vorrei sapere quanti colleghi partecipano alle riunioni delle associazioni, ma non solo quelle formative e bla bla bla, ma quando c'è da eleggere i rappresentanti ecc ecc.
Poi come in sostanza dice Oris tutti a lamentarci.
Già, esatto. Penso che questo sia il cuore del problema.
Al di la dell'interesse verso le associazioni, di per se molto carente, c'è un sdato ancor peggiore: la mancanza di "senso di apaprtenenza" a una categoria.
L'Ai, lo si sa, in genere è un tipo che si ritiene più furbo degli altri, sa tutto e fa le lezioni dal pulpito (...
mi ricorda qualcuno... otis... ponzani.. mah, mi verrà in mente) e quindi non pensa di dover imparare un bel nulla (
"ho sempre lavorato così e mi è andata bene, perchè cambiare?" ) ne pensa che un gionro debba condivider eil destino della categoria...
Ciò nasce dal fatto ch enoi Ai, siamo sempre stati un po abbandonati a noi stessi, quindi abbiamo sviluppato una sorta di "scorza" che ci ha permesso di mapare nonostante l'assoluta mancanza di garanzia in qualsiasi cosa, a parte il codice civile, meno male che c'è, anche se ci vuole molto impegno per far valere i nostri diritti, anche in quel caso.
IN italia l'arte di arrangiarsi fa parte del dna, ma in un lavoro come il nostro, necessariamente arriva il momento di fare i conti con le inadeguatezze, nostre e della società nella quale operaimo, piena anch'essa di italioti, nel senso peggiore del termine, a tutti i livelli.
Ma questa assoluta mancanza di interesse per il proprio destino è dettata dalla falsa convinzione che certe cose non ci riguardino e non ci riguarderanno, convinzione smentita più volte nell'ultimo quinquennio...
Quanto ancora dovremo subire prima di capire cosa accade?
Io penso ancora tante, tante , tante cose.