Come la so io:
il DIA, Denuncia di Inizio Attività è una pratica edilizia il cui onere ed il cui iter di approvazione sono molto diversi da quelli relativi al permesso a costruire.
Mentre nel permesso a costruire esiste un processo deliberativo ed un calcolo specifico sui volumi realizzati (contributo costo di costruzione, oneri di urbanizzazione) e la pratica edilizia assume validità nel momento in cui viene notificato il permesso, previo versamento degli oneri che, in alcuni casi e comuni possono essere anche rateizzati. Il DIA è una semplice dichiarazione che non necessita del rilascio di un permesso ed i cui oneri, riferibili ai costi di segreteria, hanno una natura completamente diversa da quelli previsti per il permesso di costruire.
Non è quindi necessario attendere nessuna autorizzazione ed, in gran parte d'italia, il bollettino dei diritti di segreteria viene allegato all'atto della presentazione della pratica (in molti comuni le pratiche che non siano dotate di documentazione minima non vengono neppure accettate dall'ufficio protocollo proprio per non favorirne un uso improprio).
Trascorsi 30 giorni dalla presentazione della Denuncia è possibile effettuare i lavori senza bisogno di alcuna autorizzazione. Viceversa sarà il comune a doversi attivare qualora la pratica abbia qualcosa che non va.
Nella prassi delle nuove costruzioni il DIA viene utilizzato in modo "improprio" anche se i comuni lo sanno bene.
Poichè il costruttore che dovesse rispettare alla lettera le prescrizioni urbanistiche, prima di effettuare qualsiasi variazione del progetto dovrebbe presentare apposita denuncia in comune, per evitare la proliferazione delle comunicazioni all'ufficio tecnico relative alla realizzazione di una palazzina di nuova costruzione, nella quale le variazioni richieste dai tanti acquirenti sono all'ordine del giorno, normalmente effettua le modifiche e poi, raggruppandone più di una, presenta una sola DIA per regolarizzare i diversi cambiamenti. Questo consente di arrivare alla conclusione dei lavori con 3,4 DIA o 2,3 varianti.
Seguendo questo ragionamento non è quindi affatto detto che il respingimento di una DIA o la richiesta di integrazione siano necessariamente funzionali a problematiche inerenti l'unità abitativa in questione. Ed è così pure molto improbabile che, tra lo stato di fatto e le planimetrie catastali non ci sia corrispondenza, visto che queste ultime vengono redatte proprio al termine dei lavori e salvo che detta mancanza di corrispondenza non sussista per questioni ben chiare all'acquirente (ad esempio camere nel sottotetto!). Tra le altre cose, sarebbe utile ricordare che nel rogito, a differenza delle dichiarazioni sulla conformità urbanistica dell'immobile, che sono dichiarazioni esclusive del venditore, la dichiarazione di conformità delle planimetrie catastali è una dichiarazione congiunta sia del venditore che dell'acquirente.
Nella prassi di un rogito, mentre il notaio potrà richiedere copia del permesso autorizzativo alla realizzazione dell'opera, farà certamente fatica a richiedere il permesso autorizzativo di un DIA in quanto inesistente. Potrà limitarsi a citare gli estremi di protocollo della Denuncia in atto.
Alcuni notai affermano che non sia corretto rogitare entro i 30 giorni dalla presentazione di una DIA ed attendono la comunicazione di fine lavori.
il DIA, Denuncia di Inizio Attività è una pratica edilizia il cui onere ed il cui iter di approvazione sono molto diversi da quelli relativi al permesso a costruire.
Mentre nel permesso a costruire esiste un processo deliberativo ed un calcolo specifico sui volumi realizzati (contributo costo di costruzione, oneri di urbanizzazione) e la pratica edilizia assume validità nel momento in cui viene notificato il permesso, previo versamento degli oneri che, in alcuni casi e comuni possono essere anche rateizzati. Il DIA è una semplice dichiarazione che non necessita del rilascio di un permesso ed i cui oneri, riferibili ai costi di segreteria, hanno una natura completamente diversa da quelli previsti per il permesso di costruire.
Non è quindi necessario attendere nessuna autorizzazione ed, in gran parte d'italia, il bollettino dei diritti di segreteria viene allegato all'atto della presentazione della pratica (in molti comuni le pratiche che non siano dotate di documentazione minima non vengono neppure accettate dall'ufficio protocollo proprio per non favorirne un uso improprio).
Trascorsi 30 giorni dalla presentazione della Denuncia è possibile effettuare i lavori senza bisogno di alcuna autorizzazione. Viceversa sarà il comune a doversi attivare qualora la pratica abbia qualcosa che non va.
Nella prassi delle nuove costruzioni il DIA viene utilizzato in modo "improprio" anche se i comuni lo sanno bene.
Poichè il costruttore che dovesse rispettare alla lettera le prescrizioni urbanistiche, prima di effettuare qualsiasi variazione del progetto dovrebbe presentare apposita denuncia in comune, per evitare la proliferazione delle comunicazioni all'ufficio tecnico relative alla realizzazione di una palazzina di nuova costruzione, nella quale le variazioni richieste dai tanti acquirenti sono all'ordine del giorno, normalmente effettua le modifiche e poi, raggruppandone più di una, presenta una sola DIA per regolarizzare i diversi cambiamenti. Questo consente di arrivare alla conclusione dei lavori con 3,4 DIA o 2,3 varianti.
Seguendo questo ragionamento non è quindi affatto detto che il respingimento di una DIA o la richiesta di integrazione siano necessariamente funzionali a problematiche inerenti l'unità abitativa in questione. Ed è così pure molto improbabile che, tra lo stato di fatto e le planimetrie catastali non ci sia corrispondenza, visto che queste ultime vengono redatte proprio al termine dei lavori e salvo che detta mancanza di corrispondenza non sussista per questioni ben chiare all'acquirente (ad esempio camere nel sottotetto!). Tra le altre cose, sarebbe utile ricordare che nel rogito, a differenza delle dichiarazioni sulla conformità urbanistica dell'immobile, che sono dichiarazioni esclusive del venditore, la dichiarazione di conformità delle planimetrie catastali è una dichiarazione congiunta sia del venditore che dell'acquirente.
Nella prassi di un rogito, mentre il notaio potrà richiedere copia del permesso autorizzativo alla realizzazione dell'opera, farà certamente fatica a richiedere il permesso autorizzativo di un DIA in quanto inesistente. Potrà limitarsi a citare gli estremi di protocollo della Denuncia in atto.
Alcuni notai affermano che non sia corretto rogitare entro i 30 giorni dalla presentazione di una DIA ed attendono la comunicazione di fine lavori.