Secondo me l'unica è rifarsi a cosa dice nel dettaglio ciascuna Convenzione. Da quello che ho visto, nel Comune di Roma le varie Convenzioni si sono evolute nel tempo cambiando le clausole relative alla Locazione, in special modo per le Convenzioni fatte proprio per i casi in cui il Costruttore/Cooperativa invece di realizzare alloggi per la vendita li realizzava proprio per la Locazione permanente e le percentuali da applicare sul prezzo massimo di cessione erano diverse da quella prevista, a suo tempo, per il c.d. "equo canone".su come interpreta Santi dovrebbe essere cosi, putroppo non ho il libro per approfondire l'argomento, ma se leggo le pagine 214 e 215 qualche dubbio mi resta e non escludo che mi manca qualche passaggio. Forse la soluzione è attenersi alla propria convenzione.
Un'altra considerazione importante da fare è che, ai tempi del "Equo Canone" l'unica tassazione su quanto incassato dai proprietari come canone di locazione era l'IRPEF, mentre, ultimamente, con l'avvento dell'IMU, se si va ad applicare l'Equo canone (che andrebbe anche ad escludere l'applicazione della c.d. "cedolare secca") si rischia di dover affittare "a gratis" (dopo aver tolto tutte le tasse statali e locali) e, a questo punto, se non serve più come alloggio familiare date le mutate condizioni (es.: nascita di altri figli o trasferimento sede di lavoro) tanto vale tenersi l'appartamento sfitto, quantomeno per non correre il rischio di vederselo distruggere da conduttori maldestri ...