@PyerSilvio ,
una cosa è decidere per un incarico di vendita.
I due contraenti sono:
1) agente immobiliare
2) venditore
Tu decidi per te stesso ed opti, diversamente da me, per l'annullamento.
Io invece opto per la sospensione, che nella pratica non fa sborsare un euro al cliente in buona fede ma mi tutela da quello in cattiva fede.
Un'altra è decidere il da farsi su una proposta d'acquisto rispetto alla quale
esistono sempre due soli contraenti:
1) il proponente l'acquisto
2) il venditore
Restituire un assegno, caro Pyer, perchè una parte decida di abbandonare una trattativa chiusa significa:
1) sostituirsi all'avvocato perché compio un atto che ha in sé delle conseguenze legali
2) esprimere un giudizio di merito sulla bontà della motivazione
3) escludere chi questa decisione sia legittimamente chiamato a compierla
Il tuo ruolo, al limite, è quello di informare le parti sulle possibili conseguenze (con l'umiltà di riconoscere i propri limiti formativi ma tanta esperienza dalla nostra parte).
Nella sostanza dei fatti, anche io preferisco consigliare al venditore di lasciar perdere e di ripartire il prima possibile per evitare conseguenze di tipo legale ma
questa scelta non deve e non può dipendere da me.
Non mi sorprendo se in questo dibattito, a sostenere una linea così descritta, aggredendo con infelici argomenti e provocazioni ed errate valutazioni, - alcune di queste davvero demenziali - siano persone non addette ai lavori.
Ciò perchè comprendo che questi, immaginandosi parte in causa, hanno giocoforza la percezione di subire un qualche torto o danno, nel vedere come un assegno possa essere riconsegnato al (legittimo) proprietario, di propria sponte dal mediatore.
Come fidanzate, offese perchè sono state lasciate, questi mostrano evidenti atteggiamenti ritorsivi e aggressivi.
Dai loro scritti appare evidente come vorrebbero impugnare il coltello della vendetta.
Citando art del codice civile e o improbabili "acquisti coatti".
Formulando tentativi, clausole come pozioni magiche, che pretendono in sette giorni di trasformare rospi squattrinati in principi azzurri pieni di soldi.
Riti pagani celebrati e condotti da esperti di diritto, quali vogliono apparire, volti ad obbligare quel cliente (MANDARINO) al risarcimento pecuniario e o a titolo di danno perchè in sede di trattiva egli ha osato dire una menzogna.
Sai che novità..
Financo a scomodare la morale che, poverina, stava riposando così bene nel proprio giaciglio.
Il tutto con ampio sfoggio della bandiera arcobaleno in difesa della verità universale:
"Bugiardo!"
"Non è vero che ti sei separato".
Ma che ci raschia...!!?
Se il cliente si è rivelato essere un MANDARINO a che pro corrergli dietro..?
Diversa invece e, assai più stupita, è la mia sensazione, se a fare questo tipo di affermazioni, sia un addetto ai lavori.
Trovar l'ardire di definire una vendita "chiusa", mentre invece questa risulta essere sospesa;
Con l'aggravante di essere pure "sostenuta", tramite un titolo di credito, molto probabilmente di quelli modello "roadster", (di quelli col tetto apribile e il vento tra i capelli hai presente..?) è agghiacciante.
Restituire l'assegno non significa sostituirsi all'avvocato,.
Significa molto Ma molto di meglio e pure assai più efficace:
Significa tenerlo lontano.
Lontani gli avvocati e le aggressioni legali, lontano i rischi per parte venditrice. SEMPRE.
Appare evidentemente errata, per chè già da mò che ha ricevuto il proprio riscontro, pure la tua osservazione riferita alla bontà o meno della valutazione/motivazione:
Mai stata in discussione,
Chissenefrega..!!
Ciò che è evidente è che il cliente non compra più.
Per il terzo punto che hai osservato, il cliente, sottoscrivendo il contratto sospeso si è esposto con piena consapevolezza al rischio che la vendita potesse saltare da un momento all'altro e che sarebbe potuto rimanere con un pugno di mosche in mano.
La sua decisione, la volontà ed il calcolo di intraprendere comunque un pezzo di strada insieme a questo cliente, accollandosene i suoi rischi, e quindi eventualmente a subirne la "sterile" conseguenza del contratto assieme stipulato, è stata accettata in quella sede di firma
Tra questi rischi rientra pure il fatto che il cliente non vada neppure a richiederlo il mutuo, perchè pure questo può essere avvenuto per le più svariate cause.
Vere o false che siano.
Se il venditore è stato indotto a firmare un presenza di sospensiva mutuo è qui che vi è stato un errore.
Non andrebbe mai fatta firmare.
DICIAMOLO!
Se il cliente, al ritorno dalla banca che deve concedergli il prestito, trova ancora l'appartamento disponibile in vendita, bene.
Se non c'è più, VIVA Gesù..!!
L'ha comprato quello che è arrivato dopo di lui perchè i quattrini li aveva.
La prassi dovrebbe essere questa caro collega o non dovrebbe essere questa..?
Sarà che io sono di quelli vecchia maniera:
Le case si comprano e si vendono coi soldi.
Nel pieno accordo, consapevolezza, a volte tolleranza tra le parti, con gli assegni circolari, di quelli senza il vento tra i capelli.
Lontano da rischi, rogne legali, avvocati da pagare e senza voler scappare con caparre da indebitamente trattenere.