U

Utente Cancellato 86326

Ospite
perdonami. lo scopo ultimo di questo challenge?
Buonasera Eldic, lo scopo è verificare i seguenti casi:
1) la normativa consente la dimostrazione dell'ipotesi
2) la normativa non lo consente (ma al tempo stesso non ci sono contraddizioni normative, perché altrimenti si ricade nel primo caso).
La challenge può essere utile per mostrare che la prassi non corrisponde alla legge, cioè che le amministrazioni comunali potrebbero talvolta sbagliarsi nel fornire risposte negative ai cittadini.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
intendevo il fine ultimo. è un... chiamiamolo esercizio giuridico intellettuale fine a sè stesso o che altro?
 
U

Utente Cancellato 86326

Ospite
E secondo te se lo Stato ti dà una casa a norma avrebbe adempiuto a "rimuovere gli ostacoli che... impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese????"

La persona si "sviluppa" se campa sulle spalle degli altri cittadini?
Buonasera brina82, grazie per avermi dato una risposta pertinente al tema. Ho solo evidenziato l'incongruenza tra la pretesa (legge del 1954) che il cittadino debba rispettare un requisito sanitario e la norma costituzionale che impone allo stato di eliminare qualsiasi barriera che impedisca al cittadino di essere uguale agli altri. Se ad esempio un cittadino non ha la residenza, allora non ha nemmeno diritto al voto o alle cure sanitarie. Pertanto lo stato può rimuovere la barriera della residenza evitando di pretendere che una persona debba necessariamente vivere in un A1-A9, non c'è bisogno di regalare case.
 
U

Utente Cancellato 86326

Ospite
intendevo il fine ultimo. è un... chiamiamolo esercizio giuridico intellettuale fine a sè stesso o che altro?
Ho notato che molte discussioni sono state aperte con questo topic, anche su altri siti. Ho notato che molte amministrazioni comunali si comportano in modo diverso sul territorio. Mi sono posto l'interrogativo su quale sia la verità sul tema.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
il discorso è, a mio parere di non addetto ai lavori, molto banale.
c2 e c6 non hanno, da nessuna parte, possibilità di ottenere abitabilità; li finisce il discorso.
poi sappiamo benissimo che ci sono milioni di nostri concittadini che dorme, mangia e guarda la tv in locali accastatati come tali; solitamente però sono collegati a un immobile la cui categoria comincia con una bella A.

e, giusto per chiarire le cose, per quanto assurdo puoi benissimo avere la residenza in posti dove non puoi vivere; non solo un garage, ma anche un ponte o un parco

O la repubblica mi fornisce una casa a norma oppure non può eccepire sulla norma igienico sanitaria posto che è la stessa Repubblica ad essere inadempiente verso il cittadino.

ma anche no. il fatto che la repubblica, attraverso le sue leggi, ti obblighi a questo o quell'adempimento, non vuol dire che ti debba fornire i mezzi per ottemperarlo.
 
U

Utente Cancellato 86326

Ospite
il discorso è, a mio parere di non addetto ai lavori, molto banale.
c2 e c6 non hanno, da nessuna parte, possibilità di ottenere abitabilità; li finisce il discorso.
poi sappiamo benissimo che ci sono milioni di nostri concittadini che dorme, mangia e guarda la tv in locali accastatati come tali; solitamente però sono collegati a un immobile la cui categoria comincia con una bella A.

e, giusto per chiarire le cose, per quanto assurdo puoi benissimo avere la residenza in posti dove non puoi vivere; non solo un garage, ma anche un ponte o un parco



ma anche no. il fatto che la repubblica, attraverso le sue leggi, ti obblighi a questo o quell'adempimento, non vuol dire che ti debba fornire i mezzi per ottemperarlo.

Gentile eldic, mi duole che tu abbia nel tuo stesso intervento proposto una vera e propria "luce" nel buio e che al contempo tu ritenga banale la discussione. Mi spiego meglio, quando scrivi "per quanto assurdo puoi benissimo avere la residenza in posti dove non puoi vivere; non solo un garage, ma anche un ponte o un parco" tu stai proprio confermando quanto sostiene la circolare del mininterno che ho portato ad esempio. Ma come avrai notato, molti tuoi colleghi utenti (non ignoranti come me, ma PROFESSIONISTI) propongono eccezioni a questa regola iniziando a parlare di necessità di condizioni igienico sanitarie ecc. Ora, dato che residenza, ai sensi dell'art. 43 è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale, e la dimora abituale è "il luogo in cui il soggetto vive abitualmente e in cui ha l'indirizzo della sua abitazione principale", converrai che qualcosa di strano c'è rispetto a quanto tu hai detto; per essere residenti occorre abitare in un certo luogo, e se è vero che si può mettere la residenza ovunque, allora si può vivere ovunque. Il che cozza contro la citata normativa igienico sanitaria del 1954. Riguardo alla Repubblica, l'art. 3 chiarisce che la Repubblica (cioè la collettività) si impegna ad eliminare le differenze tra i cittadini. Non l'ho scritto io. Il problema nasce quando la Repubblica non elimina le differenze, ma le ingigantisce con norme di secondo rango, che sono opposte rispetto a quelle costituzionali.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
ho usato l'aggettivo "banale" nell'accezione di "semplice", non di "insulso".
questo specificato, se è ben vero infatti che l'articolo 3 della costituzione cita esplicitamente l'impegno della repubblica verso la rimozione degli ostacoli e bla bla (vado a memoria, sono parecchio arrugginito), sappiamo bene che questo non significa garantire a tutto stesso alloggio, stesso stipendio, stesso cibo, in buona sostanza pari condizioni di vita.

nè più nè meno come l'articolo successivo, che garantisce ai cittadini il diritto al lavoro implica che sia la repubblica o una delle sue emanazioni a fornirglielo, come ben sa l'8% della forza lavoro di questo paese.
(e di contro, in contrasto con l'obbligo esplicitato nello stesso articolo, non prende iniziative sanzionatorie nei confronti dei fanigottoni perdigiorno che sua sponte nulla combinano.)

tutto questo premesso, il punto rimane: puoi vivere legalmente in un magazzino? no.
puoi averci residenza? si; anche in posti peggiori.
ha senso, dal punto di vista giuridico? non lo so.
 
U

Utente Cancellato 86326

Ospite
Gentile Eldic, grazie per la cortesia di continuare il discorso. Ti rispondo punto per punto.

La Repubblica non deve garantire a tutti di avere la stessa casa, ma deve garantire (art. 3 norma di rango costituzionale) di RIMUOVERE TUTTI GLI OSTACOLI che impediscano ai cittadini di poter esercitare le proprie libertà costituzionali. Ergo, deve garantire ai cittadini che hanno ad esempio perso la casa di poter registrare la residenza DOVE GLI PARE dato che la scheda elettorale te la danno solo se hai la residenza. Idem per le cure sanitarie. Purtroppo è lo stesso stato, rappresentato a livello LOCALE dalle amministrazioni comunali che spesso VIOLA questo principio, adducendo scuse di vario tipo, tra cui l'incongruenza tra "abitare" e "immobile senza abitabilità".

Tu dici: "puoi vivere legalmente in un magazzino?" e hai detto "no". E se io ti chiedo: mi puoi indicare un insieme di norme NON IN CONTRADDIZIONE le une con le altre che confermano quanto tu dici, credo che tu non riuscirai a metterle insieme. Perché alcune "prassi" indicano una cosa, mentre altre "leggi" le negano, e altre "circolari" le riconfermano.

Dal punto di vista giuridico, e ti auguro ovviamente che mai capiti a te il caso, se sei un senzatetto disperato che vive in auto è assolutamente RILEVANTE poter stabilire la residenza (e vivere) nel tuo garage, anziché sotto un ponte.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
ahinoi, e con questa perdonami ma chiudo, il diritto all'abitazione non solo non rientra tra le libertà costituzionali; l'unico articolo in cui l'abitazione è riportata è il 47, che stabilisce verbatim che (la repubblica) Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, [omissis]"

la contraddizione delle norme di fatto non esiste; come è ben noto anche agli studenti di primo anno di legge (e non solo a loro...) nell'ordinamento italiano vige il concetto di gerarchia delle fonti che prevede che quando in contrasto, quella "più bassa" si inchini a quella "più alta".
 
U

Utente Cancellato 86326

Ospite
Faccio un breve riepilogo di quanto finora ricavato dagli interventi dei gentili utenti che hanno apprezzato la discussione:

- la residenza dovrebbe potersi registrare ovunque. Lo CONFERMANO l'art. 3 della costituzione sommato alla circolare del Ministero dell’Interno n. 8 del 1995, mentre lo NEGANO l'art. 43 del codice civile sommato alla legge 24 dicembre 1954, n 1228.
- il certificato di abitabilità è previsto dal Regio Decreto 27 luglio 1934 n. 1265, sostituito dal Decreto del Presidente della Repubblica 22 aprile 1994 n. 425 e dal Testo unico dell'edilizia del 2001.
- un locale C2 o C6 non può ricevere il certificato di abitabilità perché non rispetta i requisiti previsti dalle singole amministrazioni comunali, nonostante ciò ci si può abitare stante che se è possibile iscrivere la residenza ovunque, allora ai sensi dell'art. 43 del cc tale luogo è la dimora abituale, cioè ci si "abita".

L'unica soluzione al dilemma a parere dello scrivente, è che i requisiti per il rilascio dell'abitabilità siano incoerenti con la prescrizione che la residenza sia registrabile ovunque, dato che la "residenza" si trascina dietro il concetto di "abitare".
 

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