se le conosci da dentro devi essere deluso per forza, come tutte le cose che italia hanno a che fare con l'aggregazione e gli interessi collettivi, non funzionano. siamo un popolo che ha scarso senso civico e consociativo, poco rispetto dell'altro, inteso non come individuo prossimo a se stesso, ma l'insieme degli individui.
ci sono molti studi di sociologia ed antropologia sociale che dimostrano questo.
alcune associazioni talvolta a livello locale, talvolta a livello nazionale, funzionano benino, grazie al lavoro di alcuni volenterosi raggiungono quasi un buon rapporto costo/benefici, ma, ripeto, se ci entri dentro e provi a fare qualcosa ci rimani molto male, almeno che non ti adegui al carrierismo imperante o resti un po' naif facendo finta di non vedere tutto quello che c'è intorno e ti nascondi dietro a qualche sano principio del tipo "le cose si cambiano da dentro" " se non ci impegnano noi per la nostra categoria" "rappresenta noi stessi, quanto realmente valiamo come categoria" ect, ect ect.
io faccio un piccolo conto economico che spiega secondo me tanto: un collegio in una provincia media italiana, 150 iscritti, diciamo 250 euro di quota annuale, per stare a metà tra i varie associazioni, sono 37.500 euro l'anno. se fossero davvero associazioni sostenute da volontari, e poco più, sai quante cose potrebbero fare con quei soldi ?
una valanga,
non contiamo i guadagni e le retrocessioni che hanno dalle varie convenzioni.
in realtà si è creata una stratificazione di apparati di rappresentanza,
di senatori del nulla, come ha detto tanti anni fa un ex dirigente di pisa, tutti assolutamente volontari, che costa però un visibilio e alla fine le associazioni spesso sono una montagna che partorisce un topolino.
nella migliore delle ipotesi hanno un vecchio modo di fare sindacato, come del resto tutti i sindacati italiani di tutti i settori, e non si pongono minimamente il problema di come cambia velocemente la società in cui si trovano ad esistere.
nella migliore delle ipotesi......