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Sabatini (Abi): i mutui in Italia finanziano fino al 55% dell'acquisto della casa

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di Redazione


25/11/2013

Il loan to value dei mutui erogati dalle banche italiane “si è sempre attestato attorno al 65%, mentre oggi siamo al 55%”.

Lo ha dichiarato il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, nel corso di un seminario che si è svolto a Ravenna.

Il direttore generale dell'Associazione bancaria italiana ha inoltre sottolineato che oltre un terzo delle agenzie immobiliari non riesce a chiudere neanche un contratto a trimestre: non arriva una domanda quantitativamente adeguata».

Per questo, assieme all'Anci «abbiamo fatto una serie di iniziative per sbloccare il mercato immobiliare», ha aggiunto Sabatini.



Comprì? :fico:
 

sylvestro

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Si...ma...quali ???

Ragazzi, forse ho capito male io, ma secondo me Sabatini si riferisce a cose che debbono ancora essere messe in pratica, cioè ne hanno parlato (e ne stanno parlando) con i rappresentanti dei comuni per mettere in pratica nuove sinergie.

Quindi "... non arriva una domanda quantitativamente adeguata, per questo, assieme all'Anci abbiamo fatto una serie di iniziative per sbloccare il mercato immobiliare ..."
E da intendersi: dagli AI non sono arrivati sufficienti contratti quindi proviamo a coinvolgere anche i comuni.

Sbaglio?
 

sylvestro

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La replica


Agenti immobiliari in crisi, le associazioni puntano il dito sull'incertezza fiscale

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di Guglielmo Notari

27/11/2013

La dichiarazione del direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, secondo cui i dati raccolti dall'Associazione bancaria italiana evidenziano come oltre un terzo delle agenzie immobiliari “non riesce a chiudere neanche un contratto a trimestre”, pesa come un macigno su un settore, quello dell'intermediazione immobiliare, che sta soffrendo con particolare rudezza la crisi economica del Paese.

Il dato, preso senza le adeguate pinze, appare più una pietra tombale che un macigno.

"In realtà si tratta di un dato grezzo – commenta Paolo Righi, presidente di Fiaip – che non tiene conto delle diverse realtà del mercato in provincie e aree differenti del Paese e nemmeno della dimensione delle agenzie, ricomprendendo un po' tutto come se avesse lo stesso peso”, facendo di tutta un'erba un fascio.

Fatto sta che, se i dati non vengono ponderati, “la semplice media aritmetica questo dice – prosegue Righi – di certo la crisi che colpisce il settore è spaventosa”.

Sabatini punta il dito contro la domanda, a suo dire “non quantitativamente adeguata”.

Un'argomentazione che sembra volere mettere le mani avanti, come a dire: sino a ieri avete accusato noi banche di avere stretto troppo i cordoni della borsa, ma adesso la responsabilità della calma piatta che impera sul mercato residenziale non è nostra.

Il sistema creditizio italiano ha indubbiamente avuto responsabilità nell'evolversi della situazione.

"Negli ultimi cinque anni la stretta del credito ha contribuito a quasi bloccare l'intero settore – commenta Valerio Angeletti, presidente di Fimaa Italia/Confcommercio – ad essa si è affiancata la crisi economica alimentando la spirale negativa del settore”.

Il combinato disposto dei diversi fattori di crisi è stato una crescente ,”incertezza fra gli agenti immobiliari – prosegue Angeletti - che nonostante il calo dei prezzi delle case, oggi tra il 15 e il 20%, non ottengono i risultati che tale flessione di valori avrebbe dovuto portare”.

Insomma, oltre alle difficoltà materiali c'è anche la frustrazione.

Per il rilancio del settore “devono intervenire le istituzioni - dice il presidente di Fimaa - occorre che facciano di più, a partire per esempio da una vera politica di crescita dell’economia e dell’occupazione che dia una boccata d’ossigeno all’intero settore, con norme chiare e interpretabili e un fisco certo ed equo”.

Il problema della scarsa visione della politica e dell'incertezza delle norme è molto presente anche per Righi.

"Le banche hanno in effetti ricominciato a erogare mutui – spiega – certo, non più alle condizioni pre crisi, sono diventate più selettive, ma il loro lavoro lo fanno”.

La realtà secondo Righi “è che la domanda sarebbe sostenuta se le decisioni del governo non segassero le gambe ai possibili compratori”.

Ciò è stato evidente nel terzo trimestre dell'anno, “quando la prospettiva di un calo delle tasse sugli immobili era concreta”, e si è registrato un sostanziale stop al calo di compravendite e una cerscita dei mutui erogati tra il 3 e il 4%.

"Negli ultimi due mesi tutto si è di nuovo fermato - è l'amara constatazione di Righi – e d'altronde l'incertezza è la peggiore nemica degli investimenti: se chiunque vuole capire dove mettere i soldi prima di tutto deve avere certezze sulla tassazione”.

In effetti la gestazione della service tax non è un esempio di linearità e chiarezza fiscale, tanto meno il fatto che, a pochi giorni dalla scadenza, i cittadini italiani ancora non sappiano se veramente potranno non pagare la seconda rata dell'IMU 2013.

"Anche le detrazioni, per cui sono stati stanziati altri 500 milioni di euro sono fumo negli occhi – dice il numero uno di Fiaip, che spiega - con la fame di soldi che hanno i comuni ben pochi, anzi pochissimi, le applicheranno”.

“Non possiamo più tollerare che si cambi il nome alle leggi senza cambiarne la sostanza”, chiosa Angeletti.

Ogni riferimento al passaggio dalla Trise alla Iuc non sembra affatto casuale.
 

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