Ehehe, si potrebbe dire che purtroppo, essendoci poco interesse da parte dell'ai medio di quello che gli accade e essendoci poca volontà di trasferire anche all'esterno delle associazioni le infomrazioni, l'ai di strada e l'ai attivista percorrono strade diverse.
Io che mi ritengo di appartenere a entrambe le categorie (di strada e attivista) posso tentare una specie di "traduzione bilaterale".
Le associazioni non sono ditte, dove uno comanda e gli altri eseguono o vanno fuori dalla porta, questo è sia il loro pregio che il loro più grande difetto.
L'associaizone che non ha "regnanti" è una associazione democratica e aperta al confronto interno.
Tale caratteristica però tende a creare una sorta di INEDIA, IMMOBILISMO e assoluta incapacità di relazionarsi con il mondo pratico e reale dell'Ai di strada.
LE assocaizioni spesso si trovano a dover lavorare su un livello più "alto" ch eporta sicuramente dei cambiamenti, ma questi cambiamenti spesso NON sono percepibili a breve termine dall'Ai di strada, che ha altre esigenze.
Inoltre ci sono moltissime anime diverse in una associazione, questa diversità porta sia ricchezza che possibilità di assoluta incocludenza.
Io comincio a stufarmi, sinceramente, di come sono le associazioni, spero che il processo di decentralizzazione (chiamatelo federalismo o secessione
) porti a una maggiore indipendenza dei collegi regionali affinchè si possa realizzare cose senza passare dal VIA (reminiscenze del monopoli).
Ci sono cose che si posson fare solo con l'inziativa del singolo, ch , capace, crea occasioni e nuove iniziative, penso a Olivati di Bergamo e al suo staff, che ha trovato il modo di avere una sede spesata gratis e di far guadagnare qualche soldo e sopratutto LUSTRO al suo collegio VENDENDO il BORSINO in edicola quando gli altri collegi lo danno via (reminiscenze porno) gratis (non parlo solo di denaro, parlo di far valere le informazioni che possediamo e produciamo).
Parlo di Francesco la Commare, che a Siena ha riunito tutti gli attori (dai tecnici alle associazioni dei consumatori alle cooperative alla assocaizione industriali ecc.) per stabilire un protocollo che permetta un UNIVOCO PROCESSO DI PONDERAZIONE DELLE SUPERFICI COMMERCIALI, cosa che magari se qualcuno ci pensa, sarebbe una operazione di trasparenza notevole quanto necessaria.
Tutto gratis, questi non prendono gettoni ne altro, spendono e spesso manco chiedono i rimborsi per il viaggio (ci danno 0,50 a KM percorso).
Altre purtroppo necessitano di coesione tra molti, queste sono più difficili e solo le associazioni possono realizzarl(o un filantropo che avesse pietà di questi piccoli e neri AI).
Dall'altra parte c'è la gente,gli AI che ogni giorno aprono la serranda o la vetrina e fanno i conti con la pubblicità che non funziona, con la mancanza di vie preferenziali per gestionali,portali e altri servizi, con la mancanza di certezze (spesso sostituite da auto convinzioni, anche pericolose), con la mancanza di TUTELA per il loro guadagno anche quando esso sarebbe legittimamente dovuto.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma se lo farò lo scrivo sul blog così da non tediare chi non gli interessa...
Però, in entrambi i casi sopra descritti posso dire che sono giunto a una conclusione: quello che ci succede è colpa nostra, è colpanostra perchè non ci interessiamo, non ci infomraiamo e spesso, troppo spesso, siamo talmente legati alle nostre certezze da ritenere idiota gente che (come me?) dice cose "fuori dal coro": rifiutarle a priori senza documentarsi potrebbe rivelarsi.... sconveniente a volte.
Poi ci sono molti che sono in assocaizione come molti di quelli che si iscrivono alla massoneria: appartenere a qualcosa che da lustro, basta.
Poi ci sono molti che con le associazioni si sono creati business e contatti irrinunciabili.
IN soldoni, solo se tutti lavorassimo per migliorare, sia noi stessi che la categoria, avremmo delle possibilità di cambiare in meglio in tempi brevi, essendo questo un utopico pensiero, non succederà.
Quindi, cari amici: mal voluto non è mai, mai, mai, troppo.
Ho detto.