Vorrei che fossero chiare alcune considerazioni, rispetto a certi sermoni apocalittici peraltro suffragati da non so bene quali credenziali se non quelle fideistiche, prima che mi si metta in bocca... ciò che non penso.
1) Il mercato immobiliare - considerazioni nel breve e medio termine
Penso, sinceramente, che il mercato sia caratterizzato da prezzi generalmente ancora troppo elevati e che i prossimi mesi registreranno un'ulteriore contrazione delle quotazioni. Con ogni probabilità anche il numero delle compravendite tenderà a non aumentare. Non credo comunque che il ridimensionamento dei prezzi sia corposo ma questo lo riterrei più "un difetto" del sistema Italia che un suo pregio.
2) Il mercato immobiliare - considerazioni a lungo termine
La verità è che non so bene cosa aspettarmi. E' possibile che, come tutti i cicli economici e/o immobiliari, anche questo negativo abbia una sua fine. E' pure possibile che non si stia vivendo una vera e propria crisi ma una trasformazione più radicale e duratura dello stile di vita "occidentale".
Francamente non credo che sia semplice effettuare una valutazione di ciò che potrebbe capitare nel lungo periodo e, vista la facilità con la quale i più accreditati economisti internazionali hanno finora toppato le loro analisi/predizioni, diffido da quanti si credano capaci di farlo, magari annusando l'aria che tira intorno a loro (che sia quella vicino ad un forno alle 4 del mattino, od ai bagni pubblici della stazione Termini alla 20 della sera).
3) Quanto contano gli scenari del mercato immobiliare?
Credo che nel comportamento del singolo individuo/consumatore, così come nell'economia della singola attività commerciale/agenzia immobiliare, il mercato conti veramente poco. Certo, il clima negativo può rendere più cauto un acquirente, invitandolo ad una maggiore riflessione, ad una maggiore trattativa volta all'ottenimento di una riduzione del prezzo, ma non credo che l'atto in sè di acquistare, nello specifico, si leghi necessariamente all'andamento del mercato.
Nella sua singolarità ogni acquisto prevede proprie dinamiche, motivazioni originali e differenti finalità. Rispetto a questa considerazione sottolineo quanto sia secondo me improprio stabilire che un acquisto in un determinato momento di mercato sia necessariamente "sbagliato".
Pure l'agente immobiliare non dovrebbe farsi sovrastare dagli scenari più o meno inquietanti che riguardino l'andamento del mercato. Ogni imprenditore, in quanto tale, può fare storia a sè, anche all'interno di un sistema in declino, sviluppando performance di altissimo livello.
4) Qual'è la responsabilità dell'agente immobiliare rispetto alla crisi del settore?
Certamente esiste una responsabilità che però non è quella di "pronosticare" sugli scenari futuri del mattone (nè in bene, nè in male). Secondo me le previsioni e le analisi economiche sono responsabilità degli analisti. L'agente immobiliare è una figura che opera sul campo. La sua "stima" immobiliare deve determinare il prezzo più probabile di vendita dell'immobile entro un determinato limite temporale (di solito 6 mesi). Se ci azzecca, ha fatto un buon lavoro, a prescindere da quelle che potrebbero essere le sue credenze sul futuro dell'economia. Le responsabilità vere dell'agente immobiliare sono legate alla sua incapacità di creare sistema, rimanendo fondamentalmente un professionista isolato, nella migliore delle ipotesi all'interno di una micro-aggregazione locale, incapace di incidere anche superficialmente sull'andamento delle quotazioni.
5) Io ed i monolocali.
Lo ammetto, benché ci abbia ricamato sopra, il monolocale in vendita a Riccione è fuori prezzo. Probabilmente la sua corretta valutazione dovrebbe essere intorno ad € 100.000,00 (ne ho venduto questo mese uno a Misano Adriatico, più lontano dal mare, qualche metro più grande a 72.000 euro).
Tuttavia è vero che io adoro i monolocali, soprattutto per la seconda casa.
E' una considerazione personale, che nasce probabilmente dal fatto di non avere dei figli e di non essere troppo avvezzo all'economia domestica (se si eccettua la cucina, mia vera passione). E poiché, probabilmente e mio malgrado, sono in grado di trasmettere questa "predisposizione", è probabile che qualche cliente lo percepisca e finisca per condividere alcuni dei miei "pregiudizi": pochi metri = meno visitatori indesiderati, meno da pulire, meno da pagare a livello di tasse e condominio...
to be continued
1) Il mercato immobiliare - considerazioni nel breve e medio termine
Penso, sinceramente, che il mercato sia caratterizzato da prezzi generalmente ancora troppo elevati e che i prossimi mesi registreranno un'ulteriore contrazione delle quotazioni. Con ogni probabilità anche il numero delle compravendite tenderà a non aumentare. Non credo comunque che il ridimensionamento dei prezzi sia corposo ma questo lo riterrei più "un difetto" del sistema Italia che un suo pregio.
2) Il mercato immobiliare - considerazioni a lungo termine
La verità è che non so bene cosa aspettarmi. E' possibile che, come tutti i cicli economici e/o immobiliari, anche questo negativo abbia una sua fine. E' pure possibile che non si stia vivendo una vera e propria crisi ma una trasformazione più radicale e duratura dello stile di vita "occidentale".
Francamente non credo che sia semplice effettuare una valutazione di ciò che potrebbe capitare nel lungo periodo e, vista la facilità con la quale i più accreditati economisti internazionali hanno finora toppato le loro analisi/predizioni, diffido da quanti si credano capaci di farlo, magari annusando l'aria che tira intorno a loro (che sia quella vicino ad un forno alle 4 del mattino, od ai bagni pubblici della stazione Termini alla 20 della sera).
3) Quanto contano gli scenari del mercato immobiliare?
Credo che nel comportamento del singolo individuo/consumatore, così come nell'economia della singola attività commerciale/agenzia immobiliare, il mercato conti veramente poco. Certo, il clima negativo può rendere più cauto un acquirente, invitandolo ad una maggiore riflessione, ad una maggiore trattativa volta all'ottenimento di una riduzione del prezzo, ma non credo che l'atto in sè di acquistare, nello specifico, si leghi necessariamente all'andamento del mercato.
Nella sua singolarità ogni acquisto prevede proprie dinamiche, motivazioni originali e differenti finalità. Rispetto a questa considerazione sottolineo quanto sia secondo me improprio stabilire che un acquisto in un determinato momento di mercato sia necessariamente "sbagliato".
Pure l'agente immobiliare non dovrebbe farsi sovrastare dagli scenari più o meno inquietanti che riguardino l'andamento del mercato. Ogni imprenditore, in quanto tale, può fare storia a sè, anche all'interno di un sistema in declino, sviluppando performance di altissimo livello.
4) Qual'è la responsabilità dell'agente immobiliare rispetto alla crisi del settore?
Certamente esiste una responsabilità che però non è quella di "pronosticare" sugli scenari futuri del mattone (nè in bene, nè in male). Secondo me le previsioni e le analisi economiche sono responsabilità degli analisti. L'agente immobiliare è una figura che opera sul campo. La sua "stima" immobiliare deve determinare il prezzo più probabile di vendita dell'immobile entro un determinato limite temporale (di solito 6 mesi). Se ci azzecca, ha fatto un buon lavoro, a prescindere da quelle che potrebbero essere le sue credenze sul futuro dell'economia. Le responsabilità vere dell'agente immobiliare sono legate alla sua incapacità di creare sistema, rimanendo fondamentalmente un professionista isolato, nella migliore delle ipotesi all'interno di una micro-aggregazione locale, incapace di incidere anche superficialmente sull'andamento delle quotazioni.
5) Io ed i monolocali.
Lo ammetto, benché ci abbia ricamato sopra, il monolocale in vendita a Riccione è fuori prezzo. Probabilmente la sua corretta valutazione dovrebbe essere intorno ad € 100.000,00 (ne ho venduto questo mese uno a Misano Adriatico, più lontano dal mare, qualche metro più grande a 72.000 euro).
Tuttavia è vero che io adoro i monolocali, soprattutto per la seconda casa.
E' una considerazione personale, che nasce probabilmente dal fatto di non avere dei figli e di non essere troppo avvezzo all'economia domestica (se si eccettua la cucina, mia vera passione). E poiché, probabilmente e mio malgrado, sono in grado di trasmettere questa "predisposizione", è probabile che qualche cliente lo percepisca e finisca per condividere alcuni dei miei "pregiudizi": pochi metri = meno visitatori indesiderati, meno da pulire, meno da pagare a livello di tasse e condominio...
to be continued
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