giannelmo

Membro Attivo
Professionista
Avete aspettato tanto per poter riscattare la superficie ed ora vi obbligano pure a pagare l'affrancazione per poter vendere. .... bella sta delibera...
Molti hanno già riscattato pagando cifre ridicole. Il problema è che il comune si muove peggio di una lumaca, le lettere con la richiesta di conguaglio per il diritto di superficie (obbligatoria) e la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà (facoltativo) arrivano col contagocce, a me è arrivata nel 2010 (giusto un mese prima che andasse in prescrizione!), ero intenzionato a pagare ma si è fermato tutto perché il comitato di quartiere ha giustamente voluto vederci chiaro sulle somme richieste per il conguaglio, visto che pare che il comune volesse farci pagare anche le cifre in più dovute agli espropri di aree dove ora ci sono uffici, strade locali divenute assi di scorrimento veloce (dalla Laurentina al nuovo centro commerciale per es.), il parco regionale del Laurentino-Acqua Acetosa, l'area archeologica... Oltre agli interessi legali che il comune per la sua incapacità ha dovuto pagare ai proprietari dei terreni espropriati, alle spese legali ecc.!!!!
Naturalmente gli esimi dirigenti del comune si sono rifiutati di produrre i documenti atti a chiarire. Quelli che hanno già riscattato sono quelli che avevano aderito alla proposta fatta agli inizi degli anni 2000 dal comune per mezzo della società Gemma (poi sciolta ed i dirigenti inquisiti e alcuni condannati), che pagarono cifre ridicole (meno di 10.000 euro per conguaglio e trasformazione). Il bello è che queste lettere (prima che arrivino non si può fare nulla) non arrivano secondo un ordine preciso (logicamente sarebbe la vetustà della convenzione), così per alcune convenzioni tutto è andato in prescrizione (regalo voluto o semplice inefficienza?), mentre ora tutti gli altri dovrebbero pagare cifre a quattro zeri.
 

Mobil

Membro Attivo
Privato Cittadino
@Mobil , quello che ho capito io leggendo e rileggendo più volte l'art. 31 della Legge 448/1998 è quanto segue:
  1. Il comma 46 doveva servire, secondo il Legislatore, a trasformare tutte le Convenzioni precedenti, sia per il Diritto di Superficie, che per il Diritto di Proprietà con maggiori vincoli rispetto a quelle del Diritto di Proprietà stipulate dopo l'entrata in vigore della Legge 179/1992, in nuove convenzioni tutte in Diritto di proprietà con vincoli equivalenti a quelli delle Convenzioni in Diritto di proprietà post Legge 179/1992. In questo modo, allo scadere di 20 anni dalla data della Convenzione originaria, TUTTI i vincoli andavano a scadere, incluso il vincolo del prezzo massimo, poiché tali nuove convenzioni (similmente a quelle da non sostituire poiché stipulate post Legge 179/1992) devono essere stipulate con schemi di Convenzione ai sensi all'articolo 8, commi primo, quarto e quinto, della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (successivamente sostituito dal'art. 18 della Legge 380/2001) e, guarda caso, anche la Sentenza che da il titolo a questa Discussione, esclude esplicitamente l'applicazione indefinita nel tempo del prezzo massimo proprio per le Convenzioni stipulate ai sensi di tale Legge 10/1977.
  2. Prima della scadenza dei 20 anni per le Convenzioni sostitutive di Trasformazione, e per quelle originarie in Diritto di proprietà da non sostituire se stipulate post Legge 179/1992, il vincolo del prezzo massimo resta fino alla scadenza. Così come resta, e questa volta in modo indefinito nel tempo, per tutte le Convenzioni in Diritto di Superficie e in Diritto di proprietà ante Legge 179/1992 per le quali non sia stata fatta la Trasformazione.
  3. Proprio per i casi di cui al punto (2) qui sopra, vengono in aiuto i commi 49-bis e 49-ter, al fine di eliminare il vincolo di prezzo massimo in modo immediato, cioè senza aspettare i 20, per le Convenzioni in Diritto di proprietà ancora non scadute (sia quelle sostitutive che quelle originarie post Legge 179/1992), oppure come opzione, potenzialmente meno costosa, per tutte le Convenzioni per le quali non sia stata fatta la Trasformazione.
Questo è quanto dovrebbe essere, secondo la mia logica e credo quella di parecchi altri inclusi molti altri Comuni d'Italia (probabilmente tutti gli altri).

Purtroppo, per i Funzionari del Comune di Roma, sembra che questa logica non valga poiché si scontra con la Deliberazione 40/2016 che, obiettivamente, è scritta in modo da prestarsi a tale interpretazione, a mio avviso errata!

In questo modo inizia ad avere un senso, ma sembra che nel vomitare quella delibera non si sia cercato.
Un'altra cosa che proprio non riesco a capire è che quando c'è da stimare l'area si fa riferimento ad immobili della stessa fattispecie ma non peep, costruiti in un area che tabelle alla mano si è rivalutata più del 400% poichè urbanizzata in parte coi soldi che abbiamo pagato noi, e invece quando c'è da fissare il prezzo massimo di cessione si fa riferimento alla rivalutazione istat che non arriva al 140%, su un primo prezzo di cessione, che tra l'altro e di gran lunga maggiore a quello che stabiliva la convenzione, di un immobile in un area che al tempo era una discarica a cielo aperto senza strade ne servizi, e in più lo stesso contributo pagato per gli oneri di urbanizzazione non viene scomputato nel calcolo del corrispettivo.
Possibile che dobbiamo subire queste iniquità, a me pare una frode bella e buona ai danni del consumatore, le associazioni relative che dicono?
A parte questo credo che ricorsi e controricorsi non possano che danneggiare una parte o l'altra, tranne chi dovrebbe pagare per questo casino.
La priorità ora è sbloccare la macchina ma con regole certe e giuridicamente corrette
per vie burocratiche, ricorsi e controricorsi, non se ne escirà ancora tutti vivi, l'unica carta da tentare è la via politica, una delibera che nasce da una interpretazione a dir poco bizarra della giurisprudenza, si può annullare con un'altra delibera.
Basta avere la volonta politica di farlo.
Anche se io non ci credo e oramai non vado neanche a votare, ora al comune c'è chi afferma che i problemi non si risolvono perchè non si vogliono risolvere, mettiamoli alla prova.
Bisognerebbe che tutte le incongruenze ed iniquità venissero affrontate insieme nella loro complessità, mettendo intorno ad un tavolo l'amministrazione e le rappresentanze dei soggetti interessati.
Per prima cosa trovare delle formule transitore e compromessi per le compravendite già in atto, per quei malcapitati che si trovano con un piede di qua e uno di là, rivedere poi tutte le stime e le amenità interpretative della delibera, e infine automatizzare le stime di calcolo in modo che uno, senza per questo intasare gli uffici preposti alle procedure, possa decidere online se imbattersi o no nella stipula della convenzione sostitutiva o dell'affrancamento, per che come dici tu e come pensano tutti tranne chi ha redatto la delibera, o è una o e l'altra, non si può pagare due volte per la stessa cosa.
Io non mi sento in grado ma i più addentrati nel problema, che hanno un quadro di insieme esaustivo di tutte le problematiche, insieme coi comitati di quartiere, dovrebbero trovare un modo per interfacciarsi con l'assessorato o addiritura col sindaco, per proporre un tavolo di lavoro.
 

Fausto 1

Membro Junior
Privato Cittadino
Ciao a tutti,

premesso che ringrazio quanti hanno speso il proprio tempo e il proprio intelletto per scrivere su questo forum, rendendo possibile a tutti il costante aggiornamento e la comprensione dei tecnicismi, ho tuttavia il timore che i nostri post non hanno il potere di incidere sulla vicenda, modificando positivamente il corso delle cose. Quindi mi premeva condividere questa mia.

L’obiettivo di tutti noi e’ sbloccare velocemente le compravendite ed evidentemente gli organi tecnici preposti non hanno direttive/elementi sufficienti per procedere: a questo punto occorrerebbe coinvolgere gli organi che hanno leve e mandato istituzionale per poterlo fare.

Se quanto sopra risultasse condivisibile, occorrerebbe individuare CHI coinvolgere (Assessore? Sindaco? …….?) ed occorrerebbe individuare COME coinvolgerli, ovvero il mezzo da utilizzare (lettera aperta indirizzata p.c. anche alla stampa?......?), proponendo anche una soluzione equa e sostenibile per tutti e legalmente compatibile, completa del relativo iter istituzionale da percorrere.

Forse Giuseppe Di Piero (la persona che tra noi ha piu’ esperienza) puo’ aiutarci facendosi promotore di questa iniziativa (ammesso che la condivida)?
 
U

Utente Cancellato 67606

Ospite
Salve a tutti,

ho letto circa il 30% dei vostri messaggi ed è incredibile constatare che gli utenti di questo forum hanno molte più competenze dei "burocrati da battaglia" (non so se essere felice o triste).

Leggendo alcuni estratti delle 372 pagine di questo post, mi sembra di aver capito che ci sia una data cardine relativa al 2011: prima il DL di maggio poi la legge di luglio. Chi ha acquistato a prezzo di mercato *PRIMA* di quella data (parliamo dalla legge 865/1971) non può richiedere il denaro del prezzo eccedente al venditore?

Grazie!
 

Giuseppe Di Piero

Membro Attivo
Professionista
Prova a rivolgerti direttamente a lui a me @Giuseppe Di Piero non ha voluto rispondere, forse non gli son piaciuti i miei ultimi post... Solo che dovrebbe dare una risposta anche a voi sulla vostra problematica... Conosco già gente che ha dato i soldi delle caparre intascate per altre case e chi li ha presi ha speso tutto

Ti assicuro che umanamente sono molto vicino a tutta quella gente che come dici tu "ha dato i soldi delle caparre intascate per altre case e chi li ha presi ha speso tutto".
Tutte queste persone rimaste "bloccate" dalla famosa sentenza hanno tutta la mia comprensione e solidarietà. Nonostante ciò, non posso esimermi dal considerare che il suddetto problema (anche se a te pare l'unico) è solo uno dei tanti generati da interpretazioni creative della normativa vigente in materia di edilizia agevolata-convenzionata.

Non ti nascondo che il contenuto e il tono dei tuoi ultimi post, ai miei occhi, sono apparsi fuori luogo perchè, in maniera superficiale (e a volte sottile), mi hai additato come "causa" del possibile ritardo nell'attuazione della Delibera dell'Assemblea Capitolina n. DKC-40/2016.

Chiedendoci di rinunciare al ricorso al TAR, rendi evidente che (secondo te) gli interessi di "alcuni" possano prevalere sull'interesse della "LEGGE" e del "BENE COMUNE". Mi chiedo se lo stato di "necessità", per caso non ti avesse procurato un eclissi del senso critico e ti avesse fatto smarrire il senso di modernità collegato ad un "RICORSO ALLA GIUSTIZIA" (che in una democrazia non dovrebbe mai essere considerata iattura).

La tua paura e quella dei funzionari capitolini (a cui dai l'impressione di stare molto vicino) deriva probabilmente proprio dalla consapevolezza della fragilità delle Delibere nn. DKC-33/2015 e DKC-40/2015.

In ogni caso, dovesse intervenire un provvedimento consono del nuovo assessore e/o della nuova giunta, il "ricorso al TAR" senza alcuna difficoltà sarebbe abbandonato.

P.S. - Il nuovo assessore conosce bene i ns. recapiti e (quasi) certamente non mancherà di dare una risposta istituzionale alle tante istanze giacenti sul suo tavolo.
 
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