Come più volte sottolineato dinnanzi a posizioni dogmatiche assunte dai professionisti se non si ha la possibilità di cambiare o di contrastarli meglio assecondarli.
Seppure solo per gli archivi sottolineo che la posizione del notaio è errata in quanto non supportata da alcuna norma ma solo da una cattiva interpretazione del codice che stabilisce il diritto alla mediazione ma richiede, altresì, la necessità d'indipendenza del mediatore.
Stabilire se un mediatore è indipendente o meno rispetto una delle parti non è compito del notaio che, in qualità di pubblico ufficiale, deve solo garantire la conformità alla legge dei suoi atti e certificare quanto dichiarato dalle parti in sua presenza (certificare nel senso che testimonia che è proprio quello che hanno detto, non che le dichiarazioni siano vere) ma non ha ulteriori poteri in merito. Tali poteri sono di squisita competenza del Giudice al quale una delle parti potrebbe ricorrere, se si ritenesse danneggiata.
Ciò stabilito nel momento in cui l’affare è concluso il mediatore ha diritto alla sua provvigione. Diritto che permane anche se le parti non firmino la transazione dinnanzi al notaio per cause a lui non imputabili.
Una volta che questo contratto è stato completato e ha esercitato i suoi effetti (in ragione del comandamento quinto: fattura fatta e pagamento ricevuto) è pleonastico dire che il mediatore può assumere qualsiasi compito per una delle parti che ha conosciuto in ragione della mediazione, sia a titolo oneroso sia a titolo gratuito e, a maggior ragione, di mera cortesia, come nel caso prospettato.
Sarebbe interessante ottenere un parere pro-veritate dal notaio rogante e analizzare il suo ragionamento e i supporti giuridici a conforto di tale tesi.
Kurt