Il mercato immobiliare è in mano alle banche, tramite i mutui generano enormi profitti praticamente a costo 0.
Fin tanto che il mercato tira, hanno tutte l'interesse a far crescere i prezzi delle case; maggiori i prezzi, maggiori i mutui, maggiori i guadagni.
E così si spiega come mai, un bene il cui valore in teoria dovrebbe decrescere nel tempo -come tutti i beni in questo mondo, per deperibilità, abbondanza, ecc-, senza alcun criterio che non sia la maggiore disponibilità economica delle persone (più soldi hanno le persone in tasca, più ne possono intascare le banche), ed ecco che le case "magicamente" aumentano di valore.
Poi arriva la crisi, crisi di tutto il mondo occidentale industrializzato, e si scopre che il meccanismo si è tirato fin troppo, ed ora si strappa; si perde forza lavoro, chi ha acceso un mutuo in passato non è più in grado di pagarlo, i mutui diventano sempre più precari (l'ipoteca dell'immobile prima era una risorsa, adesso è solo peso morto) e le banche vedono diminuire i loro profitti.
Però non possono diminuire i prezzi a dismisura, perchè le banche per regolare il prezzo delle case sono sia proprietarie delle stesse che prestatrici di soldi, sono in entrambi i lati del gioco; non possono liquidare gli asset immobiliari a prezzi stracciati, farebbero crollare i prezzi di tutte gli altri immobili sul mercato, e di conseguenza verrebbe meno il lucro sui mutui.
Classica situazione uroborica, che può avere una sola soluzione: la presa di coscenza di adagiarsi su un piano di ricchezza più basso, allineato con la reale forza lavoro del paese.