Infatti si rovesciano i concetti. Una valutazione è quello che è: una definizione di un valore desunto da calcoli, formule e criteri. Il prezzo (pagato) è uno soltanto e può esser diverso dalla valutazione SEMPRE in qualsiasi fase e forma di mercato, specie nell'immobiliare. Il punto è come vanno fatte le cose: una valutazione fatta a modo permette di esser ricostruita e compresa in ogni sua parte, senza assunti "dogmatici" riassunti nell'ordinarietà e nell'expertise, con coefficienti messi a caso per far tornare i valori. Se uno vuol sapere quanto vale il suo immobile, si fa fare una valutazione, sulla quale determina il prezzo richiesto, ma anche no (cit.), fino all'eventuale conclusione di un affare, dal quale si ricaverà il prezzo. Nell'ivs, proprio per la formulina sopra citata, una compravendita in situazione di bisogno del venditore, non è un comparabile attendibile, lo sono invece prezzi di acquisto registrati in normali condizioni, dai quali, secondo varie metodologie, si può arrivare a ricavare il valore di un immobile dello stesso segmento di mercato, mostrando al committente (proprietario ma anche acquirente) da dove quei valori vengono fuori, in modo che si trasparente e ricostruibile. Si parla di affidabilità del metodo e di potenziale validità del risultato, non di indovinare i numeri della schedina.