leolaz

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Amico,
il sogno erotico ricorrente dell’ai è più o meno il seguente:
- Ore 9.00 acquisizione di un immobile (magari in prezzo o addirittura sottostimato)

- Ore 11.00 visita con un cliente (magari Belen o Clooney a seconda se l’ai è maschio o femmina).

- Ore 15.00 hai il cliente in ufficio a fare la proposta (ovviamente a prezzo pieno e senza sospensiva mutuo).

- Ore 17.00 hai il venditore in ufficio a firmare l’accettazione.

- Chiaramente né venditore né acquirente hanno alcunchè da eccepire sulla provvigione e, perché no, pagano pure in contanti.

- La settimana successiva preliminare, incasso e tarallucci e vino.

Poi però suona la sveglia e ti accorgi che, per riprendere il nesso logico dei precedenti 3d, ti eri solamente appisolato su quel maledetto divano.

Tra le fantasie oniriche e l’insostenibile realtà c’è la mediazione.

Che tu vada per cimiteri all’affannosa ricerca di atti di successione, oppure te ne stia in panciolle sul divano a guardare Mediaset Premium cambia poco, il mondo immobiliare continuerà in ogni caso a girare, proponendo sempre nuove e talvolta inestricabili situazioni, opportunità, illusioni di guadagni facili, oppure semplici perdite di tempo.
 

PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
- La settimana successiva preliminare, incasso e tarallucci e vino.

Amico mio,

Mi spiace deludere le tue aspettative.

Ma se leggi uno dei miei post precedenti, quello che hai esposto come fantasia, accade per davvero.

Per di piu’ due volte nella stessa settimana e pure non e’ finita qui.
Perche’, seppur difficile da credere, ti confesso che uno dei clienti acquirenti paga oltre 15k euro di provvigione, per aggiudicarsi l’affare.

Questo, e’ cio’ che capita a chi lavora correttamente e nel senso giusto.

Oltre ai cimiteri ci sono pure i campanelli da suonare.
Che e’ molto piu’ affannoso.

Attivita’ giudicata poco professionale, dai tanti professoroni come te eo, dai tanti altri vari ciabattini.

Tuttavia, molto più efficace e redditizia, delle carambole e dall’esercizio, della tentata vendita.

La tentata vendita, la fanno quelli che vanno per vendere le patatine San Carlo, le sdraiette e gli ombrelloni, oppure i surgelati.

L’agente immobiliare e’ tutt’altro lavoro.
 

Rosa1968

Membro Storico
Io dico sempre che dei punti fissi ci devono essere.
Se tu decidi di vendere vendi, non solo se compri quell'appartamento ma a prescindere vendi e poi comprerai. Come si può pensare di far firmare una proposta a B con una condizione, A vende se compra quell'appartamento. Quindi non vende, perché se poi vorrà comprare ad una cifra più bassa per fare l'affare o per strada trova un coccodrillo che non ci starà più nella nuova casa ..... stiamo parlando di volontà che sono labili, che sicuramente portano a problemi che noi non possiamo gestire. A deve impegnarsi a vendere se vuole una proposta. Diversamente di cosa si sta parlando? bla bla bla bla
 

DiegoE

Membro Attivo
Agente Immobiliare
La tentata vendita, la fanno quelli che vanno per vendere le patatine San Carlo, le sdraiette e gli ombrelloni, oppure i surgelati.

L’agente immobiliare e’ tutt’altro lavoro.

Continui a non capire bene le cose come stanno, però a differenza di altri colleghi che esprimono un parere, ti permetti anche di usare parole offensive.
La mia educazione mi impone di fermarmi qui e non andare oltre.
 

Rosa1968

Membro Storico
Diego, il problema è che operazioni come questa le trovi tutti i giorni, tutti i giorni quando entra un cliente in agenzia per un'offerta immobiliare a cui è interessato, ed ha il suo immobile da vendere dove non ci sono tempi stabiliti, non ha sufficiente anticipo ecc ecc ecc. ma soprattutto dice, se non vendo non posso comprare, che fai? Costruisci sulle parole il lavoro? A deve darti un incarico chiaro, lo dico per te, dove indipendentemente dall'acquisto, deve vendere, diversamente è un gatto che si morde la coda.
 

DiegoE

Membro Attivo
Agente Immobiliare
@Rosa1968 Io non la vedo una cosa anomala. In questa situazione il cliente A può acquistare solo se vende il suo immobile altrimenti non avrebbe la disponibilità economica. Poi c'è il cliente B che vuole acquistare l'appartamento di A ed è disposto a comprarlo alla cifra richiesta. Ora è chiaro che il cliente A prima di accettare la proposta di B deve vedersi accettata la sua di proposta altrimenti rischia di diventare inadempiente nei confronti di B.
Io non ci vedo nulla di strano, è chiaro che è una trattativa con un pizzico di complessità, ma non sempre capitano trattative facili come quelle del saputello di sopra
 

Rosa1968

Membro Storico
E' normale che chi vuole acquistare deve prima vendere, non lo vedo percorribile il fatto che vendo solo se compro e cerco un acquirente che attende i miei comodi, stabilendo un prezzo e delle condizioni di pagamento. Ogni acquirente va solo rispettato, in questo caso è maltrattato. Detto questo, tu stai riuscendo a incastrare le parti,bravo. Io non metterei sospensive, piuttosto coordinerei le date.
 

DiegoE

Membro Attivo
Agente Immobiliare
cerco un acquirente che attende i miei comodi, stabilendo un prezzo e delle condizioni di pagamento

come in tutte le trattative la chiarezza prima di tutto. Il cliente B è stato informato e lui ne ha preso atto che l'immobile si vende solo A concretizza la sua proposta.
Chiaramente gli è stato anche riferito che la proposta di A è congrua e quindi la possibilità che venga accettata è alta.
 

leolaz

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Il cliente B è stato informato e lui ne ha preso atto che l'immobile si vende solo A concretizza la sua proposta.
Infatti non mi sembra una situazione extraterrestre.
Al massimo possiamo parlare di "opzione di vendita" anzichè di "proposta vincolata", ma se non è zuppa e pan bagnato.
Detto ciò, ognuno può scrivere in proposta ciò che vuole, e sta al polso dell'ai capire cosa e come scrivere, oppure lasciar perdere e rimanere seduto in divano.
Chiaro che la differenza la può fare la preparazione, l'esperienza, il sesto senso, o semplicemente la voglia o meno di sbattersi da parte dell'ai.
Ognuno ha il proprio modus operandi, che non significa avere la Bibbia in tasca.
Senza sentirsi appellare come "brocco", "ciabattino", "professorone" o altro.
 

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