Debora1

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Buongiorno a tutti!Oggi ho sentito un impiegato del Dipartimento che mi ha detto che stanno procedendo alla scannerizzazione delle domande e all'invio di tutto il materiale a Risorse per Roma.Vi risulta?Mi ha detto poi di contattare Risorse per avere maggiori informazioni (altro scarica barile?).Qualcuno ha notizie più veritiere?
 

Santi60

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Mi piacerebbe capire come ciò sia stato possibile. @ingelman , @ab.qualcosa , veramente a Roma, in presenza dei vincoli di convenzione ancora efficaci, si poteva acquistare un immobile in diritto di superficie a prezzo di mercato?
A Roma, come è successo a me, non era raro il caso, anzi era quasi una regola che anche che l'impresa costruttrice/cooperativa non vendeva al prezzo massimo previsto dalla convenzione. Il mio caso (lo stesso vale per tutti i condomini del mio palazzo) è emblematico: nel 1991 lo stesso "notaio" (senza offesa per i notai onesti) che aveva stipulato la convenzione fra Comune di Roma ed Impresa, quando ho chiesto di allegare al mio atto di acquisto la Lista dei prezzi massimi, come previsto dalla convenzione da lui stesso stipulata qualche hanno prima, mi ha risposto che non esisteva nessuna lista e che per l'impresa garantiva lui. Se non volevo firmare l'atto , potevo farlo ma avrei perso tutta la cifra in contanti già versata (mancava solo da pagare le rate di mutuo) e l'impresa avrebbe potuto vendere ad altri! Ovviamente, turandomi il naso ho firmato, ma ho fatto causa all'impresa. Dopo 5 anni di lotta legale , anche se dopo molta insistenza, quando è cambiata l'amministrazione comunale, la famosa lista dei prezzi massimi, accuratamente tenuta nascosta dai funzinri comunali (era stata depositata nel 1989) , è venuta fuori e si è scoperto che tutti nello stesso palazzo avevamo pagato un prezzo molto più alto (considerando altri trucchi contabili applicati dall'impresa con il ricatto di non consegnare l'appartamento abbiamo, in pratica, pagato il prezzo di mercato).Purtroppo, nel frattempo l'impresa (nascosta dietro una Soc Cooperativa a r.l.) aveva venduto tutti gli appartamenti da anni ed il ridicolo capitale sociale non sarebbe neanche bastato a pagare uno dei condomini figuriamoci tutti e 99! Quindi la causa è finita in una bolla di sapone. Abbiamo anche fatto un esposto alla Procura della Repubblica ed al nuovo Sindaco di Roma nel 1995, ma dopo la fase istruttoria, il Procuratore della Repubblica è stato trasferito in un piccolo centro del nord Italia, ed il Sindaco si è guardato bene dal rispondere (vi dice niente "Mafia Capitale"?). Adesso,, con l'ultima delibera Tronca , tutti quelli che a suo tempo, come primi acquirenti, abbiamo già pagato un prezzo di mercato (e siamo in tanti poiché tutti quelli che ho incontrato hanno pagato, in nero o con trucchi omertisi come nel mio caso, un prezzo di mercato) dobbiamo ripagare allo stessi comune di Roma, che, quando doveve, non ha controllato, un "pizzo" per poter avere la possibilità di rivendere. Per inciso, tale Delibera di Tronca, non mi pare del tutto legittima, quantomeno non del tutto. Infstti, ai sensi del comma 46 dell'art 31 della legge 448/98, è consentito di trasformare il diritto di superficie in proptieta tramite una convenzione integrativa che libera da subito dal vincolo superficiali dei 99 anni e, trascorsi 20 anni e oltre dalla convenzione originaria, anche dai vincoli del prezzo massimo (questo è quello che avviene in tutti gli altri Comuni d'Italia ed avveniva anche a Roma fino a qualche mese fa in virtù di una Delibera del 2003). Adesso, invece, la Delibera Tronca (nr. 40/2016) impone un ulteriore pagamento, non inferiore al 30% di quello calcolato ai sensi del comma 48 della stessa Legge citata, per ottenere l"affrancamento dal vincolo del prezzo massimo anhhe per le convenzioni integrative di trasformazione del diritto di superficie già scadute dopo 20 anni dalla convenzione originarua. In fatti la Delibera in questione ha traviasto lo scopo del comma 49-bis della Legge citata , che secondo l'intenzione del Legislatore doveva essere un'ulteriore facilitazione per l'affrancamento ad un prezzo ridotto senza fare la trasformazione del diritto di superficir, oppure per interrompere prima dei 20 anni il vincolo del prezzo massimo, quelli del comma 46 della stessa legge, facendolo diventare un onere AGGIUNTIVO a quello della trasformazione anche i 20 anni fossero già scaduti.
Soprattutto per chi, come me, ha già pagato un prezzo di mercato all'impresa costruttrice, mi sorge il dubbio che, la situazione che si delinea è quella che rasenta una TRUFFA legalizzata compiuta, per altro, dalla Pubblica Amministrazione, o mi sbaglio?
 

Nicestar

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A Roma, come è successo a me, non era raro il caso, anzi era quasi una regola che anche che l'impresa costruttrice/cooperativa non vendeva al prezzo massimo previsto dalla convenzione. Il mio caso (lo stesso vale per tutti i condomini del mio palazzo) è emblematico: nel 1991 lo stesso "notaio" (senza offesa per i notai onesti) che aveva stipulato la convenzione fra Comune di Roma ed Impresa, quando ho chiesto di allegare al mio atto di acquisto la Lista dei prezzi massimi, come previsto dalla convenzione da lui stesso stipulata qualche hanno prima, mi ha risposto che non esisteva nessuna lista e che per l'impresa garantiva lui. Se non volevo firmare l'atto , potevo farlo ma avrei perso tutta la cifra in contanti già versata (mancava solo da pagare le rate di mutuo) e l'impresa avrebbe potuto vendere ad altri! Ovviamente, turandomi il naso ho firmato, ma ho fatto causa all'impresa. Dopo 5 anni di lotta legale , anche se dopo molta insistenza, quando è cambiata l'amministrazione comunale, la famosa lista dei prezzi massimi, accuratamente tenuta nascosta dai funzinri comunali (era stata depositata nel 1989) , è venuta fuori e si è scoperto che tutti nello stesso palazzo avevamo pagato un prezzo molto più alto (considerando altri trucchi contabili applicati dall'impresa con il ricatto di non consegnare l'appartamento abbiamo, in pratica, pagato il prezzo di mercato).Purtroppo, nel frattempo l'impresa (nascosta dietro una Soc Cooperativa a r.l.) aveva venduto tutti gli appartamenti da anni ed il ridicolo capitale sociale non sarebbe neanche bastato a pagare uno dei condomini figuriamoci tutti e 99! Quindi la causa è finita in una bolla di sapone. Abbiamo anche fatto un esposto alla Procura della Repubblica ed al nuovo Sindaco di Roma nel 1995, ma dopo la fase istruttoria, il Procuratore della Repubblica è stato trasferito in un piccolo centro del nord Italia, ed il Sindaco si è guardato bene dal rispondere (vi dice niente "Mafia Capitale"?). Adesso,, con l'ultima delibera Tronca , tutti quelli che a suo tempo, come primi acquirenti, abbiamo già pagato un prezzo di mercato (e siamo in tanti poiché tutti quelli che ho incontrato hanno pagato, in nero o con trucchi omertisi come nel mio caso, un prezzo di mercato) dobbiamo ripagare allo stessi comune di Roma, che, quando doveve, non ha controllato, un "pizzo" per poter avere la possibilità di rivendere. Per inciso, tale Delibera di Tronca, non mi pare del tutto legittima, quantomeno non del tutto. Infstti, ai sensi del comma 46 dell'art 31 della legge 448/98, è consentito di trasformare il diritto di superficie in proptieta tramite una convenzione integrativa che libera da subito dal vincolo superficiali dei 99 anni e, trascorsi 20 anni e oltre dalla convenzione originaria, anche dai vincoli del prezzo massimo (questo è quello che avviene in tutti gli altri Comuni d'Italia ed avveniva anche a Roma fino a qualche mese fa in virtù di una Delibera del 2003). Adesso, invece, la Delibera Tronca (nr. 40/2016) impone un ulteriore pagamento, non inferiore al 30% di quello calcolato ai sensi del comma 48 della stessa Legge citata, per ottenere l"affrancamento dal vincolo del prezzo massimo anhhe per le convenzioni integrative di trasformazione del diritto di superficie già scadute dopo 20 anni dalla convenzione originarua. In fatti la Delibera in questione ha traviasto lo scopo del comma 49-bis della Legge citata , che secondo l'intenzione del Legislatore doveva essere un'ulteriore facilitazione per l'affrancamento ad un prezzo ridotto senza fare la trasformazione del diritto di superficir, oppure per interrompere prima dei 20 anni il vincolo del prezzo massimo, quelli del comma 46 della stessa legge, facendolo diventare un onere AGGIUNTIVO a quello della trasformazione anche i 20 anni fossero già scaduti.
Soprattutto per chi, come me, ha già pagato un prezzo di mercato all'impresa costruttrice, mi sorge il dubbio che, la situazione che si delinea è quella che rasenta una TRUFFA legalizzata compiuta, per altro, dalla Pubblica Amministrazione, o mi sbaglio?
Perfetto! Per cronistoria e conclusione. Combacia al millesimo con la mia esperienza.
 

mrc70

Membro Junior
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A Roma, come è successo a me, non era raro il caso, anzi era quasi una regola che anche che l'impresa costruttrice/cooperativa non vendeva al prezzo massimo previsto dalla convenzione. Il mio caso (lo stesso vale per tutti i condomini del mio palazzo) è emblematico: nel 1991 lo stesso "notaio" (senza offesa per i notai onesti) che aveva stipulato la convenzione fra Comune di Roma ed Impresa, quando ho chiesto di allegare al mio atto di acquisto la Lista dei prezzi massimi, come previsto dalla convenzione da lui stesso stipulata qualche hanno prima, mi ha risposto che non esisteva nessuna lista e che per l'impresa garantiva lui. Se non volevo firmare l'atto , potevo farlo ma avrei perso tutta la cifra in contanti già versata (mancava solo da pagare le rate di mutuo) e l'impresa avrebbe potuto vendere ad altri! Ovviamente, turandomi il naso ho firmato, ma ho fatto causa all'impresa. Dopo 5 anni di lotta legale , anche se dopo molta insistenza, quando è cambiata l'amministrazione comunale, la famosa lista dei prezzi massimi, accuratamente tenuta nascosta dai funzinri comunali (era stata depositata nel 1989) , è venuta fuori e si è scoperto che tutti nello stesso palazzo avevamo pagato un prezzo molto più alto (considerando altri trucchi contabili applicati dall'impresa con il ricatto di non consegnare l'appartamento abbiamo, in pratica, pagato il prezzo di mercato).Purtroppo, nel frattempo l'impresa (nascosta dietro una Soc Cooperativa a r.l.) aveva venduto tutti gli appartamenti da anni ed il ridicolo capitale sociale non sarebbe neanche bastato a pagare uno dei condomini figuriamoci tutti e 99! Quindi la causa è finita in una bolla di sapone. Abbiamo anche fatto un esposto alla Procura della Repubblica ed al nuovo Sindaco di Roma nel 1995, ma dopo la fase istruttoria, il Procuratore della Repubblica è stato trasferito in un piccolo centro del nord Italia, ed il Sindaco si è guardato bene dal rispondere (vi dice niente "Mafia Capitale"?). Adesso,, con l'ultima delibera Tronca , tutti quelli che a suo tempo, come primi acquirenti, abbiamo già pagato un prezzo di mercato (e siamo in tanti poiché tutti quelli che ho incontrato hanno pagato, in nero o con trucchi omertisi come nel mio caso, un prezzo di mercato) dobbiamo ripagare allo stessi comune di Roma, che, quando doveve, non ha controllato, un "pizzo" per poter avere la possibilità di rivendere. Per inciso, tale Delibera di Tronca, non mi pare del tutto legittima, quantomeno non del tutto. Infstti, ai sensi del comma 46 dell'art 31 della legge 448/98, è consentito di trasformare il diritto di superficie in proptieta tramite una convenzione integrativa che libera da subito dal vincolo superficiali dei 99 anni e, trascorsi 20 anni e oltre dalla convenzione originaria, anche dai vincoli del prezzo massimo (questo è quello che avviene in tutti gli altri Comuni d'Italia ed avveniva anche a Roma fino a qualche mese fa in virtù di una Delibera del 2003). Adesso, invece, la Delibera Tronca (nr. 40/2016) impone un ulteriore pagamento, non inferiore al 30% di quello calcolato ai sensi del comma 48 della stessa Legge citata, per ottenere l"affrancamento dal vincolo del prezzo massimo anhhe per le convenzioni integrative di trasformazione del diritto di superficie già scadute dopo 20 anni dalla convenzione originarua. In fatti la Delibera in questione ha traviasto lo scopo del comma 49-bis della Legge citata , che secondo l'intenzione del Legislatore doveva essere un'ulteriore facilitazione per l'affrancamento ad un prezzo ridotto senza fare la trasformazione del diritto di superficir, oppure per interrompere prima dei 20 anni il vincolo del prezzo massimo, quelli del comma 46 della stessa legge, facendolo diventare un onere AGGIUNTIVO a quello della trasformazione anche i 20 anni fossero già scaduti.
Soprattutto per chi, come me, ha già pagato un prezzo di mercato all'impresa costruttrice, mi sorge il dubbio che, la situazione che si delinea è quella che rasenta una TRUFFA legalizzata compiuta, per altro, dalla Pubblica Amministrazione, o mi sbaglio?
E' vero, concordo sul fatto che è una TRUFFA portata avanti da una Amministrazione in malafede e leguleia (che è pure un muro di gomma).

Anche la storia del prezzo massimo di vendita, anche se contornata da leggi e regolamenti con un fine sociale elevato, mi sembra tanto un meccanismo per nascondere forme di aiuti di stato alle imprese. In fondo è un meccanismo molto simile a quello applicato alle rottamazioni delle auto o ai decoder ma mentre quelli sono beni che hanno un tempo di vita limitato, le case invece sono beni che hanno un mercato che si rivaluta nel tempo e che ne cambia il costo su tempi molto lunghi per cui il concetto di prezzo massimo di cessione è di ampio e anche rapida variabilità. Ci sono molti casi in cui i soci delle cooperative edilizie hanno dovuto pagare molto di più del preventivato per poter vedere completati i lavori oppure ci sono casi in cui aree urbane PEEP sono integrate nel tessuto urbano per cui per i successivi proprietari è complicato andare acquistare a prezzi di mercato (anche perché sulle terze e quarte vendite negli atti possono essere nascosti i riferimenti agli atti precedenti semplicemente per un rimando o un riferimento. Ad esempio, in un mercato come quello di Roma, può essere immaginabile la compravendita di immobili a metà prezzo magari in prossimità di una fermata della metro perché costruito in area PEEP a fine degli anni '70?

Io ci vedo interessi speculativi intorno a questa storia del prezzo massimo per alternare significativamente i rapporti di mercato ma è solo una ipotesi e non saprei dire chi, cosa e quanti soldi ci sono dietro (è solo una mia idea).
 

Uscita12

Membro Junior
Privato Cittadino
La legge per l'edilizia agevolata non c'è solo a Roma..ma solo a Roma sono successe queste cose assurde!

I veri delinquenti sono le persone complici di tutto questo caos: amministrazioni e notai!

Possibile che in Italia a pagare dobbiamo essere noi cittadini?
 

Uscita12

Membro Junior
Privato Cittadino
Perfetto! Per cronistoria e conclusione. Combacia al millesimo con la mia esperienza.
possibile che nessuna TV di denuncia (a parte Piazza Pulita che non ha raccontato proprio tutto..) riesca a far emergere questa faccenda a livello nazionale?

Possibile che dobbiamo rimanere in balia di una ingiustizia subita da parte dell'amministrazione pubblica?
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Convengo con @Santi60 che si è trovato al centro di una doppia truffa: una da parte della Cooperativa venditrice e una da parte del Comune che, a mio parere, sapeva benissimo dei prezzi ritoccati, ma si è girato dall'altra parte per non vedere...

E trovo assolutamente ingiusto che dobbiate pagare un doppio "obolo": penso che sia un escamotage per salvare almeno parzialmente le casse del Comune...

Per quanto riguarda @mrc70, quando sono nate, le Convenzioni di Edilizia Economico Popolare avevano senso, anche per quanto riguarda il prezzo massimo di cessione: nei primi anni, si trattava di immobili che costavano parecchio meno rispetto all'edilizia libera ed evitare che fossero venduti a prezzo di mercato aveva un significato, diciamo così, etico.

Anche il deprezzamento (5% dopo i primi 5 anni, 10% dopo 10 anni, ecc.) aveva un senso trattandosi di un periodo storico in cui l'edilizia popolare era molto più scarsa in qualità.
Così oggi ci troviamo appartamenti costruiti negli anni Settanta e Ottanta in zone fantastiche che, applicando il prezzo massimo di cessione, oggi dovrebbero essere venduti per es. a 40.000 euro... Praticamente un garage.

Poi il tempo è passato e il mondo è cambiato.
E' cambiata di qualità anche l'edilizia popolare, avvicinandosi parecchio a quella libera, così come i prezzi dei terreni, e il costo a mq delle aree PEEP o comunque convenzionate, è salito molto.

Per cui, il tempo è passato, il mondo è cambiato ma le convenzioni sono rimaste le stesse.
Nessuno ha mai pensato di adeguarle ai tempi, creando così un pasticcio sovrumano ovunque.
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
E' vero, concordo sul fatto che è una TRUFFA portata avanti da una Amministrazione in malafede e leguleia (che è pure un muro di gomma).

Anche la storia del prezzo massimo di vendita, anche se contornata da leggi e regolamenti con un fine sociale elevato, mi sembra tanto un meccanismo per nascondere forme di aiuti di stato alle imprese. In fondo è un meccanismo molto simile a quello applicato alle rottamazioni delle auto o ai decoder ma mentre quelli sono beni che hanno un tempo di vita limitato, le case invece sono beni che hanno un mercato che si rivaluta nel tempo e che ne cambia il costo su tempi molto lunghi per cui il concetto di prezzo massimo di cessione è di ampio e anche rapida variabilità. Ci sono molti casi in cui i soci delle cooperative edilizie hanno dovuto pagare molto di più del preventivato per poter vedere completati i lavori oppure ci sono casi in cui aree urbane PEEP sono integrate nel tessuto urbano per cui per i successivi proprietari è complicato andare acquistare a prezzi di mercato (anche perché sulle terze e quarte vendite negli atti possono essere nascosti i riferimenti agli atti precedenti semplicemente per un rimando o un riferimento. Ad esempio, in un mercato come quello di Roma, può essere immaginabile la compravendita di immobili a metà prezzo magari in prossimità di una fermata della metro perché costruito in area PEEP a fine degli anni '70?

Io ci vedo interessi speculativi intorno a questa storia del prezzo massimo per alternare significativamente i rapporti di mercato ma è solo una ipotesi e non saprei dire chi, cosa e quanti soldi ci sono dietro (è solo una mia idea).
Concordo al 1000% (no, non ho sbagliato voglio proprio dire al mille per cento!)
 

fab74

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Sono mesi che dico che dovete combattere uniti e non accettare gli spropositi dell'Amministrazione.

purtroppo non si può, ci sono molti che sono interessati solo alla problematica relativa la tempistica altri che invece sono incastrati da acquisti fatti a libero mercato ed ora a pagare ulteriormente l'affrancazione al posto dell'assegnatario originario (e molti cittadini sono ancora ignari di cosa li aspetta).
Sono anche strumenti diversi di lotta.
i primi possono sollecitare l'amministrazione a sveltire i procedimenti, i secondi "legalmente" possono solo instaurare una causa civile all'assegnatario originario... anche se trovo che sia logico provare e far esprimere le intenzioni dell' amministrazione sul pregresso che lei stessa ha generato
 

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