ok. ho inserito le due modifiche.
Scusa se te lo dico ma leggendo sto documento mi sembra di stare a perdere tempo qui.
Mi permetto di fare qualche appunto alla premessa.
Per prima cosa non va confusa l'edilizia agevolata con l'edilizia convenzionata, la prima e solo una parte minoritaria della seconda, quest'ultima, se non agevolata o sovvenzionata, non ha usufruito di alcun contributo pubblico.
Riguardo ai vincoli delle convenzioni, nella totalità dei casi a mia diretta conoscenza, le convenzioni citate al secondo capoverso, con i relativi riferimenti di legge, non sono mai state rese note agli assegnatari in fase di acquisto dagli uffici vendite, ma citate didascalicamente solo in fase di assegnazione/rogito. Immagino che non avrebbe avuto senso, secondo il loro tornaconto, avvisare della presenza di clausole che, in questo comune, sembravano superate dalla prassi consolidata a seguito di alcune bizzarre sentenze di cassazione.
Quindi secondo me si configura in partenza una frode ai danni del primo acquirente. Nessuno di noi era obbligato ad acquistare una casa in edilizia convenzionata, quando si compra un bene si valuta liberamente pro e contro, se mi si nascondono i contro per me si configura un raggiro.
Le uniche informazioni verbali che gli uffici vendite davano, fino alla sentenza famosa, era circa l'usufrutto per i 99 anni rinnovabili e il divieto a vendere ingiustificatamente il bene per i primi 5 anni dall'assegnazione. Tra l'altro, nonostatnte tutto questo casino, la maggioranza degli abitanti dei piani , ancora crede che le condizioni siano quelle.
Tu se fossi stato un primo assegnatario e avessi avuto l'esigenza di cambiare l'abitazione, cosa avresti fatto? Te lo dico io , esattamente quello che hanno fatto tutti gli altri, ossia vendere a prezzo di mercato per comprare un'altra abitazione a prezzo di mercato, anche perchè saresti stato, come tutti, ignaro dei vincoli.
Se tieni in cosiderazione che si è acquistato pensando che questa fosse una casa come tutte le altre, e nella maggioranza dei casi infatti, tra adeguamento prezzi e fantomatiche migliorie, è stata pagata come una casa in edilizia libera a parita di condizioni urbanistiche, ossia una casa su carta in un posto dimenticato da Dio, attesa per anni senza avere la sicurezza di non perdere tutto e per anni senza servizi ne strade.
Pur ammettendo che ci possano essere state delle speculazioni, i conti che tu fai sul plus valore ottenuto non tengono in considerazione della bolla immobiliare del decennio scorso, vantaggio, tra l'altro, annullato se uno con i soldi ha ricomprato un'altra abitazione nello stesso periodo. Se poi, come nel mio caso, si è acquistato nel passaggio tra lira ed euro, sappiamo bene che i prezzi al consumo sono praticamente raddoppiati, il rivalutometro ISTAT, come a suo tempo la scala mobile, è un marchingegno ideato per metterla in quel posto al popolo. Ci si mettono dentro solo i beni che fa comodo metterci, ma la vita reale è altra cosa.
Poi ovvio che a peggiorare il tutto ci sono le invenzioni creative, passate presenti e future,del comune di Roma