Buongiorno a tutti colleghi/he,
Come da titolo vi pongo un quesito che ultimamente frulla a giri alti nella mia testa:
Esercitare la professione d'Agente, oggi, ha ancora senso?
Mi spiego meglio.
Vivo a Milano centro, realtà in cui l'immobiliare ha avuto e ha tutt'oggi un aumento esponenziale d'interesse da parte del cittadino medio, aldilà del proprio ceto.Ho notato infatti che negli ultimi anni la nostra professione é divenuta talmente di tendenza, da arrivare a dei numeri mostruosi.
In ogni quartiere del milanese ci sono 20/30/40 agenzie, dai grandi franchising alle agenzie in proprio.
Dove é vero che se c'é un ufficio c'é mercato, é anche vero che, perlomeno qui, la competizione ha raggiunto dei livello spropositati, quasi malsani.
L'interesse pubblico verso il mondo del mattone é oramai alle stelle, il che dovrebbe andare a nostro favore da un lato, ma dall'altro va anche a creare una densità professionale pazzesca, un autodidattismo spropositato e un fai da te stra-diffuso. Inoltre il cittadino medio con una eventuale notizia, latente o reale, di vendita si vede letteralmente perseguitato da centinaia e centinaia di agenti/collaboratori/telemarketer, come un venditore d'acqua in mezzo al deserto.
Questo crea mercato si, interesse, dinamicità, ma anche una malsana distribuzione del vendibile/acquistabile tra le migliaia di agenzie presenti in città.
Vi chiedo dunque, come vedete intraprendere un percorso simile di questi tempi? Mi riferisco a chi non ha anni e anni di esperienza ed un portafoglio clienti fidelizzato chiaramente.
La competizione non é diventata troppo pressante?
Emergere rispetto agli altri non é diventato oramai una questione di mera fortuna e casistica, ovviamente impegnandocisi e dando il massimo?
C'é ancora futuro in questa professione, perlomeno nei grandi nuclei urbani?
Ditemi la vostra.
Un abbraccio, e buon inizio settimana!
Come da titolo vi pongo un quesito che ultimamente frulla a giri alti nella mia testa:
Esercitare la professione d'Agente, oggi, ha ancora senso?
Mi spiego meglio.
Vivo a Milano centro, realtà in cui l'immobiliare ha avuto e ha tutt'oggi un aumento esponenziale d'interesse da parte del cittadino medio, aldilà del proprio ceto.Ho notato infatti che negli ultimi anni la nostra professione é divenuta talmente di tendenza, da arrivare a dei numeri mostruosi.
In ogni quartiere del milanese ci sono 20/30/40 agenzie, dai grandi franchising alle agenzie in proprio.
Dove é vero che se c'é un ufficio c'é mercato, é anche vero che, perlomeno qui, la competizione ha raggiunto dei livello spropositati, quasi malsani.
L'interesse pubblico verso il mondo del mattone é oramai alle stelle, il che dovrebbe andare a nostro favore da un lato, ma dall'altro va anche a creare una densità professionale pazzesca, un autodidattismo spropositato e un fai da te stra-diffuso. Inoltre il cittadino medio con una eventuale notizia, latente o reale, di vendita si vede letteralmente perseguitato da centinaia e centinaia di agenti/collaboratori/telemarketer, come un venditore d'acqua in mezzo al deserto.
Questo crea mercato si, interesse, dinamicità, ma anche una malsana distribuzione del vendibile/acquistabile tra le migliaia di agenzie presenti in città.
Vi chiedo dunque, come vedete intraprendere un percorso simile di questi tempi? Mi riferisco a chi non ha anni e anni di esperienza ed un portafoglio clienti fidelizzato chiaramente.
La competizione non é diventata troppo pressante?
Emergere rispetto agli altri non é diventato oramai una questione di mera fortuna e casistica, ovviamente impegnandocisi e dando il massimo?
C'é ancora futuro in questa professione, perlomeno nei grandi nuclei urbani?
Ditemi la vostra.
Un abbraccio, e buon inizio settimana!