amo gli imprevisti come il rumore di unghie sulla lavagna
Male fai.
Sono il sale della vita.
Nei primi del ‘900, una donna imprenditrice dell’Illinois, invento’ brevettandolo, uno strumento didattico.
Un giuoco.
Che consisteva nel guadagnare denaro tramite l'acquisto di lotti e case, inducendo i partecipanti ad applicarsi in intense attivita’ economiche.
Non ebbe un grandissimo successo.
Se non quando, oltre trent’anni dopo, un ingegnere disoccupato californiano riprese quello stesso schema, apportando brevettandole, piccolissime modifiche.
Una e’ il nome:
Monopoly.
Derivante, dal concetto di monopolio da parte di un singolo giocatore, che domina il mercato, costringendo gli avversari a finire bancarotta.
L’altra, la carta vincente, l’inserimento della casella e del relativo mazzo, delle carta degli imprevisti.
Mentre quello delle “chance”, erano gia’ state concepite ed utilizzate trent’anni prima.
Un dettaglio che ha reso il giuoco un successo mondiale.
Tradotto in oltre quaranta lingue diverse.
Trasformando il disoccupato nel primo progettista di giuochi milionario della storia.
Probabilmente neppure lui si aspettava un tale imprevisto.
