsi male (troppe volte i bambini si ritrovano nei sottopassaggi per giocare con biciclette e skateboard), dal momento che la scala "non esiste", ma si sviluppa su quella che dovrebbe essere (da planimetria catastale) la mia proprietà, di chi è la responsabilità? Non credo che la mia assicurazione sia d'accordo a coprirmi per i danni a terzi!!
L'Amministratrice e i condomini hanno proposto di fare un corridoio (a mie spese) per far arrivare l'accesso della scala antincendio fino al confine e quindi al giardino condominiale, ma oltre a privarmi di alcuni metri quadri di mia proprietà (saranno circa 1,5x3 o più), perderei anche la possibilità di girare attorno all'appartamento passando dal giardino.
Cosa mi consigliate? Un avvocato o posso risolvere la situazione in altra maniera?
Vi ringrazio per l'attenzione che vorrete darmi. Se non è chiara la situazione sono disponibile a inviare qualche foto o la planimetria catastale per chiarire la situazione reale.
Grazie e buona serata a tutti.
 
V

Valerio Spallina

Ospite
Bisognerebbe approfondire il parere dei VV.Fuoco.
A prima lettura, mi viene in mente la possibile similitudine con le servitù di passaggio, che se applicabile (dottrina e giurisprudenza da studiare) comporterebbe la permanenza della situazione attuale di cancello aperto ed avrebbe torto il condomino che ha chiuso il cancello.

Trovo assurdo che venga chiesto il corridoio a tue spese e con perdita di spazio che hai comprato. Spero altri del Forum aprano altri spunti prima di una eventuale sintesi sul da farsi.
 
V

Valerio Spallina

Ospite
Ritorno sulla tua discussione, per dirti che dopo una seconda riflessione, resto sempre più convinto che ci si deve muovere nell'ambito della dottrina e giurisprudenza delle Servitù prediali-servitù di passaggio.

Non faccio alcun riferimento a problematiche catastali ed urbanistiche, perchè non sono un conoscitore di tali settori.

1) La pretesa dei condomini, per cui tu dovresti privarti di una porzione della tua proprietà per costruire un corridoio, non ha, a mio parere, alcun fondamento, in quanto tu, al più, hai acquistato sapendo di questa servitù di passaggio e non ti possono imporre ulteriori oneri.

2)Anzi, ritengo, se corretta la mia lettura del Codice Civile, che sei tu che hai dei diritti di maggior tutela della tua privacy, cioè la servitù di passaggio non può essere immotivata, ma solo in caso di INCENDIO, cioè in caso di evento altamente improbabile e non per puro piacer di qualcuno tipo i ragazzi che giocano nel tunnel del garage o di chi vuole passare di lì per comodità.
Per assicurati la dovuta privacy e sicurezza, a mio parere e se approvabile dai VV.Fuoco, gli accessi al tuo cortile da parte di altri condomini dovrebbero avvenire attraverso porte e cancelli (se tecnicamente istallabili) dotati di maniglione antipanico ed allarmati, cioè dotati di avviso acustico in caso di apertura, in modo che tu sia avvertita che qualcuno è entrato nella tua proprietà
(ottimo deterrente per passaggi inutili)
Il costo di queste porte , secondo la mia interpretazione del C.C., deve essere a carico di tutti i condomini in ragione dei millesimi di proprietà (tu potresti essere addirittura esente se non hai posto in garage).

Quindi : per i problemi catastali/urbanistico, spero intervengano gli amici del forum ; sul punto 2) un tecnico abilitato nell'antincendio potrebbe vedere se attuabile tecnicamente la soluzione da me proposta (senza conoscere i luoghi) e la sua compatibilità con la sicurezza antincendio VV.Fuoco.

Chiarito il quadro tecnico, andrebbe avviato un chiarimento legale.

Tecnico+legale.

Spero di non avere sbagliato l'impostazione di riferimento Servitù prediali.
 

m.barelli

Membro Attivo
Professionista
Nel tuo caso terrei conto dei seguenti elementi.

-Detto molto terra terra, il momento più adatto per chiarire questi aspetti sarebbe dovuto essere quello della sottoscrizione da parte tua dell’atto di acquisto, dove tra l’altro dovrebbe essere stato scritto che confermavi che l’immobile “era di tuo gradimento” e che acquistavi l’immobile “nello stato di fatto e di diritto in cui si trovava”. Un immobile così sembra quindi essere rivolto a quel segmento di mercato che non bada a questi particolari, a fronte di eventuali altri vantaggi, e come l’hai comprato tu dovresti ora a tua volta trovare uno che se lo compra.

-volendo invece disquisire sugli aspetti legali in cerca di un appiglio per ribaltare questa situazione, procederei con il seguente sistema

a.preferibilmente con l’assistenza di un tecnico reperirei ed esaminerei la seguente documentazione: elaborato planimetrico dell’edificio (è un elaborato catastale) che, se c’è, definisce in dettaglio le parti comuni dell’edificio; regolamento di condominio che, se fatto bene, stabilisce le proprietà comuni e le relative servitù; abitabilità dell’edificio; pratica di prevenzione incendi presso l’archivio dell’Ufficio Prevenzione del Comando dei VV.F.; progetto approvato depositato presso l’archivio del Comune
b.riguardo la causa della contraddizione riscontrata nella documentazione una ipotesi, tra le altre possibili, che verificherei è la seguente: finita la costruzione dell’edificio, il costruttore potrebbe avere chiesto l’abitabilità producendo, tra l’altro, riguardo la prevenzione incendi una D.I.A. per l’attività Autorimessa (procedura analoga, ma diversa dalla D.I.A. edilizia) autocertificando che per la prevenzione incendi era tutto in regola. Ottenuta così l’abitabilità dal Comune anche sulla base della anzidetta autocertificazione, successivamente è venuto il sopralluogo dei VV.F., che gli hanno fatto la multa perché hanno riscontrato che l’Autorimessa in regola non era. In sintesi l’agibilità dell’Autorimessa, in questa ipotesi, sarebbe viziata per essere stata ottenuta con dichiarazioni false.
c.verificherei infine se fosse possibile che il percorso max di circa 30 m (se adesso non ricordo male) delle vie di fuga possa essere ottenuto, in alternativa alla scala che qui interessa, con altre uscite per esempio con l’apertura di un passaggio pedonale agli ingressi carrabili dell’Autorimessa od in altra uscita.

Un saluto
 

SALVES

Membro Senior
Professionista
Ricalcando quanto suggerito da m.barelli io lo imposterei in questo modo:
verificherei l'esistenza della scala sia urbanisticamente e catastalmente ed eventuale servitù in regolamento, ma approffittando del fatto dell'inesistenza o conferma della seguente ma non correttamente trascritto nei rogiti di proprietà, inviterei l'amministratrice mediante richiesta scritta della sistemzione sia della parte inerenti i diritti del suolo su cui grava la scaa e sia sulla risoluzione di quanto occorre urbanisticamente e catastalmente per correggere tutta la situazione, in conformità alla norme sulla proprietà e norme di sicurezza antincendio, urbanistiche e quant'altro.

Ciao salves
 

lale79

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Rispondo a Valerio Spallina:
Sono perfettamente d'accordo sull'impossibilità da parte degli altri condomini di obbligarmi a lavori nella mia proprietà privata con interventi che tra l'altro mi priverebbero oltre che di suolo anche del giardino continuo sui tre lati dell'appartamento.
Purtroppo la situazione attuale non permetterebbe l'installazione di una porta con maniglia antipanico o addirittura un avviso sonoro, in quanto la scala è a "cielo aperto" e si sviluppa a fianco dell'edificio, anche se nella mia proprietà.

A M. Barelli, invece, rispondo:
Indubbiamente ho acquistato la casa "nello stato di fatto e di diritto in cui si trovava” e oltre a questo nell'atto di acquisto è specificato anche che l’immobile “era di mio gradimento”. Infatti per i quattro anni che vi ho abitato non mi sono mai posta il problema delle servitù di passaggio o di lasciare aperto o chiuso il cancello della scala antincendio. Il problema è sopraggiunto quando, come ho detto, potenziali acquirenti hanno rinunciato all'acquisto o addirittura agenzie immobiliari non hanno voluto prendere in consegna l'appartamento perché "viziato da una situazione non chiara" e un inquilino con l'analogo "problema" ha sollevato un vespaio in assemblea condominiale. Il notaio, al momento dell'acquisto non mi ha fornito né planimetrie, né documentazione inerente all'immobile (che ho provveduto io personalmente a richiedere all'ufficio edilizia e all'ufficio provinciale del catasto), per non parlare delle carenze dell'agente immobiliare che mi ha "venduto" qualcosa di diverso da quello che è poi stato trascritto nell'atto notarile. Colpa mia, della mia ingenuità nel fidarmi di quel che mi si diceva e della mia ignoranza in materia. Detto questo, ho verificato rileggendo tutto il Regolamento condominiale e qui non si fa alcun riferimento a servitù di passaggio in nessun punto. Provvederò, sicuramente nella prossima settimana, a richiedere eventuale altra documentazione all'ufficio edilizio del Comune interessato e a richiedere presso i VV.F la modalità di accesso agli atti. So che l'altro inquilino ha avuto alcune difficoltà, almeno per quanto riguarda le pratiche depositate degli archivi comunali, perché probabilmente c'è qualcosa che non si deve divulgare.

Rispondendo a Salves:
Avendo io acquistato un appartamento che non prevede (se verrà confermato dalla pratica di prevenzione incendi presso l’archivio dell’Ufficio Prevenzione del Comando dei VV.F. E dal progetto approvato depositato presso l’archivio del Comune) una servitù di passaggio, non mi sembra molto proficuo chiedere all'amministratrice di provvedere a farla registrare adesso. Egoisticamente non ho un garage di mia proprietà, pertanto se dovesse essere inficiata la sicurezza dei garage non ne avrei un danno, cosa che invece si verificherebbe se mi accollassi una servitù non esistente al momento dell'acquisto. Il bene del condominio prevale davvero sulla mia proprietà? Nel mio caso con un intervento che sarebbe sicuramente di gran lunga costoso e invasivo, si potrebbe prolungare il tunnel sottostante la mia proprietà per farlo sboccare nel parco condominiale, e chiudere l'apertura nella mia proprietà con grate. Ripeto: questo sarebbe un intervento molto grosso, ma potrebbe essere un'alternativa alla trascrizione di una servitù inesistente al momento del rogito. Oltre a non avere idea di chi potrebbe approvare un intervento del genere, non credo che i condomini sarebbero d'accordo in quanto obbligarmi alla trascrizione di una servitù sarebbe sicuramente più comoda ed economica per loro.

Allora la mia domanda a questo punto è questa: se la servitù non esiste (cosa che cercherò di approfondire ulteriormente) a che cosa incorro chiudendo il cancello con un lucchetto? O molto più semplicemente, non avendo io interesse a discutere con gli altri condomini: posso vendere l'appartamento affermando che il cancello può essere chiuso mediante lucchetto perché la scala è irregolare? Rimane sempre la domanda: se qualcuno inciampa sulla scala antincendio, la responsabilità è del condominio o mia perché sulla mia proprietà?
Grazie ancora per l'attenzione e vi aggiornerò sulla documentazione reperita.
Alessia
 
V

Valerio Spallina

Ospite
Riguardo la mia nota, sei sicura che non sia possibile tecnicamente :
1) metter una porta antipanico all'inizio della scala lato garage : cioè sul primo gradino per chi scappa dal garage ? Mi sembra che possa essere fattibile e con spesa limitata.
2) trasformare il tuo cancello in porta antipanico, rendendolo "cieco" con una lamiera? L'apertura di tale porta sarebbe con chiave dall'esterno, con maniglione dall'interno.

Così il tuo cortile sarebbe una via di fuga per un evento altamente improbabile, la tua privacy e sicurezza salvaguardata da un sistema di allarme, specie sul passaggio dal garage.

I costi, visto che non hai garage, sono a carico dei possessori del garage ( secondo la mia interpretazione del Codice Civile : spese a carico del fondo "dominante" .

Poi dovresti prentendere di regolarizzare la situazione catastale/urbanistica.

Tutto questo, insisto, servirebbe a regolarizzire e regolamentare
una servitù che c'è.

Il contenzioso legale potresti vincerlo o perderlo, infatti mi sembra un problema giuridico di elevata aleatorietà e si rischierebbe di arrivare fino in Cassazione, con rischi di spese elevate attribuite in compensazione ( ognuno paga il suo). Il che significherebbe decine di migliaia di euro.

Se avessi io il tuo problema cercherei questo compromesso legato ad EVENTO/INCENDIO molto improbabile ( ed in quel caso vuoi esimerti a salvare vite umane che scappano ? ).

Il tuo disagio sarebbe minimo.
Il bene tornerebbe compravendibile (con la regolarizzazione).

Giuridicamente il tema Servitù, prediali e non, è uno dei più complessi e sofisticato.

Importante è regolarizzare i documenti per la vendita, il passaggio è molto improbabile.

Ciao
 

lale79

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Confermo che vedo poco applicabile la soluzione del maniglione antipanico, anche perché sarebbe davvero antiestetico!
Ribadisco che non è mai stato un problema per me lasciare il passaggio libero esclusivamente per emergenza e potrebbe continuare così, fermo restando che dev'essere un passaggio di emergenza, ma questo è stato puntualizzato anche dall'amministratrice quando alcuni condomini hanno questionato sul voler passare dalla scala "per comodità". Piuttosto che un segnale acustico, potrei disincentivare eventuali passaggi con l'installazione di una telecamera opportunamente segnalata che inquadri esclusivamente sulla mia proprietà. Ma il problema è davvero marginale.
Il dubbio che mi rimane è questo: le servitù per esistere non devono essere trascritte da qualche parte? e se non sono trascritte nel regolamento, né nelle planimetrie, come si fa a parlare di servitù?
Invio in allegato alcune foto e due file: nella planimetria catastale, abbiate pietà, ho "disegnato" io la scala antincendio e il cancello d'ingresso alla mia proprietà in rosso. Non ho assolutamente rispettato le proporzioni se non ad occhio.
L'interesse a regolarizzare la scala da un punto di vista catastale non dovrebbe essere in primis del condominio e in particolare dei proprietare dei garage? Nel caso volessi far trascrivere la servitù di passaggio e regolarizzare la scala al catasto, le spese dovrei sostenerle io o il condominio che ha un interesse diretto (anche più del mio) a vedersi riconoscere la scala antincendio e la servitù?
Grazie ancora infinitamente
Alessia
 

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V

Valerio Spallina

Ospite
ciao Alessia,

le foto rivelano una situazione come grosso modo immaginavo.

La scelta fra telecamera o maniglione antipanico è ovviamente a tuo gradimento, ma entrambe applicabili. Il maniglione antipanico mi sembra dia una protezione anche psicologica di privacy : i condomini ci penserebbero 1000 volte prima di aprire una "uscita di emergenza". Una telecamera in più non guasterebbe ed oggi hanno costi accettabili per un condominio

Andiamo al problema, a mio parere, principale

Dall tuo inizio/discussione tu dici di voler vendere e le agenzie immobiliari hanno declinato per irregolarità varie.

L'obiettivo principale dovrebbe essere rendere compravndibile l'immobile : come ?

1)Risolvere tutte le irregolarità documentali su cui il notaio e l'acquirente possano sollevare obiezioni, incluso chiarezza regolamento di condominio sul passaggio solo in caso di fuga o con circolare dell'amministratore.

2)Rendere esteticamente e psicologicamente irrilevante i passaggio della scala : porta antipanico, telecamera o meno, qualche pianta verde mimetizzante.

I costi di tutto questo dovrebbero essere a carico dei proprietari dei garage ( o da negoziare ).

La negazione della Servitù richiederebbe, ritengo, un contenzioso legale costoso :
-avvocato
-perizie tecniche di ufficio e di parte
-spese di tribunale ( notifiche, tasse di registro etc.)

Il tutto, costi a parte, con 4-5 anni di giudizio, a meno di ricorrere a mediazione, pure abbastanza costosa (aspetti tecnici e giuridici).

L'esito è aleatorio ( se fossi io un tuo avversario condomino saprei difendermi bene su alcuni punti di tue sviste precedenti, anche al momento dell'atto notarile.

La trattativa extragiudiziale con il condominio resta, secondo me, la più BREVE, ECONOMICA e SICURA ( qualche tua piccola concessione potrebbe aiutare ).

Altrimenti spera i VV.FF facciano chiudere la scala perchè è illegale ( ma fino ad ora non hanno fatto niente ).

Cerca alleanza anche dell'altro condomino che ha chiuso il cancello (sbagliando).

A tua disposizione, dove posso, per continuare a discuterne.
 

SALVES

Membro Senior
Professionista
Da quello che ho visto dai grafici e foto quello che posso consigliarti è:
1) fare ripristinare i luoghi cosi come dai diritti acquisiti con i rogiti;
oppure
2) regolarizzare la situazione con una soluzione meno gravosa alla tua propietà chiedendo un adeguato indennizzo per l'area occupata senza alcun autorizzazione e titolo, con addebito di tutte le spese tecniche amminstrative e realizzative di quanto occorre per regolarizzare e completare l'opera a carico del condominio.

Qanto adesso riscritto non è altro a cosa alludevo nella risposta precedente che trova maggiore riconferma da quanto visto dai tuoi grafici e foto.

Ciao salves
 

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