Oggi ho fatto esattamente così, non con raccomandata ma inviando una PEC all’agenzia dove intimavo anche di avvisare il proprietario. Ho chiesto che entro la settimana in corso si fissasse un giorno per firmare, oppure sarebbe stato nullo l’accordo già firmato. Fatto sta che alle 19 di sera magicamente abbiamo avuto l’appuntamento con il venditore per questo sabato. Speriamo sia definitivo!
Quindi in sostanza, stando a ciò che mi dice l’agente, finché non firmiamo questo ipotetico secondo documento, non devo versare nulla. Quando firmeremo verserò la prima parte della caparra, a quel punto la mia banca farà la valutazione e autorizzerà il mutuo, a quel punto io dovrò versare la seconda caparra e la provvigione dell’agenzia.
A me sembra molto contorto
Se ci ragioni sopra un attimo da un altro punto di vista non lo è affatto.
Se sul versante delle conformità, le questioni sono di poco conto, allora le motivazioni delle lunngaggini, devono essere per forza di tipo economico.
Probabilmente combattute pure su diversi fronti.
Con il venditore, che se non è stitico nei pagamenti, allora si ritrova in una posizione delicata se non addirittura in stato di necessita'.
Tra banche, amministratore, equitalia o chissà quale altra pendenza, da risolvere contestualmente alla vendita.
Un mese di "pausa di riflessione", sapendo che hai la caparra per la proposta e pure una sua integrazione gia' in bocca da sganciare nella stipula del preliminare, avrebbe poco senso per una persona fisica.
Mentre sono la norma, per quegli altri soggetti citati, che si muovono attraverso le burocrazie in maniera assai più macchinosa.
Si spiegherebbe, l'ondeggiante titubanza, che hai inquadrato nei venditore fin dall'inizio.
Lo stesso sintomo si rileva in capo all'intermediario.
Che "stranamente", vuole attendere la stipula del preliminare, per poter dare corso alla conclusione dell'affare.
Cosi da poter beccare i soldi da ciascuna delle parti.
Atteso, che fino a quando non gli sganci i soldi tu, il venditore non ne avra' per ottemperare.
Su questa scorta, se anche la riconformazione tecnico catastale, sta avvenendo per l'intervento del mediatore, per il tramite del tecnico di riferimento dell'agenzia, quindi salvo buon fine della vendita;
Ecco che andare a concludere il negozio, con la semplifice proposta sostenuta dalla prima e più piccola caparra, significherebbe "consegnare la vendita" e la casa riconformata al proprietario, senza che questi abbia ottemperato.
Correndo il rischio, di concedergli troppo spazio di manovra, in attesa del rogito.
Che è il luogo dove si concludono i conti.
Sempre ammesso che di soldi ne siano avanzati.
Beati gli ultimi si dice.
(Se i primi saranno onesti)
Ultimamente, da queste parti, pare sia diventato uno sport nazionale.
Quello di sparare a vista sul pianista.
Pistoleri dal grilletto facile, di ogni sesso, razza e ceto sociale, con o senza pedigree, irrompono nelle discussioni sparando a zero sull'intermediario di turno.
Incapace, incompetente, oppure semplicenente un Babbeo, che non capisce le dinamiche e ne quelle documentazioni, che sono invece la consuetudine.
Mentre in verità, neanche il più sgangherato degli intermediari, sarebbe tanto fesso, da farsi scivolare dalle mani una vendita già fatta.
Quindi per ogni linea o condotta che a prima vista sia sembrata anomala, ci sarà la sua spiegazione.
Se dopo la tua imbeccata, ti hanno convocato gia' per questo sabato, di sicuro non risolverai gia in quella sede la questione.
Ma almeno vuoteranno il sacco sulle reali motivazioni.